Il suo perlage è fitto e persistente, la spuma compatta, il suo colore è giallo paglierino come di bagliori d’alba o striature di primo tramonto. E’ il Superiore di Cartizze, crù, prosecco di Valdobbiadene. Un vino DOCG di facile e raffinata beva, considerato a giusta ragione tra i più sensuali e seduttivi della sua categoria sia per i suoi aromi di grande freschezza – perfettamente coerenti con le note organolettiche di albicocca, mela e rosa – sia per essere in assoluto uno dei migliori prosecchi in circolazione., spumantizzato quasi esclusivamente nella versione dry. Un vino complesso, rotondo, persistente che gode di una produzione limitata a soli 160 ettari in zone geografiche ben precise: ovvero nel trevigiano, a San Pietro di Barbozza, frazione di Valdobbiadene, Santo Stefano e Saccol ed esclusivamente da vitigni Glera.
Un gusto che si preannuncia già dalla prima olfazione elegante, armonico e di grande e fruttata freschezza, e di grande versatilità dato che,nella versione extra dry, sposa egregiamente sia secondi piatti di pesce che primi piatti non particolarmente intensi ed elaborati. Inoltre, nella versione dry più dolce, è perfetto abbinamento a dessert e frutta. Insomma, un vino di bella struttura adatto all’intero pasto che esprime un bouquet carezzevole.
Ma è eccellente anche come aperitivo in accompagnamento a piccoli crouton di mare, uova di salmone o perle di Caviale, o con le sempiterne ostriche per gusti più esigenti e raffinati, o per un brindisi particolare. Apprezzabile anche il contrasto organolettico se accompagnato a piccoli pezzetti di parmigiano reggiano o di formaggi stagionati in generale, purchè non eccessivamente sapidi ancorchè piccanti visto che la nota piccante consente al vino di esprimere sensazioni particolari . La sua temperatura di servizio ideale oscilla tra gli 8* e i 10* e la sua gradazione alcolica è moderata ed equivalente ad 11 gradi.
La particolarità organolettica di questo eccezionale prosecco è dovuta principalmente ai tempi di raccolta delle uve, che giungono a maturazione nel mese di ottobre e vengono vendemmiate ai primi segni di appassimento naturale, dopo avere quindi incamerato la massima concentrazione di aromi e sapori. Il vino di base è ottenuto mediante una certosina fermentazione in bianco, fino a che lo zucchero naturale sarà quasi del tutto scomparso salvo una minima quamtità che servirà a “stabilizzare” il fruttato. L’inverno incipiente poi depriverà il vino dei tartrati che acquisirà la sua tipica limpidezza. Particolarmente gradevole nelle fresche sere d’estate cariche di sentori salsi, il Prosecco Superiore di Cartizze – conosciuto per brevità come Cartizze – è sicuramente tra i ricordi migliori dei momenti più belli e romantici della vita.
Alessandro Lo Iacono