Alimentare: la denuncia di Coldiretti, in Italia finisce nella spazzatura il 30% del cibo

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Bisogna a tutti i costi “onorare” e “rispettare” il cibo quotidiano. Alla “faccia” della crisi economica. Si direbbe. Il 30% del cibo acquistato dagli italiani, soprattutto frutta, verdura, pane, pasta, latticini e affettati finisce prima dentro il secchio della spazzatura e poi, per strada dentro i cassonetti dei rifiuti. (A.Fi.)

E’ uno dei dati emersi dall’indagine su “Gli italiani e l’alimentazione nel tempo della crisi”, realizzata da “Coldiretti-Swg”, in occasione dell’XI edizione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione che si è tenuto a Cernobbio (Como). Il dato di Coldiretti è interessante e allo stesso tempo ci fa riflettere e non poco.

Ogni anno in Italia viene perso cibo per oltre dieci milioni di tonnellate che equivale a un valore di ben 37 miliardi di euro. Questo è un dato “nudo e crudo” come si dice in questi casi e rilevato, appunto dallo studio di Coldiretti.  Per contrastare questa tendenza occorre senza dubbio cambiare le abitudini e fare la spesa senza acquisti superflui. Ma un’attenzione va data anche al modo in cui si conservano i cibi.

Secondo “FoodSaver”, marchio conosciuto nei sistemi di confezionamento sottovuoto, ridurre questi enormi sprechi è possibile proprio grazie a metodi di conservazione degli alimenti piu’ efficaci. Il sottovuoto, infatti, è progettato per eliminare l’aria e prolungare la freschezza del cibo fino a cinque volte di più rispetto ai metodi di conservazione tradizionali e può quindi, rappresentare la chiave della cucina antispreco.

Già oggi, sempre secondo i dati di Coldiretti, il 57% degli italiani ha ridotto lo spreco di cibo per effetto della crisi facendo la spesa in modo più oculato (47%), riducendo le dosi acquistate (31%), utilizzando quello che avanza per il pasto successivo (24%) e guardando con più attenzione alla data di scadenza (18%).

“Si tratta di una tendenza positiva in un Paese come l’Italia dove a causa degli sprechi dal campo alla tavola viene perso cibo per oltre dieci milioni di tonnellate – ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini –  nel sottolineare che è importante un recupero di sensibilità nei confronti del cibo e del suo valore, soprattutto in un mondo dove la globalizzazione dei mercati, a cui non ha fatto seguito quella della politica, ha portato a un deficit di responsabilità, di onestà e di trasparenza che ha generato la crisi internazionale e ha drammaticamente legittimato la derubricazione del tema cibo fino a farlo considerare una merce qualsiasi, come fosse un aspirapolvere o un frigorifero”. 

CIBO SOTTOVUOTO SI CONSUMA PIU’ A LUNGO

Utilizzando i prodotti per il sottovuoto, però, è possibile ridurre gli sprechi alimentari anche comprando grandi volumi di cibo. In questo modo, le famiglie possono beneficiare di una riduzione del prezzo unitario, non sono costretti a dover fare la spesa ogni giorno e e sono in grado di ridurre attivamente la produzione di rifiuti da imballaggi, il cui smaltimento rappresenta oggi uno dei principali problemi delle economie sviluppate.

 

 

Una volta utilizzato il sottovuoto, anche la data di scadenza non è più  un problema: il cibo può essere messo nel congelatore e rimane fresco per mesi, senza subire alterazioni da congelamento. Rimuovendo l’aria dal contenitore sigillato, il confezionamento sottovuoto riduce l’ossidazione che deteriora il valore nutrizionale, il sapore e la qualità complessiva degli alimenti, prolungando la freschezza del cibo fino a cinque volte di più rispetto ai metodi di conservazione tradizionali.

La rimozione dell’aria può anche inibire la crescita di microrganismi, quali muffe e batteri. Il discorso vale anche per il vino. La bottiglia aperta non dovrà  essere bevuta in una serata. Con i tappi “sottovuoto” è possibile mantenere le caratteristiche organolettiche e l’aroma del vino.

Antonio Fiasconaro

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