Primitivo di Manduria: 100 mila “falsi” sequestrati dalla GdF.

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finanzaLe Fiamme Gialle  hanno eseguito un sequestro di oltre 100mila bottiglie di vino “Primitivo di Manduria” commercializzato da una nota azienda abruzzese attiva anche sul mercato internazionale. I finanzieri, coordinati dalla Procura di Taranto, hanno accertato la commercializzazione di “Primitivo di Manduria” “Doc” e “Igt” attraverso marchi ingannevoli, di esclusiva pertinenza di una importante cantina sociale con sede a San Marzano di San Giuseppe, in provincia di Taranto.
Scoperte numerose  irregolarità anche rispetto all’etichettatura delle bottiglie di vino, caratterizzate da un illecito riferimento, quale soggetto responsabile dell’imbottigliamento, a una “società-ombra” con sede in Manduria (Ta) che, in realtà, non ha mai acquistato né venduto vino.
In particolare sono state utilizzate denominazioni e marchi (“Terre del Sud”, “Follia”, “Oversessanta”, “Oversettanta”, ecc.) nonché è stata costituita la società “Vigneti del Sud” che, connotati da «evidente forza evocativa» dei marchi legittimamente registrati dalla cantina sociale, sono stati ritenuti idonei a trarre in inganno l’acquirente sull’origine, la qualità o la provenienza del prodotto da un determinato produttore. I fatti accertati, infatti, hanno evidenziato l’aggiramento della normativa in materia di tutela dei marchi commerciali e lo sviamento delle informazioni destinate al consumatore, attraverso condotte finalizzate ad indurre in errore l’acquirente finale sulle caratteristiche del prodotto vinicolo.
Primitivo di Manduria(10)Il sequestro dei prodotti, nonché delle etichette, del materiale di confezionamento e pubblicitario, è avvenuto presso stabilimenti, depositi ed esercizi commerciali dislocati sull’intero territorio nazionale. L’attenzione dei finanzieri si è focalizzata, altresì, sulle pagine internet che pubblicizzavano gli stessi prodotti, accertando la falsità delle informazioni promozionali fornite sull’origine del vino. Conseguentemente sono state attivate le procedure connesse all’oscuramento delle stesse.
I responsabili dell’impresa abruzzese sono stati denunciati, a vario titolo, con le accuse di contraffazione, frode in commercio e vendita di prodotti con segni mendaci.

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