I ristoranti, le feste: e quelle prenotazioni disdette. La soluzione? Esiste.

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tavolo big slideNon è di certo un problema di poco conto quello che da qualche giorno sta interessando alcuni ristoratori ma che perdura da anni. La polemica sta divampando in rete e parla di un fenomeno purtroppo assai diffuso: ovvero, chi prenota tavoli nei ristoranti – specie durante le festività – e poi li disdice, il più delle volte solo poche ore prima rispetto all’orario della prenotazione stessa. Naturalmente sono diverse le ragioni per cui si verifica una cosa del genere: invidia professionale, talvolta, cattiva educazione da parte dei clienti il più delle volte. Semplice superficialità, distrazione: appunto, motivi ce ne sono tanti. Uno su tutti però favorisce un simile andazzo, e cioè la mancanza di sanzione nei confronti di chi prenota e poi ” da buca”.

riservatoEsistono su internet diversi siti di prenotazione on line, per lo più di voli aerei ed hotel: la modalità è abbastanza semplice da seguire e, specie per le prenotazioni alberghiere, viene richiesta una carta di credito a garanzia della prenotazione. Il che il più delle volte non comporta l’immediato addebito del soggiorno ma, in taluni casi, prevede l’addebito della penale in caso di cancellazione in una misura percentuale variabile, oppure – in caso di no show – un addebito totale dell’interno costo del soggiorno che il cliente non ha avuto cura di disdire ma neanche di godere. Questa sanzione, peraltro giustissima, limita moltissimo l’abuso di prenotazione da parte di chi – in malafede – sa che non fruirà del servizio che si accinge a prenotare o di chi prenota deliberatamente per boicottare la concorrenza.

riservato2Questa misura però non è attuabile per le prenotazioni di tavoli al ristorante, e la ragione è abbastanza evidente: un tavolo al ristorante non ha un costo fisso  – come ad esempio una notte in camera d’hotel o un pacchetto vacanza –  poichè esso varia in base a ciò che il cliente avrebbe ordinato se si fosse seduto a quel tavolo. Per questa ragione non sarebbe possibile determinare l’entità della penale in caso di disdetta tardiva o di no show. Non si potrebbe infatti penalizzare allo stesso modo chi non si presenta al tavolo di una pizzeria e chi diserta un tavolo stellato. Questa è anche la ragione per cui il cliente in malafede non si scompone più di tanto quando al telefono gli viene chiesto il numero di carta di credito: perchè, a meno che non si tratti di pasti a prezzo fisso ( come cenoni di fine anno, o pranzo festivi, o pranzi domenicali in agriturismo) sa di non essere sanzionabile.

riservato2-480x240Ma allora quale potrebbe essere la soluzione? Chiedere la garanzia a copertura della prenotazione almeno per i grandi pranzi e cene festivi? Perchè no: dopotutto il danno patito dall’esercente è doppio. Infatti il gestore affronta la spesa per la materia prima e perde di vendere il tavolo ad altri. In questo caso  se –  poniamo il caso –  è stato prenotato un tavolo per sei persone in occasione di un cenone di San Silvestro ad un prezzo già stabilito di 80.00 euro a persona, allora in caso di no show dovrebbe essere legittimo addebitare sulla carta abbinata alla prenotazione i 480.00 euro dovuti per quel tavolo e per quella circostanza. Oppure semplicemente richiedere una caparra confirmatoria attraverso sito specializzati come ad esempio The Fork e My table, fissando un minimo pro capite in base alla categoria del ristorante. E’ bene però ricordare che questo genere di siti trattiene per sè una percentuale sulle prenotazioni.

Di fatto però questi metodi sono adottati da pochissime realtà, e normalmente da locali blasonati: e quindi capita che tavoli prenotati, e dunque anche allestiti ed addobbati anche in maniera molto elegante specie in occasione di grandi eventi, rimangano vuoti.  La realtà ci consegna un dato sconcertante, e cioè che moltissimi locali registrano percentuali di no show pari a circa il 30% del volume complessivo delle prenotazioni: va da sè il danno economico, anche in caso di adeguamento di personale, è molto elevato. La perdita per l’esercente non è solo materiale: alcuni di loro, infatti, più che la perdita economica, lamentano la frustrazione, la delusione per la mancanza di rispetto verso il lavoro del ristoratore, verso il lavoro del personale di sala. Ma anche l’amarezza verso il concorrente sleale che ha il locale giusto di fronte. Non sono casi eccezionali nè tantomeno rari.

fontanaDice Beppe Fontana, chef : ” Bisognerebbe prevedere una percentuale in menù da far pagare al cliente in caso di annullamento di prenotazione o di no show a titolo di penale. Tuttavia possono sempre sorgere problemi di autorizzazioni con i circuiti delle varie carte di credito, oppure ancora il cliente “furbo” può fornire i dati di una carta scaduta o di una prepagata senza disponibilità di fondi. Insomma, la cosa non è semplice e non si è mai del tutto al sicuro. La vera soluzione sarebbe usare tre cose tutto sommato facili da reperire: educazione, rispetto, buonsenso.”

Alessandra Verzera

Credits : Foto di Beppe Fontana di Francesco Ferla

2 Commenti

  1. Grazie, molto interessante e si dovrebbe riunire l’associazione ristoratori se c’è ne una e seria e discutere su questo

  2. E’ sicuramente un’idea interessante quella di sedersi intorno ad un tavolo per analizzare ed individuare delle soluzioni atte ad arginare le perdite economiche che i ristoratori subiscono ogni giorno. Auspichiamo quindi l’intervento della FIC.
    Grazie

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