Analisi di Coldiretti, la “tavola” batte i musei e le mostre

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La crisi economica che “attanaglia” il nostro Paese, ma non solo, anche il resto dell’Europa e il mondo intero, ha messo in luce alcuni aspetti anche sul turismo enogastronomico italiano. E’ tempo di primi bilanci e a tal proposito la Coldiretti, in occasione della XXXI Giornata mondiale del Turismo, quest’anno dedicata all’enogastronomia, ha presentato un’analisi sul comparto. (A.Fi)

 

 

Oltre cinque miliardi di euro: tanto vale il turismo enogastronomico italiano, che nel 2011 si è confermato vero traino della vacanza made in Italy, unico segmento in costante crescita nel panorama turistico nazionale. Questo il dato presentato dallo studio Coldiretti Swg. Più di un italiano su tre (35%), secondo l’analisi considera il cibo e le degustazioni di prodotti tipici fattori centrali per il successo di una vacanza.

La tavola batte, in quanto a priorità vacanziere, i musei e le mostre (29%), lo shopping (16%), la ricerca di nuove amicizie (12%), lo sport (6%) e il gioco d’azzardo (2%). L’Italia, ricorda a proposito l’associazione, è l’unico paese al mondo che può contare sulla leadership europea nella produzione biologica e nell’offerta di prodotti tipici (229 denominazioni di origine riconosciute a livello comunitario, 4606 specialità tradizionali censite dalle regioni, 505 vini a denominazione di origine).


Eppure, avverte l’organizzazione agricola, proprio le località vacanziere si rivelano spesso luoghi con un elevato rischio di contraffazione gastronomica, con menù turistici che nulla hanno a che fare con la tradizione locale (dalla carbonara senza guanciale e pecorino alla caprese con mozzarella industriale) o con prodotti spacciati nei negozi come tipici, ma in realtà alieni dalla tradizione locale.


Ma non sono tutte “rose e fiori”. Infatti, Turismo Verde, l’associazione agrituristica della Cia (Confederazione italiana agricoltori), sempre in occasione della Giornata mondiale del turismo ha presentato una sua analisi sul settore. E’ emerso a chiare lettere un quadro “chiaro-scuro” per la vacanza enogastronomica italiana: nei primi mesi del 2011 diminuiscono ipernottamenti negli agriturismi italiani (-3% rispetto allo stesso periodo 2010), mentre continua a crescere la ristorazione nelle campagne (+4%). I prodotti tipici del territorio permettono così al settore di combattere gli effetti della crisi economica.

Insomma, nè boom, nè tracollo. “Il settore resta vitale – è stato spiegato attraverso una nota della Cia – e questo è un risultato importante visti i problemi delle famiglie italiane”. I primi segnali di difficoltà per gli agriturismi italiani, ricorda l’associazione, si erano verificati già nel 2009, per poi acuirsi lo scorso anno con una consistente riduzione delle presenze.


Eppure il 2011 si era aperto sotto i migliori auspici, con una crescita delle presenze nel periodo di Pasqua, non riconfermata però dall’estate. E le previsioni per i prossimi mesi, avverte la Cia, non sono del tutto incoraggianti. La crisi sembra aver cambiato il modo di vivere e organizzare le vacanze, sempre più spesso brevi e prenotate all’ultimo.

“Questa nuova tendenza – spiega l’associazione –  evidenzia che la domanda dell’ospite diventa sempre più attenta e che l’imprenditore agrituristico deve diversificare e arricchire l’offerta, puntando in particolare sull’enogastronomia. In termini economici, conclude l’associazione, l’agriturismo rimane comunque un’ isola felice del mondo agricolo, con un fatturato stimato in  circa un miliardo di euro”.

Antonio Fiasconaro

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