Le arance e quello che abbiamo visto…

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1954

arance…….SE LO DO’ ALL’UOMO NERO SE LO TIENE UN ANNO INTERO.…… era una cantilena di mia nonna, ……..”LO DICO ALL’UOMO NERO SE LO FAI ANCORA” era un monito di mia madre. Poi su Palermo gli inverni vennero ogni anno, mia nonna morì, ma le arance ad ottobre cominciarono a biondeggiare come sempre.

Le cassette erano di legno scuro e sottile, e le arance dentro le cassette erano rossissime, il cassone del camion era sporco, ed era sporca la saracinesca del negozio, ma la grandezza ed il colore delle arance coprivano tutto.
– “Dobbiamo fottere quelle di sopra “dissi a Piero –
– “le migliori le impostano tutte sopra” –
Piero annuì e dai suoi calzoni corti usci un sacchetto.
Da sopra il camion guardai in giro e non c’era nessuno.
Le arance erano rosse e le foglie erano verdi e cominciarono a scivolare tra le mie mani e i piccoli rami con le foglie interrompevano di tanto in tanto la loro rotondità.
Poi sentii una voce
aranceMinchia scappa , u patruni (Il padrone) “.
Ma il fruttivendolo con i baffi mi era già dietro, il vicolo era avanti, ed anche la cabina alta del camion mi era davanti. Tentai di saltarla senza lasciare il sacchetto con le arance , ma sbattei alla macchina che vi era poco dopo e lui mi fu addosso subito.
Poi lui mi guardò e disse
– “Ora ci penso io per te” –
e la sua mano sul mio maglione mi disse che non potevo scappare, ed il pomeriggio mi disse che in qualche punto avrei avuto presto male.
Ma “l’uomo nero” venne e sbucò da Via delle Mimose, era un uomo di colore di circa quarant’anni, lo chiamavano “Platini” perché’ aveva i capelli ricci e sapeva giocare a calcio. Gli gridò qualcosa , il fruttivendolo si irritò e allentò la presa dal mio petto dirigendosi verso di lui.
distretto arance rosseCapii che potevo scappare e le mie gambe lo capirono e la strada mi aiutò. Poi la sicurezza di un vicolo e il fiatone sul gradino di un portone mi fecero capire che l’uomo nero non faceva paura e che mia madre ,oltre al pane con l’olio d’oliva, mi dava a mangiare ogni pomeriggio la mia giusta dose di paura e che mia nonna era morta triste e che la paura non faceva più paura.
Ne ho viste di cose, e ne abbiamo viste!
Pur tuttavia, molte volte nella nostra vita i nostri passi sono stati guidati da questa misteriosa compagna che è la paura. Ce la siamo procurata per pochi spiccioli, e gli altri ci aiutano spesso volentieri facendoci prigionieri, ammazzando spesso i nostri desideri più belli.
aranceto

Ci hanno dato un ciuccio quando volevamo magari gridare di gioia, dieci gocce per dormire, un cavallo a dondolo per cavalcare da fermi, due mani giunte per la prima comunione, una stanza da letto orientata a nord, una carta bollata pronta all’uso pur di farci dimenticare della nostra pelle, un coltello lungo e parole per ammazzare gli uomini fuori dagli schemi.
Su tutti i tetti della città il mattino viene calmo , gli uomini mangiano tre pasti al giorno, l’amore di qualunque forma esso sia spesso latita.(ma qualche volta no)
Ne abbiamo viste di cose…

Filippo Arcilesi

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