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Pasquale Caliri: lo chef con il mare negli occhi, nella mente e nei piatti.

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Mi siedo a tavola con Pasquale Caliri. E’ uno chef, uno di quelli bravi che non sgomita per apparire. Ma potrebbe essere chiunque, compreso un medico, un cattedratico, uno scienziato, un filosofo. Persino un grande sarto. Si perchè Caliri è snello, invidiabilmente snello. Non è certo l’unico, ma è tra i pochi. Ha un aspetto sereno, ieratico, certamente carismatico. Di fatto sono seduta al tavolo anche con un collega: anzi, un “collegone”, che fa numeri incredibili ai fuochi.

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Caliri, nella nostra lingua madre potrei chiederti ” ma tu cci purtò”? Nel novero delle tante carriere possibili, quale è stato l’elemento dirimente?

Una crisi. Eh già le grandi rivoluzioni, anche quelle interiori, nascono sempre da una crisi. Così durante un momento buio sentii una frase in tv durante un programma di cucina dove un carcerato disse a James Oliver che gli faceva scuola : “La cucina puo’ essere la seconda grande occasione”. Quella frase fu per me come il bagliore di una lama che affondò sino a farmi prendere la decisione repentina di svoltare ( non ero carcerato eh  ). Ma non ero giovanissimo quindi dovevo correre. Sai come si dice: se non avete fretta di invecchiare: muovetevi”. Quindi cominciai dal massimo : l’Alma di Gualtiero Marchesi, corsi vari, esperienze da grandi chef, e tantissimo studio. Feci leva sulla passione, ma attenzione quella da sola non basta anzi puo’ essere fuorviante: occorre studio, allenamento e tanto rigore.

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La domanda che ormai è un leit motiv tocca anche a te: mi sa che potresti rispondere persino senza che io te la espliciti, ma vabbè. I talent, questi talent: che ne pensi?

Beh spesso sono divertenti, se ti riferisci come credo a quelli in tv. Hanno avuto ed hanno il pregio di diffondere la gastronomia in tutte le case. Se il livello di conoscenze e di “confidenza” con il mondo della cucina si è così diffuso lo dobbiamo anche a questo. Certo la tv è fatta per divertire e non per imparare anzi.
Ma talent quasi mai corrisponde a talento.

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Grande attenzione, riflettori e focus sulla cucina, forse troppo: eventi su eventi, turn over interessanti, toques alte quanto l’Empire State Building. Ma cosa ne penserebbe Kant? Il caro Immanuel?

Ahhh, bella domanda, sai appartengo a quelli che credono che la filosofia ti salva la vita. Beh il caro Kant penserebbe proprio quello che sta accadendo nel contemporaneo: il “noumeno” la cosa in sé inconoscibile è conosciuta attraverso le forme a priori attraverso la quale la percepiamo. Non è cosi’ con la cucina ?.Per Platone si arrivava all’essenza col ragionamento ma si ragiona sempre meno, o no ?

La tua fonte di ispirazione è un punto fermo ben collocato nella storia della tua vita, o è un elemento in movimento, in evoluzione?

E’ un fatto intimo, per molti inconscio, è un impulso l’ispirazione e fa piacere pensare che sia sempre in evoluzione. Questo siamo del resto: esseri in evoluzione. L’assenza di movimento è morte. ( stiamo diventando troppo seri  ) Ma l’ispirazione va coltivata, alimentata, nutrita. Non esiste l’ispirazione tout court. Alla base c’è il pensiero che va coltivato, alimentato, stimolato.
Guarda bene intorno: il minimo comun denominatore dei grandi, chef e non, qual è se non la cultura ? Dice bene Massimo Bottura : la scommessa dei cuochi del futuro è la cultura. Questa fu, del resto, la leva che fece sollevare il mondo di Gualtiero Marchei. Egli irruppe nel desolato mondo gastronomico del tempo portando i suoi valori di bellezza, estetica, innovazione. La partita è ancora aperta. Ma forse sto divagando … 

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Hai fissato un punto di arrivo, o anche quello tende a spostarsi?

E beh gli orizzonti ne aprono sempre altri. Se non chiudi gli occhi o ti siedi a riposare.

Cosa sto mangiando adesso?

Un risotto al Plancton Marino. Te l’ho detto che adoro cucinare risotti o no ? Uso questo ingrediente straordinario, non per fare il figo. E’ pura essenza di mare.
Ed il mare è sempre presente nei miei piatti. Vedi ? Sembra un acquario, c’è la sapidità delle acque, i frutti di mare i ricci, i popcorn di baccalà. C’è tutto quello che adoro. Anche questo posto, il Marina Del Nettuno è il mio habitat perfetto : cuciniamo e ceniamo a pochi metri dal mare, ne respiriamo l’aria, ne ascoltiamo i suoni, ne percepiamo sfumature e movimenti.
Sono molto legato all’elemento acqua, nell’inconscio rappresenta la madre, ma questo è argomento per il mio analista.

Con la coda dell’occhio ho visto in te un quid di Scabin: in quanti te lo hanno già detto?

Ahh, me ne dicono di tutti i colori questa è tra le piu’ carine. Davide Scabin è l’esempio del genio creativo, ribelle, anticonformista, efficace.
Il genio, la creatività, l’anticonformismo sono quid importanti in molti mestieri e, perché no, anche nel privato. Ma la creatività o ce l’hai o non ce l’hai. Creativi si nasce difficilmente si diventa. Forse questo è un punto critico della cucina contemporanea : questa voglia assoluta di apparire creativi che genera mostri.
Non c’è scritto da nessuna parte che il cuoco DEVE essere creativo, se lo è tanto meglio. Ci sino tanti colleghi che creativi non sono ma sono eccellenti in egual misura.
Sai com’è? Qualunque idea creativa deve essere comprensibile per essere accettata, senno’ diventa grottesca. Vale come nell’arte, alla stessa maniera.

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Ma dimmi una cosa in confidenza: tra colleghi, e parlo di chef, c’è più amicizia o più invidia? C’è veramente questo tanto palesato spirito di squadra o si è animati da un sano individualismo?

Mi piace pensare che siamo come degli atleti che si allenano individualmente, gareggiano anche da soli, ma in squadra mirano ad una vittoria comune. Molti eventi a piu’ mani o performance gastronomiche servono anche a questo. Si, in genere l’atmosfera è questa. Se poi qualcuno ahimè sostituisce l’individualismo con l’invidia mi spiace per il suo fegato.

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Hai una fisarmonica di onorificenze, riconoscimenti, attestati, targhe, placche : e nessuno di questi è un volantino scaricato dal web, come invece usa parecchio fare ultimamente. Stampare attestati e ” diplomi” spacciandoli per meriti professionali pare essere una moda alquanto diffusa. Ma tu, che li hai tutti originali, a quale dei tanti tieni di più?

Ahh, io a scuola mi mettevo i voti sul registro di matematica perché non ne capivo un accidente, ma prendere un bel voto reale è altra soddisfazione. Cosa vuoi che dica… chi bara mente a se stesso ma non riesce mai a mentire al prossimo.
Qualunque attestazione è fonte di orgoglio e soddisfazione: il cliente che esce contento, che si sente coccolato, che vive un’emozione. Noi cuochi per questo lavoriamo e addirittura viviamo: per soddisfare gli altri.
Certo poi arrivano anche le targhe e le guide di critici ed esperti che magari ti apprezzano e quindi la tua soddisfazione sale. L’emozione piu’ bella probabilmente è essere nella guida Michelin, ma come ti dicevo è tutta un’emozione. E  poi io sono Cancro:  vivo di emozioni .

Il dolce, il sempre atteso momento del dessert: considerando un pasto composto da quattro portate, e con un punteggio disponibile pari a 100, che percentuale assegneresti al dolce?

100, 100, 100, cento volte cento ! Amo la pasticceria. Anzi ti dirò che spesso, se devo pensare ad un piatto, penso ad un dessert. Troppo spessa è relegata a figlia di un dio minore, cosa che decisamente non capisco. Il dolce conclude un pasto, evoca l’infanzia, seduce con la sua golosità, un pasto senza dolce è come una sinfonia interrotta. Ti dirò di piu’ : credo che la pasticceria da ristorazione sia un grande punto di forza della pasticceria del futuro.
Spesso si ripete che la cucina è regno della fantasia mentre quello della pasticceria no. E’ una vera baggianata. Ma avete mai visto le creazioni dei grandi pasticceri ? Ho avuto l’onore di lavorare con Paco Torreblanca uno dei piu’ grandi pasticceri del mondo: era un trionfo di creatività.
Certo la pasticceria richiede tecnica, rigore, disciplina. Se applicassimo queste regole anche alla cucina sarebbe meglio.
Di cosa è fatto un piatto se non di rigore nelle cotture, nelle temperature, negli accostamenti e via dicendo ? La cucina è rigore, su questo non si scappa. Chi fugge è raggiunto dall’approssimazione. L’estemporaneità ai fornelli è la scusa ed il motivo per non fare le cose per bene. Un cuoco perfetto è un cuoco pasticcere. Insomma, s’è capito che la amo ?

E tu, invece, oltre al dessert  che mi pare sia la tua prima scelta, cosa preferisci tra primo e secondo? Ti trovi d’accordo con chi dice che la pasta fa “bien vivre” ma il secondo fa “bon ton”?

Mmmm, mi piace il riso, adoro cucinare risotti ( e non dite che il riso non è siciliano perché mica vero ! ). Tra le portate probabilmente gli antipasti sono quelli dove,probabilmente, ci si puo’ sbizzarrire di piu’ in fantasia. E poi perché sono porzioni piccole, non lo hai detto tu che sono snello  ?

Tra i tuoi colleghi viventi, chi consideri veramente un guru che ha cambiato radicalmente l’idea di cucina di alto livello?

C’è la massima buddista che dice “se incontri il tuo maestro uccidilo” sta a significare che ogni grande maestro va ogni volta superato. Piu’ che a dei guru preferisco pensare ad una grande onda d’eccellenze.
Lo so,non dirlo, è una risposta politically corect …

E l’emergente che riserverà sorprese?

Quando chiedevamo al professore a scuola chi era tra i promossi non rispondeva: “non faccio nomi “ ?

Quanta tradizione bisogna ad ogni costo preservare?

Ai ai ai, qui cade la padella. Tradizione ed innovazione il ripetuto mantra della quale , sinceramente non se ne puo’ piu’.
La cucina è libertà, emozione, ricerca, conservate quello che vi pare, fate quello che piu’ vi piace. Almeno io la vedo così.
Troppo manicheismo ( ritorniamo ai filosofi  ) non ci porta da nessuna parte. La penso come Ferran Adria’ : la tradizione è per chef senza idee. Perché le due cose non possono serenamente convivere in santa pace ? Ci sono colleghi che fanno cucina tradizionale, ci cono altri che fanno cucina moderna. Funziona cosi’, c’è chi ama il gessato in doppio petto ( ecco il sarto di cui in apertura : -) ) c’è chi veste in jeans e maglietta. Più seriamente: sai siamo un paese di stampo normativo, abbiamo bisogno continuo di norme ( legiferiamo piu’ di ogni altro al mondo). Anche in cucina le norme ci fanno sentire piu’ sereni ma la serenità non fa rima con creatività.
Come si sostiene in psicanalisti l’io normativo ha bisogno di essere corretto con l’io bambino. La parola d’ordine è sempre la stessa : libertà.
Tanto alla tradizione non si sfugge, siamo intrisi di storia e tradizione anche a volerla tradire nessuno ci riesce neanche il fedifrago piu’ convinto.

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Ma, quindi, questa stella…?

Quando il cielo è pronto la stella appare
Sono o no un filosofo : ) ?

 

Alessandra Verzera 

Amarone in botte: nuovo lusso per appassionati

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A Bordeaux è da più di due secoli una pratica commerciale, in Valpolicella sta diventando una tendenza esclusiva riservata agli appassionati di Amarone. L’en primeur, questo il termine tecnico per definire l’investimento di vino pregiato direttamente in botte, si fa largo in Valpolicella grazie a un’azienda – La Collina dei Ciliegi – che punta su questa esclusiva forma di vendita diretta per i propri vini più preziosi.

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I nostri interlocutori non sono i negociant come in Francia – ha detto il presidente de La Collina dei Ciliegi e imprenditore della finanza, Massimo Gianolli –, ma manager, capitani d’industria, professionisti e anche banchieri e gioiellieri disposti a scommettere più sul gusto che sui wine features. Acquistano le nostre barrique (225 litri), con targhette personalizzate, che risposano e affinano per anni in cantina, e come in un club spesso alloggiano nel nostro wine resort per partecipare alle prove da botte, così come all’imbottigliamento. Una passione – ha aggiunto – che per noi significa mercato: solo per l’annata 2015 hanno aderito 14 primeuristi ed entro 3 anni puntiamo a vendere il 75% del nostro amarone ‘cru’ con questa formula”.

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Il 7 settembre una ventina di fortunati primeuristi si sono dati appuntamento nella tenuta in Valpantena (Erbin) de La Collina dei Ciliegi per la prima festa ad essi dedicata. L’obiettivo è trasformarlo in un appuntamento annuale post-imbottigliamento, con le 300 bottiglie per ogni barrique disposte all’interno della barricaia in appositi caveau personalizzati a disposizione dei proprietari. Il valore di ogni botte varia da 12.000 a 27.500 euro (+ iva) sulla base del criterio generale legato all’annata della Doc e a valutazioni soggettive sulla qualità della vendemmia. Secondo gli esperti i millesimi 2015 e 2016 sono destinati a diventare un sicuro investimento. Una formula a oggi riservata alla selezione di alcuni cru dell’area di produzione della Doc (10 ettari), che sarà adottata anche per il SuperValpantena, il progetto voluto 2 anni fa e firmato da Lydia e Claude Bourguignon, scienziati agronomi e consulenti dei più importanti Chateaux francesi, Christian Roger, membro permanente Grand Jury Européen du vin e da Ermanno Murari, agronomo Vivai Rauscedo. Nel bicchiere tra 3 anni il rosso inedito, ottenuto da un blend Corvina-Teroldego, che nasce dai vigneti di 3 cru tra i 600 e i 700 metri di altitudine (Monte Castello, Tasine e Preara), con rese bassissime tra i 40 e i 60 quintali per ettaro. Sempre tra 3 anni anche il bianco inedito, ottenuto da un blend Garganega-Pinot Bianco, che nasce dai vigneti, Preara e Sponde, di 2 cru tra i 500 e i 600 metri di altitudine, anche questi con le medesime rese ridotte.

 

Il gelatiere messinese Giuseppe Arena ritorna a “Scirubetta” con Profumi di Sicilia

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Il maestro gelatiere messinese Giuseppe Arena sarà tra i protagonisti della seconda edizione di “Scirubetta”, il Festival del Gelato Artigianale che si svolgerà a Reggio Calabria dal 14 al 17 settembre.

Arena – che lo scorso anno ha conquistato il secondo posto con il gusto Trionfo di agrumi – ritorna a Reggio Calabria con la voglia di vincere. A Scirubetta proporrà “Profumi di Sicilia”, un Sorbetto di mandarino e mandorla di Avola. “La scelta della migliore materia prima siciliana– ha affermato Giuseppe Arena – farà la differenza anche in questa gara. Il fresco dessert, in cui ho bilanciato perfettamente mandarino e mandorla affinchè un sapore non prevalga sull’altro, – ha spiegato ancora il gelatiere- regala un’esperienza sensoriale incredibile. I profumi del mandarino si sprigionano e arrivano al naso prima ancora che alla bocca ed è un’esaltazione dei sensi”.

Granita Spisidda al bergamotto con peperoncino e zenzero

Cresciuto con l’amore per la gelateria, Giuseppe Arena – che all’età di sette anni ha preparato la sua prima granita con l’aiuto del nonno e del padre – dopo aver lavorato tanti anni nella gelateria di famiglia, nel 2011 ha aperto il Bar Export nel centro di Messina, insieme alla moglie Rosaria. Una passione, quella per il gelato e le granite, tanto forte da spingerlo a migliorarsi sempre di più, frequentando corsi di perfezionamento con il maestro Caviezel. Nel giugno 2019 Arena ha coronato un altro sogno ed inaugurato la sua seconda gelateria, questa volta nel villaggio messinese di Ganzirri, un luogo a cui è legato sin da bambino. Qui, continua a sperimentare nuove specialità e abbinamenti. Tra i più apprezzati dell’estate 2019 la granita con bergamotto calabrese, zenzero e peperoncino.

Giuseppe Arena

Forte della sua lunga esperienza e carico di grande entusiasmo, Arena parteciperà a questa seconda edizione, puntando a conquistare il favore del pubblico di Scirubetta. L’appuntamento è a Reggio Calabria, che per l’occasione si trasformerà in un vero e proprio villaggio del gusto. Non sarà semplice perché in questa seconda edizione saranno 40 i maestri gelatieri in gara. Il gusto che risulterà essere quello più apprezzato dal pubblico e che riceverà più gettoni sarà il vincitore del Festival del Gelato Artigianale di Reggio Calabria. Una giuria composta da esperti del settore decreterà invece il vincitore del “Premio Qualità”.

Cinzia Fumagalli è la nuova mattatrice di La Prova del Cuoco, su RaiUno

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cinzia bnCinzia Fumagalli, eclettica ed imprevedibile lady chef di lungo corso, già vincitrice di Top Chef Italia e con i suoi oltre 35 anni di carriera sulle spalle, approda a RaiUno.

Sarà la chef lecchese infatti la mattatrice di questa edizione di La Prova del Cuoco, il fortunato format di RaiUno, per la conduzione di Elisa Isoardi, a partire dal prossimo lunedì 9 settembre .

Cinzia in redazione alla prova del cuoco

La Fumagalli, ,già da più parti definita “la Mara Maionchi dei fornelli” proprio per la sua incredibile verve, affiancherà Claudio Lippi per tutta la stagione: non mancheranno di certo momenti di grande ilarità. Nulla di studiato, nulla “come da copione”: Cinzia Fumagalli è così, una valanga di allegria . Di sicuro una folata di buonumore e di atmosfere leggere pervaderanno lo studio de La Prova del Cuoco che, dopo molti anni di conduzione da parte di Antonella Clerici, ha fatto registrare qualche calo – probabilmente anche fisiologico e di assestamento – dopo l’avvento della Isoardi.

cinzia champagne

Mi divertirò, come sempre” – ha commentato la chef fuoriclasse – ” ma sempre con impegno, con dedizione e con estrema creatività. La mia casa sarà Roma, e direi che non è affatto male! Magari mi stancherò ma senza neanche accorgermene perchè il segreto è proprio questo: amare ciò che si fa al punto da poterlo fare senza sosta e divertendosi sempre! “.

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Cinzia Fumagalli non lesinerà consigli e sorprese ma neanche  ilarità : ” La squadra è adorabile – dice la chef – e sono certa che saremo tutti molto affiatati. Sono emozionata, felice ma, soprattutto, carica a mille“.

E, conoscendola, la sua “carica a mille” sarà argento vivo, fulmicotone.

Non ci resta che seguirla  a partire da lunedì su RaiUno a La Prova del Cuoco.

Alessandra Verzera

Dalmazia: un pezzo di Croazia a due passi dall’Italia

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Spalato, in Croato Split,  è una graziosa città bagnata dal Mar Adriatico, meta turistica adatta a qualsiasi fascia d’età e a qualsiasi tipologia di viaggio: a Spalato infatti, così come nel resto della Dalmazia, avrete la possibilità di assaporare cibi che rievocano il gusto Mediterraneo ma anche di conoscere pietanze tipiche croate e delle zone limitrofe, in un melting pot di profumi e sapori. Ma non solo: potrete trascorrere lunghissime giornate nelle fresche acque cristalline, organizzando una giornata di kite surf o di snorkeling.

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Potrete visitare musei e interessanti attrattive turistiche, come il Palazzo di Diocleziano, sito dell’UNESCO e il Peristilio o godervi la nightlife spalatina, che mette a disposizione vari tipi di locali: dai disco pub alle discoteche, tipicamente caratterizzati da begli arredamenti e brillanti luci led. Se, invece, siete delle persone che amano la musica EDM o, più semplicemente, musica elettronica, allora sarete ben felici di venire a conoscenza del fatto che Spalato, dal 2013, ospita uno dei più famosi ed importanti festival a livello mondiale: l’Ultra Europe Music Festival.

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Per gli amanti della natura, invece, è d’obbligo visitare la Blue Cave, il Marjan Forest Park, le cascate di Krka e il parco nazionale Plitvice, quest’ultimo un po’ più distante.

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Oltre alla bellezza del mare e dei parchi, ciò che affascina immediatamente chi visita questa città, e la osserva con attenzione, è sicuramente l’architettura. Spalato è infatti caratterizzata da un connubio di architettura antica: gotica, medievale, rinascimentale, barocca e moderna.
Il centro è formato da vicoli e vicoletti nei quali si ergono piccoli edifici di circa tre o quattro piani, costruiti in pietra chiara  e coperti da tegole di colore arancio. Camminando per questi vicoli, anche a tarda notte, si ha sempre una sensazione di estrema tranquillitàRisultati immagini per centro storico spalatoArrivando dall’aeroporto al centro con il pullman, si arriva a Splitska Riva, anche nota come la “promenade”, dove avrete l’imbarazzo della scelta tra locali, bar e ristorantini. Il tutto, naturalmente, rigorosamente vista mare, palme e yacht. A Riva avrete anche la possibilità di osservare alcune bancarelle con prodotti tipici dell’artigianato locale o di prenotare dei tour guidati negli appositi stand.

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Marmontova Ulica è la principale strada pedonale del centro, costituita da tabacchi, punti di cambio valuta , fast food e negozi come Zara o Bershka, catene presenti un po’ in tutta Europa e particolarmente gradite ai giovanissimi. Inoltre, vi è anche un mercato del pesce, molto affollato durante la mattina.

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La Croazia è rinomata per il suo pescato, e alcuni tra i migliori ricci di mare provengono proprio dal suo mare.
Se intorno a mezzanotte notate la strada bagnata state tranquilli, non ha piovuto. Il centro viene regolarmente pulito dai dipendenti del Comune  nelle ore più fresche, e quindi a tarda sera. L’estrema pulizia infatti è uno dei fiori all’occhiello di questa città.

Tornando a parlare di cibo, a Spalato difficilmente rimarrete a stomaco vuoto. Avrete la possibilità di assaggiare di tutto, dall’ottimo pesce fresco, ai panini “fai da te” di Rizzo o Popaj, ai Cevapcici (o Cevapi): rotolini di carne trita, serviti spesso con cipolle tritate, che però sono originari della Bosnia.

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I croati adorano il Borek: piatto tipico turco, che altro non è che pasta sfoglia sottile farcita con formaggio, carne macinata o spinaci. Chiaramente la ricetta, come anche il nome, varia, anche se leggermente, di paese in paese.

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Un’altra cosa che noterete molto spesso tra le vie di Spalato sono la loro versione dei panifici che, sin dalle prime luci dell’alba, preparano tutto il necessario dalla colazione al brunch, inebriando le strade con profumi deliziosi. Uno tra questi è Bobis, che oltre alla pasticceria, offre un’ampia scelta anche di pizze e wrap.


Prokurativa (Piazza della Repubblica) è la piazza principale di Spalato, che richiama architetture rinascimentali tipicamente italiane. Qui potrete pranzare o cenare nei vari ristoranti presenti ammirando i bellissimi colori di questo edificio e, naturalmente, il mare.
Infine, altre località che si consiglia di andare a visitare per mare, cibo e divertimento sono Hvar, l’isola di Bol, l’isola di Pag, l’isola di Solta e Dubrovnik, che sono facilmente raggiungibili con traghetti o pullman (Dubrovnik).

Scheda: 

Stato : Croazia

Abitanti: Croati ( 4.400.000 circa)

Capitale : Zagreb ( Zagabria)

Forma di Governo: Repubblica Parlamentare, stato membro UE

Lingua ufficiale: Croato.

Lingua regione istriana: Bilinguismo Croato e Italiano.

Moneta ufficiale: Kuna croata

Festa Nazionale: 25 giugno ( data dell’indipendenza, conseguita nel 1991), 8 ottobre ( data dell’indipendenza dalla Iugoslavia del 1991)

 

Kelly Larkin

 

Disclaimer: una parte delle foto utilizzate in questo articolo è tratta dal web.

Qui c’è campo: prodotti a km zero a Cernobbio

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Assaggi d’autunno – in occasione della Festa del Borgo – è il secondo appuntamento di Qui c’è campo, il progetto nato per rendere Cernobbio il centro di riferimento di un’agricoltura moderna che stimoli la nascita e lo sviluppo di nuove attività e la creazione di una filiera agricola.

I temi su cui ci si focalizzerà nella due giorni di settembre sono: i prodotti a chilometro zero, l’agricoltura biologica e sostenibile; il paesaggio montano e collinare, il lago, la città dalla forte vocazione turistica.

Assaggi d’autunno – organizzato dal Comune di Cernobbio con la collaborazione di Fondazione Minoprio, Slow Food condotta di Como, Coldiretti Como Lecco, Società Ortofloricola Comense e altre associazioni del territorio – sarà quindi una iniziativa mirata in particolare alla cultura del cibo locale e dei suoi produttori.

IL PROGRAMMA

Sabato 21 settembre
Con la collaborazione di Slow Food condotta di Como – verrà proposto il “Knowledge caffè” che prevede di arredare spazi definiti con tavoli e sedie, per trasformarli in ambienti culturali partecipati sui temi dell’enogastronomia locale. In ogni spazio (in totale saranno 5 spazi) si terrà un incontro sulla cultura del cibo con produttori, trasformatori di cibo, cuochi, scrittori, giornalisti a cui sarà associata una degustazione “partecipata” con il pubblico.Lagotto romagnolo_tartufai lariani

La prima tappa del “Knowledge caffè”, “Olio: gusti, virtù e valori” organizzata con l’associazione Olivicoltori del Basso Lario, inizierà alle 11 al Centro Civico di Piazza S. Stefano – Polo culturale per il verde del Comune di Cernobbio. E’ importantissimo saper riconoscere un olio di qualità sia per non cadere nelle contraffazioni e imitazioni che purtroppo costellano il settore, sia per esaltare il gusto dei piatti a cui lo si abbina, infine, per essere consapevoli delle straordinarie virtù “farmaceutiche” dell’olio extravergine di qualità. Protagonista dell’incontro sarà Maurizio Saggion, Sommelier dell’olio che condurrà una degustazione di olio (saranno degustate tre tipologie di olio extra vergine d’oliva) e parlerà di alcune storie dal suo libro “Il Raccolto dei racconti – Storie di olivi, olive e olio extravergine d’oliva” .

Alle 12.30, sempre presso il Centro Civico di Piazza S. Stefano, “In cucina con i prodotti lariani” con l’Agrichef Giulia Di Scanno che preparerà un menu con prodotti lariani di Campagna Amica, spiegandolo ai partecipanti e rispondendo alle loro curiosità. Seguirà la degustazione dei piatti preparati. A cura di Coldiretti Como Lecco.

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La seconda tappa del “Knowledge caffè”, in collaborazione con la Società Ortofloricola Comense, si terrà dalle 15 alle 17 nello spazio del Galoppatoio di Villa Erba e sarà una “Caccia al tartufo del Lago di Como” organizzata con l’Associazione Tartufai Lariani che faranno dimostrazioni di ricerca del ‘tartufo nero’ del Lago di Como, con i loro cani di razza Lagotto romagnolo mostreranno come si scoprono e raccolgono questi preziosi tuberi. Si assaggerà anche il tartufo nero, degustato con crostini di pane accompagnati da una speciale crema di tartufo nero e da un bicchiere di vino.

La terza tappa del “Knowledge caffè” sarà alle 17 in via Cinque Giornate 59 a Le Specialità Lariane Gourmet con una degustazione tra innovazione e tradizione del “Pesciolino da passeggio”, insieme a un boccone di trota affumicata a freddo, alle polpettine di pesce e verdura e il tutto accompagnato da RosèLario di Cantine Angelinetta (Domaso). Il Pesciolino da passeggio è una novità oltre che una provocazione: viene infatti utilizzata la lisca di pesce di lago (Agone e Lavarello) come fosse una “chips”, una patatina: assolutamente da provare.

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Le Specialità Lariane è un’azienda a conduzione familiare, nata sulle sponde del Lago di Como nel 1985 e specializzata nella trasformazione del pesce di lago.

La quarta tappa del “Knowledge caffè” sarà alle 18 nel Centro storico di Cernobbio, dove si parlerà di Local Food con il giovane e talentuoso chef Davide Caranchini del ristorante Materia di Cernobbio, che nel 2018 ha conquistato una stella Michelin. Caranchini realizzerà e presenterà per l’occasione “Trota sott’aceto, rafano e bacche di cipresso”, una ricetta di sua creazione cucinata con erbe e aromi del territorio. Interviene Lucia Papponi.

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Quinta e ultima tappa del “Knowledge caffè” alle 19.30 a Villa Bernasconi con “Vini in Villa”, in occasione dell’apertura straordinaria di Villa Bernasconi per le Giornate europee del patrimonio 2019. Guidati dal Sommelier Matteo Longhi si degusteranno due vini del territorio in un percorso emozionale che la moderna enologia locale può offrirci attraversando il Lago fino alle Colline della Brianza.

Dalle 21 in poi, nei ristoranti di Cernobbio che aderiranno al progetto, sarà possibile gustare il menu “Qui c’è campo” coi prodotti lariani di Campagna Amica.

Domenica 22 settembre

Riva di Cernobbio, Piazza Risorgimento

Per tutta la giornata si svolgerà l’edizione straordinaria dell’AgriMercato di Campagna Amica a cura di Coldiretti Como Lecco, con laboratori a cura da Coldiretti Giovani Impresa e Donne Impresa, incontri per i più piccoli e una ‘caccia al tesoro’ dedicata al tema dell’orto, del giardino e delle loro specialità.

 

 

Degustando: dieci chef a Genova uniti per beneficenza

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Degustando, lo streetfood gastronomico firmato da grandi Chef che ha fatto registrare il tutto esaurito nelle passate edizioni, ha tagliato ieri l’ennesimo  a Genova, presso Piazza delle Feste del Porto Antico di Genova, all’interno della manifestazione Street Food Fest, a ingresso gratuito tutti i giorni fino al 7 Settembre.

Sotto il cielo stellato, tra il firmamento della cucina nazionale e lo sguardo rivolto al mare, Degustando sarà un lungo un percorso gastronomico in 10 piatti firmati dagli Chef, accompagnati dalle eccellenze dei produttori locali e dai migliori vini del territorio, per supportare un progetto dedicato alle persone senza fissa dimora.

Tutto il ricavato dell’evento andrà in favore della comunità di Sant’Egidio, fondata a Roma nel 1968, presente a Genova da oltre 40 anni: un movimento internazionale di laici presente in più di 70 paesi nel mondo; l’organizzazione si occupa dell’accoglienza e della cura delle persone senza fissa dimora. L’obiettivo sarà partecipare alla raccolta dei fondi per la costruzione di una nuova struttura fornita di docce e lavanderia, a seguito della recente chiusura del diurno cittadino.

L’evento è organizzato in occasione e in collaborazione con lo SFF // Street Food Fest 2019 – 28 Agosto 7 Settembre – Porto Antico e lo store genovese di Eataly.

Gli Chef coinvolti:

1- Marco Visciola – Ristorante IL MARIN [Genova]

2- Eugenio Jacques Christiaan Boer – Bu:r di Eugenio Boer [Milano]

3- Ivano Ricchebono Chef – The Cook al Cavo (1 stella Michelin)
[Genova]

4- Fabrizio Tesse + Marco Sforza – Ristorante Carignano (1 stella Michelin) [Torino]

5- Federico Ferrari – MirePuà food lab al Cascinone [ Acqui Terme, Asti ]

6- Ugo Vairo – Il Gallo Della Checca Ristorante In Ranzo [Imperia]

7- Marcello Trentini – Magorabin ( 1 stella Michelin) [Torino ]

8- Ezio Gritti – Polisena “L’altro Agriturismo” [ Bergamo ]

9- Fabrizio Ferrari

10- Andrea Monesi – Locanda di Orta ( 1 stella Michelin) [Orta San Giulio, Novara]

 

 

Foto di copertina: Marcello Trentini

 

La Piazza del Gelato di Cheese: tra dolce e salato, ce n’è di tutti i gusti

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Nata da un’idea di Slow Food e Alberto Marchetti, è realizzata in collaborazione con Inalpi, official partner dell’area, ed è il posto giusto dove gustare gelati buoni, puliti e giusti, che partono da ingredienti selezionati con cura, freschi e genuini e di cui tutti possono conoscere l’origine.

Il programma inaugura con un incontro dedicato alle famiglie in cui imparare insieme a conoscere e riconoscere il buon gelato, capire come si dovrebbe fare e assaggiare un prodotto di qualità, cosa non sempre semplice. Si parla poi di burro nel gelato. Cosa c’entra? I gelatieri presenti ne danno un’interpretazione originale declinandolo al dolce e al salato. Non manca anche un appuntamento dedicato alle uova, che arricchiscono le amate creme ma che nascondono un vero universo di possibilità. Spazio poi al gelato del recupero, prodotto con frutti dimenticati, erbe spontanee e perché no, anche croste del formaggio. Il programma si chiude con il gelato gastronomico, dove i piatti più impensati si trasformano in gelati, sorbetti e granite.

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Oltre agli appuntamenti in programma, tutti a ingresso libero, arriva una grande novità: il Milk Bar, dove grazie a Inalpi potrete assaggiare il latte fresco dei pascoli piemontesi e provare a scoprire le differenze.

È inoltre possibile assaggiare alcuni tra i gusti più particolari di Alberto Marchetti: mai provato una coppetta con Robiola di Roccaverano e ramassin della valle Bronda? O Paste di meliga del monregalese, lime e cacao Chontalpa? Per non parlare delle proposte degli ospiti, tra cui l’intrigante pane, burro e marmellata. Gelati buoni due volte, perché tutto il ricavato delle vendite verrà devoluto alla Fondazione Slow Food per la Biodiversità.

A Cheese debutta la block chain di Alberto Marchetti: un sistema interattivo che con un semplice click permette di tracciare la filiera degli ingredienti: quali mucche hanno fornito il latte, da dove arriva la frutta, come è stato trattato lo zucchero e da quale allevamento arrivano le uova. Insomma, le informazioni che tutti vorremmo per essere sicuri di gustare un buon gelato.

Vendemmia in Sicilia: calo del 30% medio e qualità ottima

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Il primo mese di vendemmia per la Doc Sicilia conferma le previsioni iniziali: c’è un calo medio di circa il 30 per cento di quantità di uva raccolta e una qualità che i coltivatori del “vigneto Sicilia” definiscono ottima. I primi vitigni a bacca bianca vendemmiati, dal Pinot Grigio allo Chardonnay, dal Grillo al Lucido, presentano tutti la stessa caratteristica: alla diminuzione del quantitativo corrispondono uve mature e profumate, con un corredo aromatico di prim’ordine.

Foto 1 vendemmia Doc Sicilia 2019 vigne Agrigento

Le stime lasciano prevedere, per la vendemmia 2019, una produzione totale in Sicilia di meno di 4 milioni di ettolitri di vino. Anche i vitigni a bacca nera continuano la loro maturazione grazie alle favorevoli condizioni climatiche.

Il punto sulla vendemmia offre un resoconto omogeneo dalle province dell’isola, dove in molti casi le attività di raccolta sono iniziate ad agosto con una decina di giorni di ritardo rispetto al 2018.

 

Filippo Paladino, vicepresidente della Doc Sicilia, fa il primo bilancio della campagna di raccolta nel Trapanese e nell’Agrigentino: “La vendemmia iniziata con la raccolta del Pinot Grigio registrava una tendenza del 40% di quantità in meno rispetto al 2018. Gli altri vitigni vendemmiati, il Viognier, il Merlot, hanno visto una riduzione del 30-35% come media. Un dato è certo: poiché la vendemmia dura fino ad ottobre, per poter tracciare un bilancio è comunque necessario aspettare che la vendemmia sia terminata. Possiamo dire fin d’ora che il ritardo di dieci giorni con cui è iniziato la vendemmia per certi aspetti è stato positivo, le piante hanno potuto accumulare sostanze aromatiche e prevediamo vini molto profumati.
Tutto lascia prevedere che il bilancio finale sarà in linea con quanto stiamo registrando finora”.

Foto 2 vendemmia Doc Sicilia 2019 vigne Menfi

Giuseppe Monteleone, presidente della Cantina Birgi di Marsala:
“La qualità delle uve fin qui raccolte è buona, e facciamo riferimento principalmente al Grillo, uno dei vitigni che insieme al Catarratto e all’Inzolia rappresentano il 70 per cento della nostra produzione. Il calo del raccolto sarà complessivamente del 30 per cento, ma le vigne sono in ottime condizioni dato che il clima freddo tra aprile e maggio ha consentito di evitare il rischio che le vigne fossero colpite da malattie. Le nostre vigne si estendono dalla zona costiera tra la Riserva dello Stagnone di Marsala a Marausa, fino al comprensorio interno della diga Rubino, e ovunque le condizioni sono nella norma. Dalle prime verifiche anche le uve di Nero d’Avola stanno maturando molto bene”.

Filippo Buttafuoco, agronomo di Cantine Settesoli:
Abbiamo una qualità eccellente delle uve, e un calo quantitativo che ancora non possiamo concretizzare ma che potrebbe variare dal 10 al 25 per cento. I nostri vigneti sono nella zona di Menfi e hanno caratteristiche molto differenti: ci sono vigne coltivate in riva al mare e su colline a 400 metri di altezza, 32 cultivar diverse, cinque tipi di suoli differenti con modalità di irrigazione che variano. Ecco perché potremo tirare un bilancio sulla resa quantitativa solo a fine vendemmia. Il clima è stato favorevole e ciò non favorisce lo sviluppo di eventuali malattie. In più sappiamo che i nostri viticoltori coltivano le vigne con grande attenzione per conferire solo uva sana e non correre il rischio di vedersi declassato il prodotto con una conseguente remunerazione inferiore”.

Foto 3 vendemmia Doc Sicilia 2019 vigne Menfi

Giovanni Greco, presidente di CVA, Viticultori Associati Canicattì:
Anche nell’agrigentino e nel nisseno la vendemmia è stata avviata con il ritardo di una decina di giorni registrato in altre parti dell’isola. In vigna c’è meno uva – il calo prevedibile è del 15-20% per i 350 soci con vigneti principalmente ad Agrigento, Campobello di Licata, Naro, Castrofilippo- ma la qualità è davvero eccelsa. Ho visto tante vendemmie, ma questa del 2019 si presenta con tutti i crismi e le giuste premesse. Le uve hanno una buona acidità e il grado zuccherino è quello necessario per ottimi bianchi. Anche le uve rosse, se le temperature si manterranno in buone condizioni, daranno ottimi risultati”.

Gian Marco Iannello, azienda Occhipinti di Vittoria:
“L’annata si preannuncia con una qualità in linea rispetto alle precedenti e uve in ottima salute. Qui nel Ragusano i tempi di maturazione delle piante sono regolari: intorno al 10 settembre è previsto come ogni anno l’inizio della raccolta delle uve bianche di Moscato e Albanello, mentre per le uve rosse di Frappato e Nero d’Avola, che compongono il restante 80 per cento dei nostri vigneti, l’inizio della raccolta è previsto intorno al 20 settembre”.

Foto 5 vendemmia Doc Sicilia 2019 vigne provincia di Palermo

Vito Rappa, agronomo azienda LiberaTerra:
Abbiamo terreni in diverse zone della Sicilia occidentale e molti sono concentrati nell’alto Belice, tra Corleone, San Giuseppe Jato, Monreale, e fino al Trapanese. Nei diversi vigneti c’è una grande difformità nella maturazione delle uve, con una qualità migliore rispetto allo scorso anno. Le uve sono sane e la maturazione ha un po’ risentito del passaggio repentino dalle temperature fredde e dal clima piovoso di primavera al caldo degli ultimi due mesi. Le piogge di questi ultimi giorni non hanno provocato scompensi. Le rese del Grillo, il vitigno che abbiamo già vendemmiato, parlano di un calo del 20 per cento rispetto allo scorso anno”.

Ruggero Vasari, azienda Vasari, Santa Lucia del Mela, Messina:
Quest’estate calda e asciutta ci consegna uve sanissime. Siamo un’azienda biologica di Santa Lucia del Mela, nel Messinese, sono stati necessari pochi interventi per prevenire eventuali malattie come la peronospera: dal punto di vista sanitario, quindi, le uve sono ottime. La resa quantitativa è buona, anche in relazione ai vigneti più vecchi che sono in produzione da decenni Insomma bilancio positivo”.

 

La Doc Sicilia inizia la vendemmia: condizioni climatiche favorevoli per un raccolto di qualità

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“Una vendemmia che inizia con un ritardo medio di 8-10 giorni rispetto allo scorso anno, con condizioni che variano poco da provincia a provincia e che lasciano prevedere un raccolto di quantità inferiore ma di ottima qualità. Il nostro principio è che è preferibile fare un buon vino che produrre troppo a scapito della qualità”: Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia, fa il punto sull’avvio della campagna di raccolta delle uve nell’isola. Una primavera fredda e piovosa su tutta la Sicilia ha fatto slittare il momento in cui i 7.500 viticoltori della denominazione Doc Sicilia – con oltre 20 mila ettari di vigneti rivendicati – hanno iniziato la raccolta delle uve. Da Trapani a Caltanissetta, da Palermo alle zone di Agrigento e Ragusa fino al Messinese, la vendemmia ha avuto inizio lunedì 5.

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Nel 2018 la Sicilia ha prodotto 4,4 milioni di ettolitri di vino e la stima del 2019 si colloca nella forbice tra 4,3 e 4,6 milioni di ettolitri” spiega il presidente Rallo. “Siamo sotto i 5 milioni di ettolitri di media degli ultimi anni.”.

Ecco il punto di viticoltori e produttori del “continente viticolo siciliano” della Doc Sicilia.

Filippo Paladino, vicepresidente della Doc Sicilia:

La qualità delle uve è ottima, e le previsioni meteo attuali ci consentono di essere ottimisti. Presumiamo di chiudere la vendemmia – che nei nostri vigneti in provincia di Trapani, Palermo, Agrigento e Caltanissetta dura fino ad ottobre – con un leggero calo medio della produzione rispetto ad una annata normale. Ciò a causa delle condizioni climatiche registrate nel periodo della fioritura della vigna. Qualitativamente quindi sarà una buona annata: il primo test sulle uve Pinot grigio ci dice che le uve hanno tutte le caratteristiche per ottenere buoni vini”.

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Gaspare Baiata, del cda della Doc Sicilia:

Prevediamo un raccolto di ottima qualità nei vigneti in provincia di Trapani, con un calo della quantità a causa dei forti venti e delle piogge cadute durante la fioritura delle piante che hanno colpito le infiorescenze diminuendo il numero degli acini. Le nostre cantine puntano sulla produzione di vini di qualità, quindi non riteniamo una cosa negativa un diradamento naturale della produzione. Le uve di Grillo sono abbondanti e di buona qualità, il Nero d’Avola è su standard soddisfacenti”.

Damiano Fici, del cda della Doc Sicilia:

I nostri vigneti sono in massima parte in provincia di Trapani, abbiamo soci che coltivano anche nell’Agrigentino e nel Palermitano. Anche noi abbiamo iniziato la vendemmia del Pinot Grigio con uno slittamento di una settimana rispetto allo scorso anno. Il monitoraggio delle uve ci offre un panorama di buona qualità con un calo di circa il 20 per cento di quantità. Stime che per noi sono positive”.

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Filippo Buttafuoco, agronomo:

Nella zona di Menfi la vendemmia è iniziata lunedì 5 agosto con il Pinot Grigio. Abbiamo avuto uno slittamento di dieci giorni rispetto allo scorso anno. Un ritardo che però – se le condizioni meteo non subiranno cambi repentini- ci consegnerà una vendemmia ottima: le piante hanno una parete fogliare rigogliosa, e questo aiuta la maturazione e la qualità delle uve. Nei vigneti della nostra azienda, tra Menfi e Santa Margherita Belice, abbiamo 32 varietà di cultivar: ovunque la situazione è positiva. Prevediamo un lieve calo della quantità per via delle basse temperature registrate negli ultimi mesi. Ma le piante sono verdi, non hanno subìto stress idrici, e lasciano prevedere un bilancio finale ad ottobre di grande qualità”.

Salvatore Vitale, del cda della Doc Sicilia:

Qui nel Nisseno abbiamo avuto condizioni climatiche buone e l’uva ha avuto uno sviluppo perfetto. Non ci sono preoccupazioni particolari e prevediamo un raccolto in linea con la precedente vendemmia che è stata ottima, specie per le uve rosse”.

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Francesco Cucurullo, titolare di un’azienda in provincia di Caltanissetta: “Prevediamo una buona vendemmia. I sopralluoghi nelle nostre vigne del Nisseno ci consentono di dire che c’è un ritardo di dieci giorni per l’inizio della raccolta e che dal punto di vista fitosanitario le piante sono in perfetta salute. Alcune uve bianche hanno avuto una maturazione precoce. Per i rossi, in particolar modo il Nero d’Avola, è tutto nella norma. Il caldo di questi ultimi giorni non ha portato particolari conseguenze alle vigne, anche perché, nelle colline del Nisseno, l’escursione termica è forte e ciò aiuta le piante a crescere rigogliose e in salute. Prevediamo una buona qualità delle uve e un decremento di quantità tra il 10 e il 20 per cento delle uve rosse rispetto alla media. Il bilancio, ovviamente, dipenderà dalle condizioni climatiche delle prossime tre settimane. Ma le previsioni sono incoraggianti“.

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Nino Di Marco, titolare di azienda nel Siracusano:

Nel Siracusano registriamo una settimana di ritardo sulla maturazione delle uve rosse: è una tempistica che si accompagna ad una qualità eccellente dei grappoli. Prevediamo un lieve aumento della produzione, e questo credo varrà anche per la vendemmia delle uve bianche che inizierà la prossima settimana”.

 

Foto d’archivio.