Due cucchiai di olio per combattere l’osteoporosi

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Un olio extra vergine di oliva arricchito con vitamina D secondo gli oleifici Mataluni di Motesarchio (BN) titolari del celebre marchio “Dante” sarebbe un importante integratore per prevenire una delle patologie più diffuse per la donna in menopausa (P.Pi.)

 

La novità è stata presentata il 16 gennaio al workshop della rete degli Endocrinologi intitolato “L’osteoporosi nel III millennio: dalla fisiopatologia alla terapia”, in programma alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Lo studio è stato condotto dall’oleificio in collaborazione con il Dipartimento di Endocrinologia e Oncologia Molecolare e Clinica e con il Dipartimento di Scienza degli Alimenti dell’Università di Napoli “Federico II” – in base alle esigenze nutrizionali diffuse nella popolazione italiana e in specifiche categorie di consumatori. Due cucchiai di questo olio denominato “Condisano” per assumere la quantità di vitamina D “di cui il nostro organismo ha bisogno e far fronte ad una carenza che nel mondo interessa circa 1 miliardo di persone” riferisce l’azienda. La fragilità scheletrica aumenta con l’età sino ad interessare la maggior parte della popolazione oltre gli ottant’anni assumendo la denominazione di patologia “a rilevanza sociale”. «Si stima che ci siano, in Italia, circa 3,5 milioni di donne ed 1 milione di uomini affetti da osteoporosi» ha detto Annamaria Colao medico del dipartimento. Incrementando quindi l’assunzione di un condimento già tanto diffuso tra la popolazione, si otterrebbe facilmente un beneficio di non poco peso per osteoporosi come detto ma anche contro il rachitismo nei bambini e per prevenire le fratture, soprattutto del femore, nelle persone anziane, per favorire l’assorbimento intestinale di calcio, per lo sviluppo e vanta contributo nella riduzione del rischio di alcuni tumori.
Secondo i ricercatori del progetto, nei paesi mediterranei, nonostante il sole non manchi, il deficit di vitamina D è molto più frequente rispetto al nord Europa, dove è maggiore il consumo di pesci grassi e più frequente l’utilizzo di cibi arricchiti con vitamina D. Una carenza che sarebbe stata insospettabile, ma che le erronee “interpretazioni” della dieta mediterranea portano evidentemente con sé proprio là dove essa troverebbe la sua più naturale diffusione, al Sud del Bel Paese. In Italia, la carenza di vitamina D è particolarmente frequente, soprattutto negli anziani e nel corso dei mesi invernali, tanto da interessare il 76% delle donne italiane sopra i 60 anni. Ma il problema non interessa esclusivamente gli anziani: in uno studio recente è emerso come il 65% delle donne italiane di età compresa tra i 20 ed i 50 anni mostri una insufficienza di vitamina D, ed il 30% addirittura una condizione di carenza. Bisognerebbe esporsi al sole per almeno 15 minuti al giorno, con il volto, le braccia e le gambe scoperte, per soddisfare il fabbisogno quotidiano di questa vitamina. Cattive abitudini di stili di vita e a tavola sarebbero quindi facilmente evitabili con una buona pratica alimentare. A uso del consumatore, è stata anche presentata la “tavola metabolica” contro l’osteoporosi, con prodotti della dieta mediterranea naturalmente ricchi di calcio e vitamina D; tra questi l’acqua minerale, i latticini, in particolare a base di latte di bufala, e le verdure a foglia. La gamma dei prodotti “Condisano” sarà presente nei supermercati sia nella versione extra vergine che nel normale olio di oliva per rispettare gusti e abitudini.


Paola Piovesana

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