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Buy Wine: il vino toscano incontra il mondo

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TuscanyTaste-300x200Il 12 e 13 febbraio torna alla Fortezza da Basso di Firenze l’evento B2B dedicato al vino toscano.

Sesta edizione di Buy Wine (Firenze, 12-13 febbraio), il workshop B2B, organizzato dall’Agenzia regionale Toscana Promozione per favorire l’incontro tra la Toscana del vino e il trade internazionale, che si tiene ogni anno a febbraio alla Fortezza da Basso di Firenze. Qui, il 12 e 13 febbraio, 200 produttori toscani incontreranno circa 250 buyer stranieri tra importatori, distributori, GDO e HoReCa, provenienti da mercati storici come gli Stati Uniti, il Canada o il Regno Unito, ma anche da piazze “nuove” per i vini toscani come: Brasile, Cina, Est Europa, Turchia o Australia.

 

Nato nel 2010, Buy Wine è un evento in costante crescita che, negli anni, si è accreditato come punto di riferimento per i buyer di tutto il mondo interessati al vino toscano. Nell’edizione 2015 sono stati circa 6000 gli incontri di business in agenda che hanno portato, nel 63% dei casi, alla stipula di contratti grazie ai quali il 46% delle aziende toscane partecipanti è riuscita ad incrementare il proprio fatturato.

 

Buy Wine inaugura Anteprime di Toscana

 

Per il quarto anno consecutivo Buy Wine lancia la volata alle Anteprime di Toscana che, dal 13 al 20 febbraio, vedranno 13 denominazioni presentare, agli operatori e ai giornalisti di settore, i vini nuovi introdotti sul mercato a partire dal 2015. Si inizia a Firenze la collettiva allo Star Hotel Michelangelo, dove il 13 febbraio saranno presenti 8 denominazioni: Morellino di Scansano, Montecucco, Vini Cortona, Vini di Carmignano, Valdarno di Sopra Doc, Bianco di Pitigliano e Sovana, Colline Lucchesi e Maremma Doc. Il 14 febbraio, invece, sarà la volta dell’Anteprima del Chianti. Si prosegue poi con la l’Anteprima Chianti Classico Collection alla Stazione Leopolda di Firenze (15-16/02), l’Anteprima della Vernaccia al Museo di Arte Moderna e Contemporanea De Grada San Gimignano (17/02) e l’Anteprima del Vino Nobile nella Fortezza di Montepulciano (18/02). Chiude la programmazione di Anteprime di Toscana: Benvenuto Brunello che si terrà il 19 e 20 febbraio presso il Chiostro del Museo di Montalcino.

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Circa 250 buyer da tutto il mondo

 

 

Sono circa 250 gli operatori internazionali che prendono parte alla sesta edizione di Buy Wine, evento nato nel 2009 su iniziativa di Toscana Promozione e che negli anni si è ormai affermato come vero e proprio punto di riferimento per il trade internazionale interessato al vino toscano. I Buyer che parteciperanno alle contrattazioni della Fortezza da Basso, provengono da mercati storici ma anche da aree emergenti: in totale sono 36 i Paesi presenti. Tra questi un ruolo importante è giocato da Stati Uniti (44), Canada (39), Cina (25), Brasile (12), Australia (12), Giappone (11), Danimarca (10), Germania (8), Corea del Sud (7) e Messico (7) che, complessivamente, rappresentano oltre il 72.9% dei buyer internazionali partecipanti.

L’export dei vini toscani cresce del +22%

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toscana-doc2015 super per le esportazioni della Toscana che ora tenta il sorpasso del Piemonte.

Il 2015, per il vino toscano, potrebbe passare alla storia come l’anno del grande sorpasso sul Piemonte per quanto riguarda l’export. Nei primi 9 mesi dello scorso anno, infatti, il commercio estero dei vini toscani è cresciuto del 21.9% (media nazionale 5.4%), superando i 646.4 milioni di euro in valore. Trend che, se confermato anche per l’ultimo trimestre dell’anno, porterebbe l’export toscano alla cifra record di 923.4 milioni di euro.

A dirlo Toscana Promozione nel corso della conferenza stampa di presentazione di Buy Wine, l’evento che coinvolgerà 200 produttori toscani e circa 250 buyer internazionali provenienti da 36 Paesi, in programma il 12 e 13 febbraio alla Fortezza da Basso di Firenze.  Ad un passo da quello che è stato l’export del Piemonte nel 2014 che però sta perdendo quote, facendo registrare, da gennaio a settembre 2015, un calo di circa il 4% nelle esportazioni. Quello appena concluso è il sesto anno consecutivo di crescita per l’expo dei vini toscani che, per la prima volta nella storia, si avvicinano al miliardo di euro. Una cifra che oggi riesce a superare solo il Veneto, da tempo leader di questa particolare classifica.

Dal 2003 ad oggi il commercio estero dei vini toscani è cresciuto del 102.4% in valore, facendo registrare solo due risultati negativi, in concomitanza della crisi economico finanziaria del 2008-2009. Una breve parentesi che, in realtà, ha fatto da preludio ad una delle stagioni più felici per l’export toscano che dal 2009 al 2015 è cresciuto del 81%. Come se non bastasse, peraltro, il risultato del 2015 supera del 89% quello del 2005, ossia della miglior annata per l’export dei vini toscani prima della crisi. Una performance che aumenta il peso toscano sul totale delle esportazioni nazionali passando dal 14.8% del 2014 al 16.7% del 2015. Dato, quest’ultimo, che consolida il terzo posto della Toscana in Italia dopo Veneto e Piemonte, con buone possibilità di conquistare, però, la seconda piazza.

Il successo dell’enologia toscana nel mondo è trainato, in primo luogo, dai vini DOP (Rossi e Bianchi) che rappresentano il 64.6% dell’export regionale di vini in valore e che nei primi 9 mesi del 2014 (gennaio-settembre) hanno fatto registrare un incremento nelle esportazioni del +9%, attestandosi ampiamente sopra quota 416 milioni di euro a cui corrisponde però un calo del -5.6% in quantità. Un andamento, quello dell’export toscano, determinato dall’aumento dei prezzi alla produzione delle Dop. Come risulta dall’ultimo rapporto Ismea, infatti, in un 2015 caratterizzato da un aumento medio dell’8% a livello nazionale, alcune delle principali denominazioni toscane fanno registrare invece un incremento a due cifre. E’ il caso del Brunello di Montalcino (+14.9%), del Chianti Classico(+36,9%) e del Nobile di Montepulciano (+24.5%). In calo, invece, i prezzi alla produzione delle Dop Chianti (-5.4%),Chianti Colli Senesi (-1.8%) e Vernaccia di San Gimignano (-4.4%).

Le Aree di mercato principali per il vino toscano a denominazione d’origine sono America settentrionale (188,2 milioni) ed Europa (186.0 milioni di euro) con incrementi, rispettivamente, del 15.8% e del +5.6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

 

vino-versato-rossoRossi DOP: la Toscana conferma il suo primato in Italia – Con oltre 400 milioni di euro di vini rossi a Denominazione d’Origine Protetta (DOP) venduti nel mondo nel primi nove mesi del 2015, la Toscana conferma la sualeadership a livello nazionale che la vede primeggiare ampiamente su Veneto e Piemonte.

Rispetto allo stesso periodo del 2014, le esportazioni in valore dei rossi toscani DOP sono cresciute del +8.8%. Un aumento percentuale determinato in primo luogo dall’ampliarsi del portafoglio “clienti” dell’enologia toscana e dall’incremento dei prezzi alla produzione attestatosi, per quanto riguarda le principali denominazioni regionali, al +13.6%. Guardando i dati relativi ai primi tre trimestri del 2015, infatti, salta all’occhio come dopo un 2014 che aveva visto una sostanziale stabilità sulle piazze storiche, queste stesse aree abbiano fatto registrare nel 2015 una rinnovata vitalità. In particolare sono da rilevare la ottime performance dei Rossi DOP toscani nel Regno Unito (+25.8%) e nel Benelux: Paesi Bassi (+13.4%), Belgio (+13.5%) e Lussemburgo (+ 35.8%). Sempre per quanto riguarda l’Europa, i Rossi toscani crescono nei paesi del nord, in primis Danimarca (+19.5%) e Svezia (+18.4%), buone anche le performance in Germania (4.4%) e Francia (10.4%). Nei paesi dell’Est europeo solo la Russia fa registrare un trend negativo (-45.4%), mentre crescono in maniera interessante paesi come la Repubblica Ceca (+8.8%). Bene il Nord America con le esportazioni in Canada che salgono del +15.8% e quelle negli States che fanno registrare un +14.1%. Per quanto riguarda i BRICS frenata brusca oltre che per la Russia, anche per il Brasile (-28.4%), mentre tornana la Cina (+32.4%). A questo andamento sulle piazze maggiori corrispondono poi dei piccoli ma significativi exploit su alcuni mercati che ancora non fanno grandi numeri, ma che hanno certamente grandi margini di crescita. E’ il caso dell’India (+120%) e del Sud Africa (+140.8%), ma anche della Nuova Zelanda (+19.0%), di Israele (+32.1%) e degli Emirati Arabi Uniti (+11.5%). Ma ecco la TOP 10 dei paesi di sbocco dei vini rossi toscani DOP nel 2015 dove sono da rilevare il ritorno della Cina (9°) e la “scalata” del Regno Unito che passa dal 5° al 4° posto.

 

vino-versato-biancoBianchi DOP: esportazioni in crescita grazie a usa e canada  Dopo due anni di segno negativo torna a crescere anche l’export dei Bianchi DOP che fanno registrare, nei primi 9 mesi del 2015, un incremento del 14.9% in valore rispetto allo stesso periodo del 2014, con una leggera flessione delle esportazioni in quantità: -1%.  Un aumento, quello delle esportazioni in valore dei Bianchi toscani, dovuto in primo luogo all’incredibile exploit sui mercati nordamericani che vede gli Stati Uniti tornare ad essere il primo mercato di destinazione con circa 4.4 milioni di vini esportati nel Paese (+124.0%) e il Canada che segna un +68.7%. Percentuali che recuperano ampiamente quel -35.8% che aveva caratterizzato le vendite di Bianchi nell’America settentrionale nel 2014. Ottima la performance del Brasile con un +188% e delle piazze asiatiche con la Cina che segna un +55%, seguita da Hong Kong (13.1%) e Giappone (+9.2%). In difficoltà, invece, il commercio estero con i paesi Europei che lo scorso anno, aveva contribuito a mitigare le perdite nelle esportazioni grazie ad un +21.9%. Nei primi nove mesi del 2015, crollano tutti i principali clienti, fatta eccezione per la Danimarca (+36.8%), il Belgio (+31.9%) e il Regno Unito (+20%). Calano inoltre le esportazioni in Spagna (-89.6%), Francia (-85.4%), Svizzera (-33.1%.) e Germania (-10.7%). Un andamento, quello del commercio estero dei Bianchi toscani, che trasforma radicalmente la TOP 10 dei mercati di sbocco rispetto al 2014.

 

[Fonte: elaborazione Toscana Promozione su dati Istat gen-sett 2015]

A Dinner with Luca: Luca Manfè, the Italian dreamer who won MasterChef USA.

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Luca Manfè (http://lucamanfe.com) is from Aviano, in the province of Pordenone (Friuli Venezia Giulia Region), a native Italian who left his home country just out of his twenties and came to the States to follow the American Dream. At the time, however, he didn’t know what that dream was.

 

He grew up in the restaurant business and worked with great Chefs in Italy, Australia and the USA (Florida and New York), experiencing ingredients and techniques from very different cuisines, including Japanese, French, Modern American and, of course, Italian.

 

On his bio, Luca describes himself as a dreamer, and believe me: he dreams BIG! He is married to a stunning girl from Pennsylvania, has a son, Luca Evelino, and is a very successful restaurateur.

 

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He’s known for winning the fourth season of MasterChef USA. In fact, he is the first male contestant and previous season returnee to have won the title, with both decisions to advance to the second round having been decided by Gordon Ramsay. Before joining MasterChef, Luca was a restaurant manager in New York City.

Since winning MasterChef, he has established his own catering company, Dinner with Luca, and published his own cookbook: My Italian Kitchen: Favorite Family Recipes.

 

After 10 years of New York lifestyle, Luca moved to sunny Houston where he enjoys riding around the streets of Houston with his 1954 Ford P500 Vintage Food Truck, The Lucky Fig, serving Modern Italian Street Food.

 

https://vimeo.com/96660195

 

Luca, tell us more about you and how your passion for food started.

I believe it started when I was a little kid because I always loved to eat and I was never picky. My grandmother was, and my mother is, an amazing cook, so I believe they transmitted this passion to me. I started to cook seriously only a few years ago, but before that, I was always around good food.

 

Since you moved to the USA 10 years ago, you experienced working with several different cuisines. What are some of your favorites?

Asian, for sure. It has fascinated me since the get go because it was a completely new world to me, so I had to work very hard to improve my knowledge on ingredients and techniques. I love Asian cuisine because it can put together extraordinary flavors, yet keeping the meal very light.

 

Is your food style influenced by the Friulana cuisine?

There is definitely a lot of Friuli in my food. I like to put myself on a plate and tell my story through my dishes. But I also believe in getting the best out of what the season has to offer, so it is important to find a good compromise between where I come from and where I am right now.

 

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What are some of your favorite moments of your MasterChef USA experience?

The entire season was great! Favorite moments may be:

  • cooking lobster in a Las Vegas rooftop
  • camping in the middle of nowhere in California and roasting pigeons on a spit
  • cooking Frico in the semifinal
  • the Grand Finale, of course!

 

 

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I have read a lot on how successful your Dinner with Luca is. How did you come up with the idea? The program started in New York. Do you intend to continue it here in Houston?

 

Dinner with Luca started when a family who watched Masterchef asked me to cook for them. Easy as that! So far, I have cooked in 227 kitchen across America and Canada. Yes, I have already cooked here in Houston in 10 different homes and I have several new bookings coming up.

 

 

 

TheluchyfiglogoYour new adventure revolves around a sophisticated Food Truck called The Lucky Fig, which brings new generation Italian Street Food around Houston. How can we find it?

he schedule is always updated on www.theluckyfig.com/schedule and we constantly post on facebook, twitter and instagram @theluckyfig

 

 

Speaking of food and emotions, what did you grow up eating? What’s your comfort food?

I grew up eating everything! There was always pasta or risotto for lunch. I remember my mother’s meatballs, veal cutlet or my great-grandmother’s polenta or my grandmother’s rabbit stew.

There was always something from my grandfather’s garden in the food, so everything was fresh and seasonal. My family was always big in traditions: I loved chicken tortellini for Christmas and ‘muset’ with lenticchie for new year’s eve.

My comfort food is definitely frico and polenta!

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As if all you have accomplished in the kitchen wasn’t enough, you also had the time to write a book. Tell us a little more about My Italian Kitchen.

 

‘My Italian kitchen’ is my business card in America. I am telling my story through my food. Food that I grew up eating, and food that I love to eat when I go back to Italy: my favorites of all time, like bruschetta and tramezzini or my signature ravioli and homemade pasta.

The book includes some easy recipes and some that are a little bit more sophisticated.

 

 

Finally, what advice would you give to other big dreamers like you?

It is important to put everything you can in what you do.

I really did not have a dream for a long time. I always knew I wanted to be successful, and I am still working very hard everyday to achieve that.

Nothing is granted and success is not easy.

Dream big and never stop dreaming, but make sure you are doing only what’s best for you, not what people want you to do.

If you wake up everyday excited to go to work, I believe that it is the right path for you and hard work will always seem easy!

Good luck everybody!

Tiziana Ciacciofera Triolo for SdG International

Esclusiva : Luca Manfè vince MasterChef USA.

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luca-manfe_love_italian_life-e1442675709890Luca Manfè (http://lucamanfe.com) originario di Aviano, in provincia di Pordenone (Friuli Venezia Giulia), lascia il suo paese d’origine appena poco più che ventenne per trasferirsi negli Stati Uniti e seguire il sogno Americano. All’epoca, mai si sarebbe potuto immaginare quale sarebbe diventato di li a poco il suo sogno.

Cresciuto nel settore della ristorazione, ha lavorato con grandi chef in vari Paesi quali l’Italia, l’Australia e gli Stati Uniti (Florida e New York), sperimentando ingredienti e tecniche molto diverse fra loro, spaziando dalla cucina giapponese a quella francese, americana moderna e, naturalmente, italiana.

Nella sua biografia, Luca si descrive un sognatore e posso dirvi che sogna IN GRANDE! E’ sposato con una bellissima ragazza della Pennsylvania, ha un figlio, Luca Evelino, ed è un ristoratore di grande successo.

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Noto per aver vinto la quarta stagione di MasterChef USA. In realtà, Luca è stato il primo concorrente maschile a ritornare in trasmissione e ad aver vinto il titolo, entrambe le decisioni furono prese dal grande Gordon Ramsay. Prima di entrare a far parte del cast di MasterChef, Luca era manager di un noto ristorante di New York City .

Dopo la vincita di MasterChef USA, ha aperto la sua azienda di catering “A cena con Luca”, e ha pubblicato il suo primo libro di cucina: My Italian Kitchen: una raccolta di ricette di famiglia rivisitate alla “Luca”.

 

Dopo 10 anni di vita Newyorkese, Luca si trasferisce nella soleggiata Houston dove si diletta a scorazzare per le vie di Houston con il suo Vintage Food Truck The Lucky Fig, servendo Street Food Italiano in chiave moderna.

 

Luca, ci racconti come è nata la sua passione per il cibo.

Ritengo che tutto sia iniziato quando ero ancora un ragazzino. Ho ​​sempre amato mangiare e non sono mai stato capriccioso con il cibo. La passione, di certo, mi è stata trasmessa da mia nonna che era una cuoca incredibile e mia madre che lo è tutt’ora. Ho iniziato a cucinare sul serio solo pochi anni fa anche se sono sempre stato nel settore della ristorazione.

Dal suo trasferimento negli Stati Uniti 10 anni fa, si è ritrovato a lavorare ed entrare in contatto con cucine diverse . Quali sono le sue preferite?

Senza alcun dubbio Asiatica. Lavorare all’interno di un ristorante Asiatico mi affascinava molto. Era un mondo completamente nuovo per me, ho dovuto lavorare molto duramente per migliorare la mia conoscenza degli ingredienti e delle tecniche utilizzate nella creazione dei piatti. Adoro la cucina asiatica perché puoi mettere insieme sapori straordinari mantenendo il pasto molto leggero e delicato.

La sua cucina ed il suo stile sono influenzati dalla cucina Friulana?

Sicuramente c’è tanto di Friuli nel mio cibo. Amo mettere un tocco personale nei miei piatti e raccontare la mia storia mentre li preparo. Utilizzo prodotti di stagione cercando di ottenere il massimo da quello che la stagione offre e soprattutto cerco sempre di trovare un giusto compromesso tra i sapori della mia cucina con quelli del posto dove vivo.

 

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Ci racconti alcuni dei momenti più belli della sua esperienza a MasterChef USA?

L’esperienza a MasterChef è stata fantastica! Ritengo che i momenti a me più cari siano stati:

  • Cucinare l’aragosta su un tetto di Las Vegas;
  • Ritrovarsi in California, in una tenda, in mezzo al nulla e cucinare   piccioni allo spiedo;
  • Cucinare Frico in semifinale
  • E Naturalmente la Finale!

 

 

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Ho letto del grande successo di “A Cena con Luca”. Come le è venuta questa idea? Il programma è iniziato a New York, ha intenzione di continuare qui a Houston?

 

A Cena con Luca nasce grazie ad uno spettatore che mi seguiva su Masterchef e che mi chiese di cucinare per la sua famiglia. Facile, no? Da quel momento ho cucinato in 227 cucine sparse tra l’America e il Canada. Dopo il mio trasferimento a Houston, ho continuato il programma. Ho già cucinato per 10 famiglie e ho già svariate prenotazioni per il 2016.

 

Theluchyfiglogo

 

La sua nuova avventura ruota attorno al sofisticato Food Tuck “The Lucky Fig”, uno Street Food in chiave Italiana. Come e dove possiamo trovarlo a Houston?

Semplicissimo, la mia mappa di navigazione, inclusi gli orari, è sempre aggiornata sul sito http://www.theluckyfig.com. La mia pagina Facebook è costantemente aggiornata e ovviamente anche gli account twitter e instagram @theluckyfig

 

Parlando di cibo e di emozioni, con quale cucina lei è cresciuto? Qual’è il suo piatto preferito?

Sono cresciuto mangiando di tutto! A casa, pasta o risotto non mancavano mai a pranzo. Mi ricordo le polpette di mia madre, la cotoletta di vitello, la polenta della mia bisnonna o lo stufato di coniglio di mia nonna.

Gli ingredienti provenivano sempre dal giardino di mio nonno, tutto era fresco e di stagione. La tradizioni in cucina sono sempre state coltivate nella mia famiglia: amavo i tortellini in brodo di pollo per Natale e il ‘muset’ con lenticchie per Capodanno.

Ma il mio piatto preferito resta decisamente Frico e polenta!

 

 

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Come se tutto quello che ha realizzato finora non fosse già abbastanza, ha avuto anche il tempo di scrivere un libro. Ci parli un un po’ di più di “My Italian Kitchen”.

My Italian Kitchen” è il mio biglietto da visita in America. Parlo di me attraverso il mio cibo. Parlo dei piatti con cui sono cresciuto e del cibo che mi piace mangiare quando torno in Italia. Parlo dei piatti preferiti dell’infanzia come le bruschette e i tramezzini o dei miei ravioli e della pasta fresca fatta in casa.

Contiene ricette di facile esecuzione così pure ricette più difficili e sofisticate.

 

Infine, quali consigli darebbe ad altri sognatori che sognano in grande come lei?

Ritengo sia fondamentale dare il massimo in tutto ciò che si fa. Per molto tempo non ho avuto un sogno da realizzare, ma ho sempre saputo che volevo avere successo. Lavoro ogni giorno molto duramente per raggiungere questo obiettivo. Nulla viene regalato e il successo non è facile da raggiungere.

Sognare in grande e mai smettere di sognare, ma assicurarandosi che si stia facendo solo quello che è meglio per voi, non quello che la gente vuole che tu faccia o sia.

Se ti svegli ogni giorno entusiasta di andare a lavorare, credo che quello sia il segnale che state percorrendo la strada giusta per voi. E credetemi, anche quando il lavoro si fa duro l’entusiasmo per cio’ che fate vi renderà tutto semplice!

Buona fortuna a tutti!

 Tiziana Ciacciofera Triolo

https://vimeo.com/96660195

 

( l’articolo è disponibile anche in lingua inglese nella rubrica SdG International )

Golositalia & Aliment: La Fiera Per Tutti. A Montichiari dal 27 febbraio al 1 marzo la quinta edizione di Golositalia & Aliment.

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A Montichiari dal 27 febbraio al 1 marzo la quinta edizione di Golositalia & Aliment. Una manifestazione con molte anime, pensata per l’horeca e per il pubblico

VMR_3489-3872x2581Dal 27 febbraio al 1 marzo 2016 al Centro Fiera del Garda di Montichiari (Brescia) torna Golositalia & Aliment. Con 600 espositori e un programma di 120 eventi è l’unica fiera, nel ricco panorama delle manifestazioni enogastronomiche italiane, a rivolgersi con successo a pubblici fortemente diversi tra loro. Tanto al pubblico professionale, composto da chef, ristoratori, baristi e operatori della filiera, quanto al vasto popolo dei foodies.

Agli appassionati Golositalia & Aliment offre numerose occasioni per conoscere, degustare, toccare con mano nuovi prodotti e nuove tecniche. Si va dai corsi di pittura su porcellana di Arte Fata alle dimostrazioni di food art di Ghibli; dal corso che svela come preparare un buon caffè in casa, ai laboratori di pasticceria salutistica; dalle immancabili degustazioni di birra e olio al seminario su alimentazione salutare e ballo,organizzati dall’Associazione Diabetici della Provincia di Brescia e dal diabetologo Felice Mangeri, per educare le persone a modificare lo stile di vita e mantenerle motivate nel tempo al cambiamento positivo.

Anche i bambini troveranno il loro spazio a Golositalia, con corsi e laboratori dedicati, pensati per farli avvicinare al cibo in modo sano e consapevole. Ad esempio, il corso L’alimentazione del bambino e l’ora della merenda è un laboratorio di cucina rivolto a bambini dai 6 agli 11 anni per imparare a preparare merende gustose e sane e a riconoscere la qualità degli alimenti, divertendosi e assaggiando il cibo cucinato. Ph.Fenaroli__LO_7113

“Golositalia – dichiara il direttore Mauro Grandi – vuole essere un’occasione per crescere nella consapevolezza e nella conoscenza del patrimonio enogastronomico italiano. Per questo abbiamo cercato di realizzare una fiera che fosse fruibile dal maggior numero possibile di persone”.
Il pubblico professionale, invece, può trovare una panoramica completa sulle ultime novità del campo, nelle attrezzature e tecnologie, con numerosi corsi e seminari dedicati alla formazione, in due padiglioni interamente dedicati al mondo horeca.

23PhGekGEK_1847Durante i quattro giorni di fiera si svolgeranno anche tre diversi concorsi tra cui la seconda edizione del concorso Il più Goloso, dedicato ai non professionisti che dovranno preparare un dolce che sarà esaminato dal maestro pasticcere Iginio Massari.
Il tutto in un layout espositivo rinnovato per offrire un percorso di visita ottimale attraverso le sei le aree tematiche nelle quali si articola il salone: food, wine, beer, professional technology & restaurant e franchising, a cui si aggiunge quest’anno un’area rinnovata dedicata ai prodotti bio, vegan e gluten free.
Altre informazioni sul sito: www.golositalia.it

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Info in breve | GOLOSITALIA & Aliment 2016
Data: dal 27 febbraio al 1 marzo 2016
Orari di apertura: PAD. 1 e 5 sab/dom/lun/mart dalle 9 alle 19
PAD.6, 7 e 8 sab/dom/lun 9-22, mart 9-19
Luogo: Centro Fiera del Garda, Via Brescia, 129 – Montichiari (BS)
Numeri: 600 espositori, 120 eventi, 75.000 visitatori previsti.
Ingresso: € 7. Ingresso gratuito per disabili e bambini fino ai 10 anni. Ridotto scuole € 5
Parcheggio: auto € 3, pullman € 10
Cani: in fiera sono ammessi cani di piccola taglia (fino ad 8 kg) purché tenuti in braccio o in adeguato trasportino. I cani di taglia media (fino a 25 kg) sono ammessi purché provvisti di guinzaglio e museruola. Non sono ammessi in fiera cani di taglia grande e gigante (oltre i 25 Kg).
Info: www.golositalia.it

Insight. Texas e Agroalimentare: un mercato tutto da scoprire

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texasIl Texas è uno degli Stati Americani caratterizzati dalla più veloce crescita economica e demografica degli ultimi 5 anni. È il terzo stato dell’Unione per prodotto interno lordo, situandosi, dietro la California e lo Stato di New York. Ha una popolazione di 26 milioni di abitanti, con un reddito medio procapite di 45mila dollari. Tre città texane Houston, Dallas-Fort Worth e San Antonio sono tra le più popolose degli Stati Uniti e Houston presenta un reddito procapite di 75mila USD e una popolazione che nell’area urbana raggiunge i 6 milioni di unità.

Negli ultimi anni il commercio bilaterale fra l’Italia ed il Texas è cresciuto esponenzialmente. Le esportazioni italiane verso gli USA nell’ultimo quinquennio sono state prevalentemente costituite da beni industriali, arredamento, moda e gioielli ma, negli ultimi anni, si riscontra un crescente aumento dell’agroalimentare. Come prevedibile, la meccanica si conferma al primo posto, con una quota del 22,1% sulle importazioni italiane in USA, seguita da moda 16,3%, agroalimentare e vini 10,6%, veicoli terrestri 7,9%, farmaceutica 5,4% e arredamento al 4,6%.

WeselectteaxsSecondo i dati ISTAT del 2015 le esportazioni dell’agroalimentare sono cresciute del 7%. Il 66% delle esportazioni interessa tuttora i Paesi dell’Unione Europea, ma sono stati soprattutto i mercati extraeuropei a vedere un sostanziale incremento dell’export. I dati economici più consistenti riguardano gli Stati Uniti, con le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani che sono cresciuti del 23,2% rispetto al 2014.

Non a caso da Agosto 2015 il Ministero degli affari esteri di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze ha riaperto un ufficio dell’Istituto Italiano per il Commercio Estero. L’ICE Houston, agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, fornisce servizi di assistenza e informazione alle aziende italiane interessate al mercato texano ma al contempo mira ad incoraggiare le imprese Texane a guardare all’Italia come a un affidabile partner globale.

In una dichiarazione rilasciata alla rivista Benvenuta Italia, l’ex direttore dell’ICE USA Pier Paolo Celeste afferma: “Comprendere la dinamica dei flussi e la crescita delle singole aree americane è l’azione che contraddistingue l’attuale attività di sostegno alle imprese da parte dell’ICE USA, abbiamo studiato il dinamismo e la crescita di ogni singola area degli Stati Uniti, individuando quelle dove siamo sottodimensionati rispetto alla concorrenza e quindi che maggiormente sono pronte ad accogliere le nostre aziende. Vogliamo predisporre in quelle città o aree, tutta una serie di iniziative mirate, in grado di destinare con attenzione e precisione le risorse per le attività di internazionalizzazione e promozione delle aziende italiane negli USA. Un esempio su tutti – continua il direttore Celeste – il lavoro che stiamo pianificando in Texas dove città come Dallas o Houston sono in grande crescita, e poiché in quell’area il settore chimico e petrolifero italiano ha visto nel 2013 un’importante contrazione di fatturato, stiamo lavorando per recuperare quota di mercato, in un territorio che ci ha visto da sempre molto presenti, osservando una rotazione merceologica che ci permetterà di sfruttare l’importante trend di crescita di queste città. Nel 2014 compenseremo i litri di petrolio perduti nel 2013, con i litri di vino in più che venderemo.

logo-iacctexasMolto concentrate sulla facilitazione ed implentazione dell’export dell’Agroalimentare dall’Italia verso gli USA anche realtà private molto interessanti come l’Italy-America Chamber of Commerce of Texas e la We Select Texas Inc..

Le Camere di Commercio Italiane all’estero sono associazioni di imprenditori e professionisti, italiani e locali, ufficialmente riconosciute dallo Stato italiano ai sensi della legge n. 518 /1970.

La IACC, nello specifico, opera dal 1992 sul territorio Texano, conta 186 soci e la loro missione è appunto promuovere le relazioni commerciali tra l’Italia e gli USA. Secondo quanto dichiarato dal Presidente Brando Ballerini in una sua recente intervista, a Houston la Camera è stata da lui modellata – sia come struttura che come attività – in funzione dei business che in Texas vanno per la maggiore: certamente il “Made in Italy” è molto importante, ma in Texas rispetto ad altre zone si ha la necessità di potersi interfacciare con aziende anche molto grandi che operano per esempio nel settore dei grandi appalti. Dunque la Camera fornisce supporto tecnico, logistico, amministrativo e legislativo anche a grandi gruppi che hanno già una loro struttura ben attrezzata per l’estero.

WeselectTexaslogNata nel 2014, We Select Texas Inc. nasce da un’idea di un imprenditore Veneto, Luca Rossi, che da diversi anni ha aperto una filiale della sua azienda in Texas e che ha deciso di mettere a disposizione tutta la sua esperienza, vissuta sul campo, per gli imprenditori italiani che vogliano sbarcare in USA ma non hanno idea da dove cominciare. Rossi dichiara che le opportunità per fare impresa negli Stati Uniti sono moltissime, ma bisogna agire con lucidità senza farsi prendere dall’entusiamo iniziale. Bisogna affidarsi a dei professionisti che già hanno toccato con le loro mani questo mercato, come, ad esempio, quelli che formano il nostro team, “imprenditori e professionisti che sanno dove e quando investire negli Usa”.

Molto interessante ed interattivo anche il blog di Paolo Pugni, http://exportlowcost.blogspot.it, Senior partner della Società di consulenza Aziendale Pugni Malagò.

Questi sono solo alcuni esempi di soggetti che possono facilitare le nostre aziende a guardare a mercati molto interessanti e vergini come quello Texano. Il settore agroalimentare è in forte sviluppo ed il Texas rappresenta un territorio dove vi sono notevoli spazi di crescita e di investimento in quanto la presenza di aziende italiane sul territorio, diversamente da zone come New York, California o Florida, è ancora poco rappresentata.

Tiziana Ciacciofera Triolo per SdG International

Gli effetti del caffè sulla salute: quanto ne sanno gli italiani?

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caffèIl caffè è una bevanda molto amata e consumata in numerosi paesi del mondo: nel vecchio continente il 40% degli europei decide di iniziare la giornata con una tazzina di caffè. Tuttavia gli amanti del caffè non sempre conoscono i benefici che un consumo corretto ed equilibrato di questa bevanda può apportare al benessere dell’organismo. Lo dimostra una recentissima ricerca internazionale condotta dall’Institute for Scientific Information on Coffee (ISIC) su un campione di 4.000 consumatori in 10 Paesi europei1: 7 europei su 10 ritengono di seguire uno stile di vita salutare, ma più di metà degli intervistati non conosce quali benefici possano derivare dal consumo di questa bevanda.

mini caffettiera pietro marmo 1In particolare, la ricerca mostra ancora miti da sfatare e conoscenze da implementare, rispetto a comportamenti e corretti stili di vita che possono aiutare a ridurre il rischio di insorgenza dei maggiori disturbi che affliggono la società occidentale, come diabete di tipo 2, Alzheimer, cancro2, disturbi cardiovascolari3, effetti di un eccessivo consumo di alcool4.
L’età rappresenta un fattore determinante: i più giovani e i più anziani mostrano il maggiore “gap” di conoscenze.

Tuttavia, dalla ricerca emergono in realtà che le preoccupazioni quotidiane di salute sono considerate prioritarie in termini di rischi a lungo termine.

caffe_4CAFFE’ E SALUTE: QUANTO NE SANNO GLI EUROPEI?

Caffè e diabete di tipo 2: il 71% degli europei crede che bere il caffè non aiuti a ridurre il rischio di diabete di tipo 2; l’evidenza epidemiologica ha dimostrato che il consumo di tre o quattro tazze di caffè al giorno, comparato con il consumo nullo o inferiore a due tazze al giorno, può essere associato a una riduzione approssimativa del 25% del rischio di sviluppo del diabete 2 5,6.

Caffè e declino cognitivo: il 63% degli europei crede che bere il caffè non contribuisca a ridurre declino mentale nelle persone anziane. Sul morbo di Alzheimer e il Parkinson invece le ricerche suggeriscono che un regolare, moderato consumo di caffè per tutta la vita, da 3 a 5 tazze al giorno, è associato ad un ridotto rischio (fino al 20%) di sviluppare la malattia di Alzheimer 7. Il consumo di caffeina è anche associata a un minor rischio di sviluppo della malattia di Parkinson8.

caffeCaffè e performance mentali: il 79% degli europei ritiene che un moderato consumo di caffè
possa aumentare la concentrazione e la vigilanza. Lo conferma l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA): l’assunzione di 75 mg di caffeina (una tazzina di caffè circa) può incrementare l’attenzione e la vigilanza9.

Caffè e sistema cardiovascolare: il 42% degli europei ritiene che bere caffè faccia male al cuore e al sistema cardiovascolare. In realtà, numerose evidenze scientifiche suggeriscono invece un’associazione tra consumo di caffè e diminuzione del rischio cardiovascolare, e che un consumo giornaliero moderato (3-5 tazzine al giorno) possa avere effetti positivi10,11.

caffe-001ITALIANI PIU’ CONSAPEVOLI

Confrontando i dati italiani con quelli europei, è emerso che gli Italiani sono i più consapevoli dei benefici del caffè: il 75% dei nostri connazionali pensa che il consumo di questa bevanda possa influire positivamente sulla salute, mentre più della metà degli europei ha le idee confuse sul ruolo del caffè per l’organismo. Gli italiani dichiarano di volerne sapere di più in fatto di nutrizione e benessere: il 56% degli intervistati ha, infatti, affermato di volere maggiori informazioni per seguire uno stile di vita sano.

In Italia, il caffè è parte integrante dello stile di vita del Paese: viene consumato prevalentemente a casa (77%), al bar (45%) e al lavoro (41%). Addirittura, il 61% degli italiani intervistati afferma di non immaginare una vita senza caffè. Il 65% ne ama il gusto e il 36% l’aroma; il 43% lo beve perché fa iniziare bene la giornata, il 20% perché chiude bene il pasto, il 19% perché rappresenta un abitudine a cui non poter rinunciare, il 10% perché aiuta a socializzare con la famiglia, i colleghi e gli amici, il 9% perché consente di ritagliarsi una pausa di relax e il 2% perché è la bevanda preferita.

zicaffe3ITALIANI E BENESSERE

Di seguito qualche ulteriore approfondimento dalla ricerca per quanto riguarda abitudini e comportamenti degli Italiani:
· il 76% considera il proprio stile di vita ‘abbastanza salutare’ e ‘molto salutare’ rispetto alla media europea (70%)
· il 74% ritiene che il consumo di caffè aiuti a ridurre il rischio di diabete di tipo 2
· Quasi 9 italiani su 10 pensano che il caffè aiuti la concentrazione e la vigilanza
· Oltre metà degli intervistati ritiene che migliori le performance sportive
· il 63%, come proposito per il nuovo anno, vorrebbe fare più attività fisica, il 54% vorrebbe mangiare in maniera più sana e 38% vorrebbe perdere peso
· il 25% degli italiani vorrebbe sentirsi più energico e meno stanco (il Paese più “stanco“ è la Finlandia, con il 45% di finlandesi preoccupato per la stanchezza)
· l’Italia invece è il paese più stressato, con oltre un terzo degli intervistati che si dichiarano preoccupati.

Gli effetti benefici del caffè sul benessere dell’organismo risultano da numerosi studi: un consumo moderato di caffè (3-5 tazzine al giorno)12 è stato associato ad una gamma di effetti fisiologici desiderabili e ben si adatta ad una dieta sana e a uno stile di vita attivo.

A Sigep 2016 l’Italia vince la settima coppa del mondo della Gelateria

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Fiera Sigep 2016 CMG Italia_RIC4835La Coppa del Mondo della Gelateria torna in Italia. Ieri sera, al SIGEP di Rimini Fiera, il team italiano ha conquistato l’ambito riconoscimento, che due anni fa fu vinto dalla Francia.

Al secondo posto si è classificata la Spagna, al terzo l’Australia.

Tredici  le squadre in gara, composte complessivamente da 65 agguerriti professionisti provenienti da Argentina, Australia, Giappone, Italia, Marocco, Messico, Polonia, Spagna, Svizzera, USA, Cile, Uruguay e Singapore.

La squadra italiana vincitrice della Coppa del Mondo della Gelateria (selezionata a Sigep 2015 e allenatasi duramente nel corso di questi mesi presso Castalimenti), era composta da Luigi Tirabassi (gelatiere di Subiaco – RM), Alberto Carretta (chef di Thiene – VI), Antonio Capuano (pasticcere di Riccia CB e capitano della squadra) e Amelio Mazzella di Regnella (scultore del ghiaccio di Bacoli – NA). Team manager della squadra il pasticcere Diego Crosara di Altavilla Viicentina (VI).

Fiera Sigep 2016 CMG Italia_RIC4871Prima di definire la squadra vincitrice, nella hall sud di Rimini Fiera le tredici squadre si sono cimentate in numerose prove riguardanti la preparazione di una coppa di gelato con gusti assortiti, di una torta gelato, quattro tipi di mignon di gelato al cioccolato del peso massimo di 40 grammi, la preparazione di tre finger food caldi da abbinare a un gelato gastronomico scelto dalla stessa squadra, una scultura di ghiaccio e uno zoccolo di ghiaccio a cui aggiungere fiori, frutta, frutta secca, verdura, spezie o altri ingredienti commestibili. Infine, la novità della scultura in croccante.Per mettere alla prova la creatività e la capacità di adeguarsi ad un ingrediente a sorpresa, anche la prova Mystery box, un esame di abilità che ha contemplato la creazione di un gusto di gelato al cono utilizzando ingredienti sorteggiati e assegnati solo all’inizio della sfida.

La Coppa del Mondo della Gelateria è stata organizzata da Gelato e Cultura srl insieme a Rimini Fiera.

Ah l’amour! Al Sigep un dolcissimo fuori programma con un’inattesa richiesta di matrimonio

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Daniele Foltran (a sinistra) con la fidanzata Fabienne e Nicola Fabbri (a destra)In 110 anni di storia non ci era mai capitato”, ha commentato tra il sorpreso e il commosso Nicola Fabbri, dell’omonima azienda impegnata al SIGEP. “Una proposta di matrimonio in diretta durante la premiazione di un Concorso” A diventare protagonista di questa inedita situazione Daniele Foltran, un gelatiere di Chirignago in provincia di Venezia, uno dei sei finalisti del concorso che Fabbri 1905, una delle aziende storiche del settore, ha indetto nel 2015 per celebrare il centenario della sua Amarena, ricetta creata da Rachele Fabbri che nel 1915 trovò il modo di rendere buoni e golosi quei frutti amari per natura. daniele fabienneDaniele, che gestisce la sua gelateria Icebear con la compagna Fabienne, ha colto l’occasione della ribalta offerta dal trovarsi tra i sei miglior gelatieri tra le centinaia di tutta Italia che tra aprile e settembre 2015 hanno partecipato al Concorso, per chiederle ufficialmente la mano improvvisando un anello con un tovagliolino di carta. Ecco, queste sono le cose che – per fortuna –  riescono ancora a farci tenerezza e a farci ben sperare in un futuro migliore anche per chi ha già un po’ di vita alle spalle ed esperienze nel cassetto. L’amore, che tutto muove e tutto vince. Si, perchè no. Sogni romantici in opposizione ad un mondo che non sogna più. La voglia di amare in un mondo in cui sempre più spesso si manifesta odio. E poco importa se la notizia è puntellata di messaggi promozionali che non mi sono neanche sognata di tagliare: la notizia è talmente bella, talmente dolce e talmente originale che “passa” nella sua intierezza, con buona pace del mio editore, anche perchè è anche una delle pochissime notizie che mi abbia strappato un sorriso intenerito. E quindi cosa mi rimane se non augurare a Daniele e Fabienne un meraviglioso futuro insieme? Niente: solo questo, appunto. Ad maiora.

Alessandra Verzera

Italian Wine: America’s first choice. Let’s meet Melania Spagnoli, a Sommelier and Account Manager at BevCo International.

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12620759_10153899381431255_228909005_oBorn and raised in Brescia, land of Franciacorta wines, Melania has always had a passion for food and especially wine. After completing her Masters degree in Management at Bocconi University in Milan and two years working within the PR department at Bialetti Industrie, she decided to turn her passion into work. In May 2014 she earned her Sommelier designation from the ‘Associazione Italiana Sommelier’ (Italian Sommelier Association). Today she lives in Houston with her husband and works as an Account Manager at BevCo International, a global wine importer and distributor.

People around USA are increasingly passionate about wine and visiting Italian wineries. As the wine-making map continues to broaden, so do opportunities for adventurous wine enthusiasts to beat the crowds. According to statistics, Americans are drinking more Italian wines than Italians themselves and according to the Italian Wine and Food Institute, Italian wine varieties are the most imported in the United States, which is the world’s largest consumer market.

12596861_10153899381511255_1938858121_oSo, Melania when and how did you fall in love with wine?

Since my earliest memories from my childhood in Northern Italy, I have always loved wine. Both my parents’ families owned vineyards and produced wine. When I was a child I was fascinated by the big barrels, the piles of racks filled with grapes, the glass bottles lined up on the shelves, and the perfume of the juices that pervaded our family wine cellar. Plus, growing up in Brescia, surrounded by the Italian excellence of Bubbles, my approach to wine couldn’t be more natural.

What made you choose wine as your passion? How did you become a sommelier?

Like Veronelli would say, “Il vino e’ il canto della terra verso il cielo”, which literally translates to “Wine is Earth’s song to the Heavens”. Like Veronelli’s poetic words, wine is itself a form of art. There is so much history behind every producer and every bottle. I love to visit wineries and learn about the tradition and experiences that brought them to produce their wines. Wine has always played a central role in conviviality. As a convivial person myself, I love how wine enlivens a party, valorizes food and celebrates tradition. Combining hundreds of native grapes and a diversity of “terroirs”, Italy boasts an enormous diversity of wine production. This incredible diversity of wine contributes to the fact that wine can be found on almost every table in Italy. There is so much to learn and to discover, a lifetime will never be enough! My passion for wine is so important to me that I wanted to turn this into a career – the obvious solution was to become a Sommelier. Studying to become a Sommelier at AIS in Italy requires devotion and discipline. The coursework takes about one and a half years and involves a lot of study along with a final examination. Completing my Sommelier designation at AIS was very much worth my efforts. It has helped me to continue my interest and curiosity about wines produced within Italy as well as wines around the world.


12596889_10153899381406255_1969860918_oIf you could only pick one bottle, what would you order off your own list and why?

My own life experiences have taught me to live without prejudice; trying new wines is no exception. So, naturally it is quite difficult to pick only one. My mood, situation, and the food I am eating influence me to constantly choose different wines. But, if I had to choose a wine to be enjoyed only by itself, I would pick Ronchedone of Ca’ dei Frati. It is a red blend of Sangiovese, Marzemino and Cabernet from Sirmione and Desenzano vineyards. It is an intense, complex, full-bodied wine, slightly oaky and very elegant. In fact, I chose Ronchedone as the red wine served at my own wedding.

ais-logoTo your point about being out there, a lot of sommeliers are quick to brand themselves as unofficial evangelists for certain regions or wines to try and garner some attention. Nothing wrong with that, but do you feel pressure to push and differentiate yourself?

I actually don’t feel much pressure. AIS is a great school and taught me a lot. Of course I feel much more confident talking about Italian wines, but as I said before, this is a field where you never stop learning and Sommeliers must always be humble and accept the fact that their input is not always required and everyone has a different palate. As an Italian Sommelier and wine rep, I love when people ask me questions about Italian wines, production and food pairing. I see a trend that American consumers are becoming more aware about what they eat and drink and are also becoming more interested and curious about wines. For an Italian living in the United States, it is such a pleasure to find that there is interest in Italian wines other than just Chianti and Barolo.

sommelierSommelier certification has inspired plenty of debate in the wine world. How important is sommelier certification, in your mind, for the new generation coming up?

I think that for people wanting to work in the restaurant business, a Sommelier certification is a must in order to become a wine expert. This course of study provides a wide knowledge of enology, territories, regulations and food pairing. Actually, in Italy there are more and more young people studying to become Sommeliers and in many cases they only do this to compliment their passion for wines. In my opinion, becoming more aware and educated on wine is important for new generations because it allows one to explore history and traditions.

Describe your favorite traditional Italian meal and the wines that you would pair with it.

Ah! This is not an easy question! I love Italian food in general, but especially now that I live abroad I really crave food from my hometown: Casoncelli and Spiedo con polenta! Casoncelli is a fresh filled homemade pasta (like ravioli) stuffed either with spinach and ricotta or bread and cheese. Spiedo is the Brescian name for small game barbeque such as: birds, rabbits or quail. I would pair the Casoncelli with a Brut Franciacorta and the Spiedo with a Groppello del Garda.

tastevinRegion of affection at the moment?

No region of affection, at the moment I am more interested in discovering Pinot Noirs from all around the world. Working with BevCo as an Account Manager allows me to learn a lot about international wines. It is interesting to taste how different territories and climates influence the final product even though they grow from the same grape.

Favorite wine lists in Houston?

I have found out that there are great wine lists to be found at all kinds of Houston restaurants. I love the international wine lists at Arturo Boada, Mosset, Camerrata, 13 Celsius, and of course the Italian only lists at Divino, Amalfi, Poscol and Da Marco.

vino2What is the most challenging situation you’ve been in or request you’ve received as a sommelier?

A Sommelier or a wine rep should always consider that your own opinion may not always be the best fit it or the right choice. You have to learn to listen to your customers because as a Sommelier you know wines, but at the same time a restaurant owner knows his customers. So the challenge becomes finding the balance between your suggestions and a restaurateur’s experience. It is never easy because restaurant owners may be afraid to try different options, affectionate of their old wines, or concerned over their customers’ reactions to menu changes. This is not a one-time sale job. Building a lasting relationship of trust and respect with your customers is critical and one must never forget that these relationships are difficult to build and easy to ruin.

Tiziana Ciacciofera Triolo for SdG Intl