Un racconto comico e ironico che unifica le teorie della scena popolare e la cultura dei suoi piatti perché…”il cibo è cultura commestibile “. E’ questo “Pepe e Sale”, sintesi dal titolo originario “Pepe, sale e un po’ d’aceto per un cunto culinario”, in scena alle 21.30 di oggi all’Atelier del Teatro Montevergini, nel cuore del centro storico palermitano.
Una scrittura scenica, anche profondamente antropologica, di un rito collettivo che unifica le teorie della scena popolare con la sua cucina. Dinanzi a fornelli, pentole, casseruole, ingredienti, odori, erbe e spezie di ogni genere, l’attore Paride Benassai – improbabile cuoco – sciorina il suo “cunto” in una cucina improvvisata, simbolo di un rito comune che unisce le tavole del palcoscenico alla tavola dei commensali. Così come le prime accolgono i personaggi del dramma della commedia e della farsa, quella “imbandita” si trasforma nella scena naturale pronta ad accogliere la recita degli eventuali banchettanti. Il cibo e le pietanze divengono, dunque, le parole del drammaturgo, le voci indispensabili prima che si apra il sipario della rappresentazione della vita, nella suggestiva ipotesi che il teatro è anche gusto e olfatto e, come il cibo, arte che necessita di curiosità, disponibilità e gioia.
“In questa edizione ho scelto di stare in scena da solo. Non ci saranno i miei compagni musicisti di sempre, Marcello Mandreucci e la Palermitana Scenica (Teresa Di Lorenzo, Ivan Cammarata, Salvo Testa e Luna Benassai) – spiega lo stesso attore e regista palermitano – perché ho voluto privilegiare la storia e il racconto, la voglia di mettermi in gioco in una nuova prova. Per me è un omaggio, con tanto di cappello (ovviamente da cuoco) a tutto quello straordinario Teatro di Palermo al quale appartengo da più di trentacinque anni, così come ai suoi singolari interpreti che hanno scritto pagine indimenticabili per questa città. Tre, in modo particolare, i memorabili artisti, ormai da tempo scomparsi, come Giovanni Alamia, Vincent Schiavelli e Giorgio Li Bassi, che voglio ricordare in quanto con loro ho condiviso esperienze uniche, legate proprio al cibo e alla cucina della nostra terra”.
“Pepe e Sale“ ha appena concluso una tournèe sorprendente in tutta la Sicilia, rappresentato nelle più prestigiose cantine vinicole delle nove provincie dell’isola. Veramente unanime in ogni luogo il consenso di un pubblico che ha dimostrato di apprezzare il divertente viaggio di questo spassoso gourmet nelle viscere di una Palermo che non c’è più, per raccontare un tratto della nostra identità popolare, mentre il globalizzato mondo di oggi scorre appena a qualche metro di distanza. Una ricetta veramente inedita, realizzata nell’amalgama di vino, cibo e parole, eterna metafora del “patruni e del sutta” che tanto somiglia alla vita reale.
Il ritratto scenico offerto da Paride Benassai suona in tutta l’antica e raffinata cultura, in un gustoso saporitore, incrocio di linguaggi espressivi, giungendo alla fine con la pietanza sempre bella cotta e mangiata. Solo così lo spettatore ha l’impressione di aver assistito alla ricomposizione di un mosaico, nel quale ogni tessera diventa una piccola scaglia di verità, il frammento di una storia che non si finisce mai di raccontare. Resta, dunque, veramente poco da aggiungere se non….BUON APPETITO.
Gilda Sciortino
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