Ho conosciuto Salvatore Di Gaetano nel 1998, e sono stato chiamato da lui nella qualità di consulente per fare traghettare la sua azienda – già all’epoca produttrice di almeno 4 milioni di bottiglie – in cantina di vini di altissima qualità. Ricordo il suo impegno e la sua attenzione verso determinati passaggi che a quell’epoca sembravano marginali: ad iniziare dalla selezione delle uve, la loro provenienza, ricordo che Salvatore conosceva pure il contadino che le aveva coltivate (Ni.Pa.)
Insieme abbiamo progettato il primo grande cru di casa Firriato, il Santagostino bianco Catarratto Chardonnay: un vino che passò dalle mani di diversi tecnici, siciliani ed australiani. Alla fine, dopo avere degustato tanti tagli tra i due vitigni preseceli, proprio Di Gaetano scelse il blend finale: il 70-80% era Catarratto di alta collina e il resto Chardonnay. Il vino fu un successone, e basto’ da solo a lanciare una cantina posizionata sui mercati con vini da duemila lire verso il gotha vinicolo. Un’ascesa senza limiti, fino far diventare la Firriato la vera leader del mercato siciliano. Oggi tutti conoscono Harmonium, Camelot, Ribeca, veri fuoriclasse nel loro genere.
A dimostrazione che qualsiasi cantina può riuscire a scalare con successo le vette massime della qualità, e con successo commerciale. Già a quell’epoca Di Gaetano era interessato a produrre uve in qualche isola, ricordo, e si pensò a Marittimo: da acquistare in toto, naturalmente. Sul punto di completare l’operazione di acquisizione ci si accorse, invece, che in quell’isoletta era addirittura proibito coltivare le vigne. Il progetto fu solo accantonato, ma ripreso quattro anni fa a Favignana e oggi ecco il risultato. Il “Progetto Insulae” è stato sviluppato in cinque ettari di terreni. La zona è Calamoni, quasi in riva al mare, dove i suoli, molto fertili, sono sabbiosi di origine calcarea e caratterizzati dalla presenza di una pietra di origine marina ricca di carbonato di calcio. Le viti, piantate in un contesto di rocce affioranti di tufo e sabbia rossa, hanno una densità di circa 5000 piante per ettaro e allevate ad alberello, un sistema tradizionale della viticoltura delle isole minori della Sicilia (esempio Pantelleria) e particolarmente adatto alle condizioni ambientali marine e la violenza dei venti. Le varietà prescelte sono state di uve nere e bianche: Nero d’Avola, Perricone, Grillo, Catarratto e Zibibbo.Proprio le condizioni climatiche estreme, assicura Vinzia Di Gaetano (AD della Firriato), il sole cocente, i venti di Scirocco e di Ponente che trasportano anche la salinità del mare, sono il vero segreto della maturazione di queste uve, dalle quali otterremo grandi vini dalle caratteristiche uniche.
Siamo in attesa, quindi, di versare nei nostri calici altri grandi successi della Firriato e della Sicilia. Ad majora a Salvatore e Vinzia.
Nino Panicola