I decreti sull’etichettatura della pasta che da ieri vengono ‘strillati’ a destra e a manca sono una presa in giro. Per i consumatori è importante sapere non cosa c’è scritto nelle etichette, ma quali sostanze sono presenti nella pasta. Perché, invece di queste chiacchiere, non scrivono nelle etichette se la pasta contiene glifosato o micotossine DON? Questa sceneggiata serve solo a nascondere la speculazione al ribasso che, anche quest’anno, colpisce il grano duro del Sud!
Da ieri una notizia ‘strillata’ a destra e a manca annuncia una rivoluzione per la pasta e per il riso: l’obbligo per l’etichettatura. Si tratta, come ora proveremo a raccontare, di decreti – firmati dai Ministri Maurizio Martina (Politiche agricole) e Carlo Calenda (Sviluppo economico) – che, almeno per ciò che riguarda il grano duro (e qui i derivati di tale prodotto, pasta in testa), possono essere definiti tutto fumo e niente arrosto.
In una realtà nella quale le multinazionali, ormai, si ‘comprano’ pure gli Stati, fornire indicazioni nelle etichette sull’origine degli alimenti (luogo di produzione e di lavorazione) non serve assolutamente a nulla!
Sarebbe molto più serio se il Ministero e le Regioni fornissero ai consumatori informazioni sull’eventuale presenza di contaminanti dopo aver effettuato le analisi (ogni Regione italiana potrebbe farlo attraverso l’ARPA, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente).
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