CIRCUITO DI BACCO: BISOGNA PUNTARE ALL’OFFERTA TURISTICA DI QUALITA’

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bacco 1Due giorni di intense emozioni, per riflettere su cosa si sta offrendo oggi al turista che cerca sempre più un’offerta di qualità, soprattutto quando si parla di enoturismo abbinato alla possibilità di scoprire l’arte, la cucina e le bellezze naturali della nostra Isola, andando concretamente alla scoperta del mondo del vino.

E’ quanto ha proposto il Circuito di Bacco, concludendo in tal modo la quarta edizione di un festival itinerante nelle cantine siciliane, promosso in collaborazione con l’Assessorato regionale del Turismo e l’Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia.

“si parla di turismo del vino – afferma l’avvocato Filippo Nasca, dirigente del Servizio turistico regionale di Palermo dell’Assessorato regionale al Turismo – ci si riferisce a un tema affascinante di cui trattare perché il vino fa parte della storia millenaria della nostra regione.  C’è, poi, una serie di forze in campo che vogliono essere e stare in quella che è una competizione economica importante in campo nazionale e internazionale. Questo é anche il senso del Circuito di Bacco, che in questi anni ha rappresentato per la nostra regione una tappa importante di un settore in grande crescita. L’IRVOS, poi, da tempo sta portando avanti un’attività meritoria, contribuendo a rendere il turismo parte fondamentale di quel circuito territoriale che guarda sempre di più alle sue eccellenze”.

Eccellenze, di cui si può senza dubbio vantare il Circuito di Bacco, che quest’anno ha riconfermato il successo di un festival capace di proporre una serie di eventi che raccontino i luoghi, la tradizione gastronomica e del grande vino, patrimonio inestimabile messaggero di sicilianità nel mondo. Un percorso che, attraverso la cucina, il teatro, la musica e la danza, ha animato per buona parte dell’estate 22 tra le più belle e significative cantine di Sicilia (4 erano quelle della prima edizione, 9 della seconda, 19 della terza),  ospitando anche produzioni teatrali veramente uniche, il cui tema è stato, appunto, il vino e il cibo: Paride Benassai con “Sale, Pepe e un po’ di Aceto per un Cunto Culinario”, esercizi teatrali per un pranzo ben servito: atto unico brillante dello stesso artista, in scena con il musicista Marcello Mandreucci e la Palermitana Scenica (laboratorio permanente di giovani attori palermitani, creato nel 2010 da Benassai); Marcello Mandreucci con “Davanti a un Fiasco di Vin”, straordinaria produzione musicale che si avvale del contributo di artisti eccezionali quali Rita Collura con il suo sax, Valeria Milazzo e Marcella Nigro (le voci), lo stesso Mandreucci nelle vesti di “Bacco”, Rosario Vella nei panni di “Alceo”.

“Questa due giorni – spiega Orlando Biglieri, il sempre energico e frizzante direttore artistico della manifestazione – costituisce l’evento finale della quarta edizione, come negli altri anni capace di parlare di turismo del vino in maniera del tutto diversa dal solito, rivolta a chi conosce e ama il vino, il cibo, il gusto, l’arte e la musica, trovando e proponendo nel contempo nuovi e inediti palcoscenici. Abbiamo cominciato 4 anni fa in sordina, oggi collaboriamo con 22 cantine siciliane, tra l’altro con un pubblico di eccellenza ormai pronto a seguirci a occhi chiusi. In circa 2 mesi, dal 29 giugno al 15 agosto scorsi, abbiamo stappato 1.500 bottiglie, dando modo alle cantine di farsi conoscere attraverso le loro prestigiose etichette, ma anche per i più tradizionale piatti della tradizione gastronomica locale. E’ stato qualcosa di straordinario, reso possibile anche dalla presenza di artisti come Benassai e Mandreucci che, per questa occasione, hanno prodotto due spettacoli eccezionali. Un format veramente fortunato, quello dell’edizione 2012, che ci fa credere che possa essere riproposto il prossimo anno ancora più  ricco e di qualità”.

Importante la tavola rotonda che ha aperto l’ultima tappa del Circuito di Bacco, dando modo agli addetti ai lavori di fare il punto sullo stato delle cose.

“Iniziative del genere – aggiunge il commissario dell’IRVOS, Marcello Caruso, – fanno comprendere che ci può essere crescita del territorio solo se tutti i suoi attori lavorano all’unisono. Non si può, infatti, pensare allo sviluppo senza turismo e agricoltura. Oggi abbiamo cambiato pelle nel modo di intendere l’enoturismo perché l’enoturista è un viaggiatore guidato da un’emozione, che nel vino cerca i suoi valori immateriali. Quando, infatti, gli si chiede cosa evochi in lui la Sicilia, ti risponderà in prima battuta “ il vino”. Un momento di confronto come questo deve interrogarsi su come aggiustare il tiro, consapevoli che la Sicilia è straordinaria proprio per la sua biodiversità. Sta a noi fare in modo di superare le logiche di campanile, cominciando a comunicare e a cercare di farlo bene. Questo, anche perché quel famoso enoturista di cui parlavamo cerca nel web le sue risposte, e attraverso il web vuole sapere come raggiungere i siti da lui desiderati. Dobbiamo renderci conto che solo facendo sistema, solo mettendoci in rete, possiamo superare le tante difficoltà del settore, pronti a collaborare tra di noi per fare promozione a casa nostra, e poi portarla all’esterno”.

E che l’enoturista tipo oggi scelga le sue vacanze attraverso la Rete, ce lo dice proprio il Circuito di Bacco grazie a un’indagine condotta nelle cantine inserite nel calendario 2012 della manifestazione. Scopriamo, così, che si tratta di un italiano, di età compresa tra i 30 e i 50 anni (7 su 10 sono under 50) e internauta. Ama, infatti, pianificare le proprie vacanze sul web, viaggia in coppia o con amici, e cerca sempre un’offerta integrata, che al vino possa abbinare l’arte, la natura, il benessere e la cordialità. Visita, inoltre, le cantine tutto l’anno, quindi non solo durante il periodo estivo, spendendovi fino a 100 euro.

“Dobbiamo fare di più – si inserisce Ornella Laneri, presidente di Confindustria Sicilia del settore Alberghi e Turismo – facendo, però, sempre squadra. L’accoglienza, poi, è un punto fondamentale di cui curarci, perché in questo siamo un po’ indietro. Oggi il turismo in Sicilia incide solo per il 3% del Pil, non è quindi il motore trainante della nostra economia. Il Circuito di Bacco é una realtà meravigliosa che voglio vendere ai miei clienti, anche perché la cultura del vino si sta diffondendo, non essendo più un comparto d’elite. Se vado in America esco da una cantina e trovo la desolazione, in Sicilia ho quanto di più bello la natura ci possa offrire. Perché non valorizzare e credere ancora di più a tutto ciò?”.

E che la comunicazione sia la base fondante di tutto, è convinto anche Vincenzo Fazio, presidente del Movimento Turismo del Vino di Sicilia, per il quale l’esperienza da lui fatta nella provincia di Trapani è significativa. “Gestiamo due Infopoint nel centro storico e al Porto, e so cosa vuol dire far passare determinati messaggi. Si tratta di un comparto, quello del turismo del vino, che ha grandi potenzialità ma anche forti difficoltà. L’enoturista spende, ma vuole conoscere e approfondire per andare oltre. Dobbiamo in qualche modo dare risposta a questo tipo di esigenze”.

Un momento importante, quello offerto a Villa Belmonte agli addetti ai lavori, che però, proprio per capire ancora di più di cosa si stesse parlando, sono stati invitati a vivere un’esperienza diversa dal solito, sicuramente unica, per certi versi elettrizzante: un tour nelle cantine siciliane per conoscere chi del vino ha fatto una scelta di vita. Questo, cavalcando l’onda estiva, durante la quale il Circuito di Bacco ha unito vino e cucina grazie alla nuova sezione “Cucina nelle Cantine”, all’interno della quale gli ospiti hanno potuto rendersi parte attiva, “sporcandosi le mani” per realizzare un piatto tipico dell’antica tradizione locale.

Così, nel pomeriggio di venerdì 30 novembre, ci si è spostati tutti a Marsala, presso il Baglio Donna Franca, il cui padrone di casa, Giacomo Ansaldi, ha accompagnato gli ospiti alla visita della tenuta, raccontando la sua storia e com’è riuscito a trasformare in un’azienda florida, che oggi è uno dei fiori all’occhiello dell’economia marsalese, un bene che era ormai in assoluta decadenza a causa del tempo e delle tante vicissitudini familiari. Inevitabile degustare i tanti prodotti tipici locali, in accompagnamento dei vini della casa, tutti d’eccellenza, tutti sapidi di storia. Altrettanto interessante la visita all’Enoteca Strada del Vino “Terra d’Occidente”, dove gli operatori del settore si sono potuti confrontare sulle tante etichette del territorio, tra cui quelle delle cantine “Caruso & Minini” e “Donnafugata”, come anche sui piatti tipici –  paste fresche, caponate, pane di casa fresco e saporito, torte ripiene di verdure e di  formaggi  – tutti evocanti i sapori perduti della tradizione siciliana. Indimenticabili anche i cannoli e i dolci, appena riempiti di ricotta fresca, quasi fumante. Immancabile, a conclusione dell’intensa e “frizzante” giornata, “Davanti a un fiasco di vin”, carrellata di successi musicali, tra romanze e canzoni sul vino come in una grande enoteca musicale, che ha tenuto incollato alle sedie un pubblico ancora inebriato dalle prelibatezze appena offerte.

Altrettanto frizzante il programma di sabato 1 dicembre, aperto con la ricca colazione offerta dai padroni di casa, sempre nella splendida cornice del Baglio Donna Franca. Tenuta che si è lasciata per andare alla volta della visita della Cantina DonnaFugata e, intorno alle 12, della Caruso & Minini. Qui si sono potute degustare altre specialità tipiche del luogo, che hanno lasciato un ricordo unico a tutti i partecipanti, confermando sempre di più il valore e la qualità di un progetto, pensato per consentire a chiunque di vivere un’esperienza totalizzante, anche perché calibrato in base alle esigenze delle singole persone.

Una manifestazione, Il Circuito di Bacco, non ci sono dubbi, che ha puntato – peraltro riuscendoci pienamente –  a rafforzare il turismo enogastronomico, coniugato con arte e offerta turistica, culturale e ambientale, puntando sempre e comunque alla valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti. Nel perseguire questi obiettivi, va ribadito, un ruolo fondamentale rivestono e giocano le cantine che, avendo sin da subito compreso il senso di questo percorso, hanno messo a disposizione le proprie strutture, stappando le loro eccellenze di vini e abbinandole alla tradizione gastronomica locale. Una sinergia non così comune, che ha già dato ottimi risultati, promettendo ancora tanti traguardi da raggiungere e tagliare insieme con successo.

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