Non ci sono dubbi. Coltivare un proprio orto porta benefici di ogni genere a chi decide di dedicare parte del proprio tempo libero a questa sana attività. Studi della Scuola agraria del Parco di Monza ci dicono, infatti, che “la sua coltivazione e irrigazione sarebbero efficaci nella cura di disturbi come l’ansia e la depressione, ma anche per il recupero e il reinserimento degli individui all’interno della società”. Meglio di così!
Per non parlare dei benefici pratici, tanto per capirci quelli economici, dal momento che, grazie all’orto domestico, non solo i prodotti sono sempre belli freschi a portata di mano, ma si possono investire cifre più basse nell’acquisto dei semi invece di spenderle tutte al supermercato. Per chi, inoltre, ha il culto del biologico, ci sarebbe la garanzia di non portare a tavola prodotti cresciuti grazie ad additivi chimici o molto altro di ancora più dannoso per la propria salute. Insomma, non indifferenti i vantaggi da tutto questo.
E poi, vuoi mettere la soddisfazione di vedere crescere giorno per giorno i propri pomodorini, aspettare di vedere spuntare dalla terra la cima di una foglia di lattughina o ancora di vivere con i propri bambini l’esperienza di una carotina che sta prendendo vita? Forse non tutti sanno che in tante scuole del nostro Paese hanno da tempo enorme successo proprio i progetti sugli “orti in classe”, pensati per dare modo ai più piccoli di avvicinarsi e conoscere il ciclo produttivo della terra e dei tanti prodotti della nostra agricoltura. Interventi, finanziati anche dagli enti pubblici, che finalmente rendono meno nemiche tutte quelle verdure con le quali quasi tutti, sin da piccini, abbiamo ingaggiato vere e proprie battaglie pur di non ingurgitarne neanche un boccone.
Contenti di sapere ciò? Bene, allora dimenticate tutto perché la “Plant Reproductive Material Law”, nuova proposta di legge presentata dalla Commissione Europea, vuole rendere illegale “coltivare, riprodurre o commerciare i semi di ortaggi non analizzati, approvati e accettati” dall’Agenzia delle Varietà Vegetali Europee. In buona sostanza, non si potrebbero più piantare nel proprio giardino semi di verdure o frutti non regolamentati. Il rischio? Essere condannati come criminali.
Certo, la proposta deve ancora passare, ma sembra che la volontà sia proprio questa. Inevitabili le prese di posizione, anche abbastanza accese. A ritenere che vuole essere un regalo fatto ai grandi produttori di sementi, come la Monsanto, è Ben Gabel del “Real Seed Catalogue”, per il quale “si intendono così stroncare i produttori di varietà regionali, i coltivatori biologici e gli agricoltori che operano su piccola scala”.
“Come qualcuno potrà sospettare – aggiunge Mike Adams su Natural News – questa mossa è la “soluzione finale” non solo della Monsanto, ma anche della DuPont e delle altre multinazionali dei semi, che da tempo hanno tra i loro obiettivi il dominio completo di tutte le coltivazioni sul pianeta. Di fatto, ai sensi della nuova normativa comunitaria, la maggior parte delle sementi tradizionali saranno fuorilegge. Questo significa che l’abitudine di conservare i semi di un raccolto per la successiva semina, pietra miliare per una vita sostenibile, diventerà un atto da perseguire per legge”.
Un duro colpo, dunque, se non addirittura la ferma volontà di uccidere, in tutta la Comunità europea, qualsiasi sviluppo degli orti nei giardini di casa. Mettendo sotto accusa anche la classica massaia, colei che, per far quadrare i conti di casa, ha trovato il modo di risparmiare almeno sugli ortaggi. Che, lo sappiamo bene tutti, incidono non poco nel budget familiare. Inevitabile pensare che, in un tempo di crisi come quello che stiamo vivendo, proposte del genere non vogliano in alcun modo andare incontro ai cittadini. Non ci vengano, dunque, a dire che si tratta di tutelare la loro salute, garantendo la qualità delle sementi. Non ce la spaccino come verità. Non ci possiamo e vogliamo credere.
Gilda Sciortino