Alimentazione&Salute: ingozzarsi di panini disidrata

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Il “fast food” si sa, ha quasi sostituto il pranzo di una volta. I tramezzini e i panini “imbottiti” fanno gola ma, dopo averli “divorati” ci si trova a combattere con i “complessi di colpa”: spaventano per i grassi della maionese e le altre salse che, più o meno, vengono adoperate per “arricchirli” di sapore e gusto. Infatti, fare scelte salutiste nella pausa pranzo spesso risulta davvero difficile e… faticoso.  (A. Fi.)

 

Eppure, come ha sottolineato un poster di ricercatori dell’Università di Lubiana (Slovenia) presentato a Madrid all’XI Convegno europeo della nutrizione Fens, il totale dei valori di grassi e del contenuto energetico dei sandwich “è comparabile con alcuni altri prodotti alimentari venduti da venditori ambulanti, tra i più popolari tra i giovani: la pizza, un panino con l’hamburger. L’attenzione va piuttosto messo sul basso tenore di acqua, e quindi su un’appropriata idratazione”.

Ingozzarsi di panini, senza bere più che con un pasto ricco di verdure, metterebbe a rischio l’equilibrio idrico dell’organismo. Da non trascurare inoltre, nella scelta del cosiddetto “cibo di strada”, la priorità che – a giudizio degli esperti –  va data al consumo di alimenti ad alto contenuto di fibre. I ricercatori sloveni hanno poi fatto uno studio comparativo dei panini in vendita nelle macchinette self service presso la loro facoltà universitaria, calcolando i contenuti di grassi nelle differenti tipologie commercializzate tramite il metodo gravimetrico dopo l’utilizzo di idrolisi acida ed etere di estrazione.

E per non farsi mancare nulla nei pasti veloci all’insegna del funky food, i ricercatori del dipartimento scienze della Nutrizione dell’università di Madrid (Spagna) hanno confrontato le indicazioni nutrizionali del ketchup di cinque multinazionali dell’industria alimentare (Calvè, Heinz, Ligeresa; Orlando; Prima) per concludere che questi prodotti “soddisfano” i requisiti nutrizionali nell’ambito della categoria ‘frutta e verdurà in termini di grassi e zuccheri, in linea col regolamento Ce 1924/2006. Tuttavia, in merito alle indicazioni salutistiche, le confezioni di ketchup “dovrebbero indicare la quantità di licopene, assieme ad una indicazione tipo ‘alto contenuto di sodio”.

Per concludere che c’è sandwich e sandwich: forte è la differenza infatti nei contenuti di grassi e per quello energetico. La maglia nera per alto contenuto di grassi (18,3 g/100g) e minor contenuto di acqua (40,5 g/100g) va al panino con pancetta, formaggio, margarina, maionese e sottaceti che tuttavia ha un alto contenuto energetico (1340). Sembrerebbe invece più light un panino con maionese, panna acida, rafano, prosciutto affumicato, formaggi e sottaceti, che ha grassi fermi a 9,6 ma un pur sempre scarso contenuto di acqua (43,7 g/100g).

L’IMPORTANZA DELLA IDRATAZIONE

Nel corso del congresso spagnolo si è pure parlato dell’adeguata idratazione quotidiana che incide sulla salute del lavoro. E’ importante arrivare al lavoro ben idratati e idratarsi ogni ora nel corso della giornata lavorativa. E’ quanto raccomandato, sulla base di linee guida elaborate ad hoc, dal presidente della Fondazione di ricerca sulla nutrizione (Fin), prof. Luis Serra Majem.

“Le pause, ha sottolineato l’esperto spagnolo – favoriscono l’assunzione di liquidi per ricaricarsi, di acqua ma non solo, anche caffè e gli energy drink. In un lavoro di intensità fisica media, e in un ambiente fresco, è raccomandato di assumere un bicchiere di acqua ogni ora. Mentre alla temperatura di 35 gradi un lavoratore sedentario può perdere fino a 5 litri attraverso sudore e minzione in una giornata, mentre chi fa un lavoro fisicamente intenso ne può perdere fino a 16 litri. Quindi la mancanza di idratazione incide sull’efficienza al lavoro, sul grado di attenzione e soprattutto sulla salute del lavoratore”.

“E questo – ha aggiunto il prof. Luis Serra Majem – vale sia per i “colletti bianchi” che per le “tute blu”. La disidratazione infatti aumenta lo sforzo cardiovascolare di 4 battiti al minuto per ogni punto-percentuale di peso corp¢reo perso. E ciò porta ad un aumento della percezione della fatica, fattore che in un lavoratore sedentario può impattare anche sulla produttività. Diversi studi dimostrano che quando la disidratazione supera il 2% del peso corporeo la prestazione e la capacita’ cognitiva diminuiscono e questo succede ancor di più se si lavora in climi caldi”.

Antonio Fiasconaro

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