Apulia Wine Identity 2011: verticale “ Il Falcone Rivera”

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Nell’ambito dell’ interessante manifestazione pugliese che ha visto riuniti cinquanta tra i più importanti giornalisti enoici del mondo , ecco una speciale verticale delle annate 1995-2000-2005-2006 di uno dei vini simbolo della Puglia.

Sono stati giorni intensi ed interessanti quelli in terra pugliese per la prima edizione di Apulia Wine Identity svoltasi dal 22 al 27 novembre 2011 promossa dal Consorzio Puglia Best Wine , evento che ha permesso ai cinquanta giornalisti specializzati presenti di approfondire vini e territori del meglio dell’enologia pugliese.
Dopo ben cinque differenti eno-tours nelle aree storiche della regione dalle terre dell’alta Murgia fino al basso Salento , le giornate di degustazioni ufficiali a Trani presso l’Hotel San Paolo al Convento sui vitigni più rappresentativi il Nero di Troia , il Primitivo ed il Negramaro hanno mostrato una netta crescita qualitativa del vino pugliese ed hanno fatto comprendere a pieno il profilo organolettico e sensoriale dei vini. Nel corso delle sezioni di tasting per vitigno “en primeur” dell’annata 2010 ogni membro della giuria internazionale ha compilato per ogni campione una scheda a punteggio , in conclusione il rating raggiunto dai vini dai tre vitigni ha decretato una vendemmia 2010 a 4 stelle con i punteggi medi di 86/100 per il Primitivo , 85/100 per il Nero di Troia e 83,5/100% per il Negramaro.
Tra la scelta delle varie azienda da visitare nelle quali poter effettuare un tasting completo di tutta la gamma produttiva , ho scelto una delle aziende storiche pugliesi , Rivera. Sebastiano de Corato proprietà ed anima dell’azienda accoglie me ed i colleghi Thomas Brandl Germania , Choy Lok Kin Cina , Jacqueline Friedrich Stati Uniti , Norbert Heine Germania , Rocco Lettieri Svizzera con cordialità e gran piglio sfoderando un perfetto inglese.
Ci troviamo nell’agro ventilato di Andria , i terreni dell’azienda si trovano in parte sulle rocce quasi affioranti della Murgia ad un’altitudine di 350 m. s.l.m., altri nelle propaggini calcareo tufacee che dolcemente degradano verso il mare a quote più basse intorno a 180 s.l.m., le uve coltivate sono le varietà autoctone Nero di Troia, Bombino Nero, Uva di Troia, Pampanuto, Aglianico, Montepulciano ed anche i vitigni internazionali Chardonnay e Sauvignon Blanc.

Il Falcone è Doc Castel del Monte Riserva ed è composto da 70% da Uva di Troia e 30% Montepulciano, la sua prima uscita è il 1971. Sebastiano de Corato ci mostra lcon orgoglio a prima bottiglia prodotta di questo grande rosso pugliese e indicando una ci spiega su una cartina le caratteristiche dei terreni di produzione ed i relativi venti che soffiano sul comprensorio. Il nome “Il Falcone” è un omaggio all’imperatore Federico II di Svevia e alla passione con cui si dedicava alla caccia con il falcone nelle campagne che circondano Castel del Monte. Le uve dopo accurata selezione  spiega su una Doc  ancor più sono vinificazione in acciaio con macerazione di 12-14 giorni, il vino matura in barriques dove permane almeno 14 mesi.

Ecco le quattro annate analizzate in verticale:

Annata 1995
Nel bicchiere è granato con lievi riflessi aranciati, mostra al naso un interessantissimo stacco olfattivo per balsamicità e dolcezza, frutti rossi macerati, china, tabacco scuro, humus. L’entrata in bocca mostra un vino perfettamente godibile a sedici anni dalla vendemmia, sensazioni di calore e morbidezza raffrescati da un tannino ancora percettibile. Lunga scia sapida.

Annata 2000
Dal vivo colore granato colpisce al naso per la variegata girandola di sentori, mora e cassis disidratati, note di fungo, foglia di tabacco, spezie, carrube e balsamo. In bocca è di gran piacevolezza ed eleganza, pieno di un tannino si maturo ma tonico e di gran pulizia espressiva.

Annata 2005
Veste visiva rosso rubino d’estrema compattezza, olfatto intenso di viola, ciliegia scura e mora matura, toni vanigliati, vegetali e balsamici. Permea il palato di calore, grande freschezza e tannino asciugante, netti richiami all’olfatto nel teso finale.

Annata 2006
Dal lucente colore rosso rubino, accostandolo al naso inebria di viola, frutti rossi giovani, ciliegia, lampone, toni di stampo vegetale e liquirizia. Corposa di gioventù la progressione gustativa caratterizzata da frutto e da viva spalla acida, tannino irto e sorso saporito.

L’annata 2000 è decisamente la più intrigante, un mix poliedrico nel quale il frutto ed i sentori terziari giocano un ruolo paritetico, anche se ad onor del vero ognuna ha mostrato a pieno positive caratteristiche relative allo proprio stato evolutivo. Non c’è che dire, un grande vino del Sud.

Luigi Salvo

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