Luigi Annino, Slow Food Enna: ” Il cibo non è un fatto di moda”

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slowfood_ennaAnnino, Enna, un bel territorio ricco di ottimi prodotti e con una interessante tradizione enogastronomica. Quali sono le tipicità che meriterebbero di essere maggiormente diffuse e conosciute?

Enna é un isola nell’isola anche dal punto di vista enogastronomico con una varietà unica di prodotti da conoscere e gustare. Penso alla Fava larga e alla pesca di Leonforte, ai tartufi della zona sud della provincia e tra Aidone e Barrafranca, ai nostri grani antichi, alla lenticchia nera, ai pecorini, al piacentino e all’olio delle nostre  colline.

enna-gruppoPochi giorni fa, il salto di qualità, ma sarebbe meglio dire “salto di popolarità”, con un accordo interessante con Sicilia Outlet Village: cosa si aspetta Slow Food Enna da questa iniziativa oltre che, appunto, un’aumentata visibilità?

Per Sloow Food non é un problema di popolarità. Noi non siamo un partito politico che cerca consensi. La nostra mission é diffondere una certo modo di mangiare che é buono, pulito e giusto. Ma in una società che sta esageratamente attenta alla comunicazione il palcoscenico dell’outlet era un’occasione da non perdere. Certo per noi l’obiettivo é portare sul palco la nonna Maria che fa i biscotti come una volta oltre che chef stellati che hanno già una loro storia ma che comunque esaltano i prodotti del territorio . Quest’anno, edizione zero, é stata sicuramente una bella esperienza che ha avvicinato tanta gente che magari mai avrebbe acquistato un prodotto del presidio perché, magari, né sconosceva l’esistenza. Siamo profondamente contenti della due giorni e della partnership che si è instaurata con la dirigenza dell’outlet , in testa il presidente del Sicilia Outlet Village, Nicola Sanfilippo e la direttrice Anna Resina con tutto il suo staff che da subito sono stati in sintonia con la nostra filosofia

annino3Mangiare bene, in termini di salvaguardia delle tradizioni ed anche della salute, oggi è un imperativo categorico per molta gente: come si educano i più giovani ad una alimentazione sana, equilibrata e giusta, nel rispetto del gusto e della creatività in cucina?

Qui la generazione degli anni ’60 deve interrogarsi rispetto ad una diseducazione alimentare di cui paghiamo oggi il fio. Diffondere un nuovo modo di mangiare, che poi, mi permetta, é un modo antico, un modo che é stato sempre giusto, fatto di un po’ di tutto e di cibi sani, passa dell’educazione che ogni famiglia dovrebbe divulgare. Il cibo non è un fatto di moda. Il cibo é nutrimento e noi siamo ciò che mangiamo. Credo che tutte le nostre campagne sul mangiare sano, piuttosto che iniziative come quella che abbiamo varato all’ outlet, aiutino a creare una nuova coscienza del cibo. Ma é ancora un lungo cammino che passa anche dall’idea che per potere mangiare sano bisogna pagare il giusto prezzo del cibo. Quando un prodotto costa poco o c’è dietro sfruttamento del lavoro o non é di qualità.

fava-largaCi racconta qualcosa dei presidi presenti nel comprensorio?

Intanto bisogna anche spiegare perché i presìdi; i Presìdi Slow Food sostengono le piccole produzioni tradizionali che rischiano di scomparire, valorizzano territori, recuperano antichi mestieri e tecniche di lavorazione, salvano dall’estinzione razze autoctone e varietà di ortaggi e frutta. Oggi, oltre 500 Presìdi Slow Food coinvolgono più di 13.000 produttori e la Sicilia è quella che ne conta di più, oltre 50, a conferma della sua biodiversità e della sua lunga storia di territorio al centro delle principali civiltà del mondo conosciute, prima della scoperta dell’America. E quindi spaziamo ,come già detto, dai presìdi della fava larga, della pesca nel sacchetto, del piacentino, alle eccellenze della lenticchia piuttosto che del peperone oppure della cassatella e di tanti altri che potremmo stare ore a parlarne.

piacentinu-enneseLe racconto una cosa che mi capita purtroppo molto spesso quando mi trovo a parlare del “Piacentino Ennese”. Capita sovente che la gente mi chieda : ” Ma quindi è di Piacenza o è di Enna?”. Questo denuncia una scarsa conoscenza dei prodotti di eccellenza del territorio siciliano: come mai siamo poco “educati” alla valorizzazione del nostro prodotto interno?

Beh, nel corso degli anni, nel mondo del cibo é avvenuto quello che é successo, spesso nelle nostre città dal punto di vista urbanistico. Abbiamo, per amore della modernità, distrutto tutto come se la tradizione fosse sinonimo di vecchio e desueto. Spesso i nostri prodotti sono stati snobbati, non compresi nella loro forza di genuinità. Per fortuna ora, grazie anche al lavoro di associazioni come Slow food , c’è una controtendenza che va verso valorizzazione del territorio . Anche in questo campo c’è ancora tanto da fare e Slow food lavora proprio in questo senso. piacentinu_2Del resto i presìdi nascono per salvaguardare un prodotto ed una tecnica tradizionale a rischio di estinzione e quindi riferite a territorialità e produzioni limitate, in assoluto contrasto con una produzione industriale e/o globalizzante. Il piacentinu ennese in particolare ha una sua storia, tramandata oralmente nei secoli e anche da antichi testi del 1500. Intanto non è piacentino ma PIACENTINU da formaggio che piace, quindi un’origine idiomatica; si narra che nell’anno 1090 il Conte Ruggero che aveva riconquistato Enna , per curare la depressione della moglie Adelasia, chiese ai casari del luogo di produrre un formaggio con proprietà terapeutiche. Da qui sarebbe nata l’idea di aggiungere al latte una manciata di zafferano, una spezia già nota nell’antichità per le sue virtù antidepressive.

villa-romanaCosa ha in programma la condotta ennese per portare alla conoscenza dei più il territorio ed i suoi prodotti nel breve termine?

Noi siamo sempre in movimento e abbiamo in cantiere tutta una serie di iniziative. Ma sicuramente la vetrina dell’outlet é stata a una opportunità unica di raggiungere un gran numero di persone, non solo italiane, che hanno potuto apprezzare i tanti prodotti di eccellenza del territorio.

pergusaIl turismo esprime in modo sempre più consistente una richiesta di percorsi enogastronomici: volendo tracciare mappe e percorsi ideali, quale potrebbe essere l’offerta del territorio ennese che possa coniugare cibo, arte e natura?

Il territorio ennese é uno dei più vocati per un turismo enogastronomico. Basti pensare che la provincia di Enna può vantare riserve naturalistiche, laghi naturali e non , boschi , una flora e una fauna che per certi versi é unica nel suo genere. Questo, accanto alla preziosità delle nostre zone archeologiche, penso a Villa Romana , Morgantina, Centuripe ma anche il nostro maestoso Castello di Lombardia e la Torre la rendono unica. cassatelleTutto ciò fa il paio con una tradizione gastronomica antica e territoriale che é sopravvissuta grazie alla forza delle donne che ne hanno preservato i sapori. Ma le risorse vanno certamente capitalizzato . Per fare ciò non basta solo Slow food. É necessaria una strategia che veda assieme istituzioni e associazioni per raggiungere un obiettivo che non é impossibile. Il patrocinio del l’assessorato regionale al Turismo con il suo assessore Antony Barbagallo che ha seguito e sostenuto la manifestazione di Ottobre all outlet ci fanno ben sperare.

 

Alessandra Verzera

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