L’amministrazione guidata dal sindaco Carlo Scibetta punta alla sua valorizzazione attraverso iniziative di tipo enogastronomico e scientifico. Ed è proprio il primo cittadino a suggerire qualche ricetta irrinunciabile con cui gustare questa delizia.
Palazzolo Acreide punta sull’enogastronomia valorizzando uno dei gioielli della sua tavola, il tartufo. Quali sono le caratteristiche organolettiche che lo contraddistinguono?
Quando parliamo di tartufo non faccio riferimento ad una sola specie. Tanto per fare un esempio, tra i tartufi neri dobbiamo distinguere il tuber aestivum, dal tuber brumale e dal melanosporum; nei bianchi, tra tuber borchii e tuber escavatum. Tutti tartufi che sono stati trovati e si trovano nell’areale palazzolese e dintorni.
Di ognuno delle specie suddette andrebbe fatta una scheda, non solo sulle caratteristiche organolettiche ma, soprattutto, sulle caratteristiche minerali e quindi nutrizionali. E’ questo uno degli obiettivi che ci siamo posti per una migliore valorizzazione del prodotto; in tal senso, ha dato la disponibilità il prof. Venturella dell’Università di Palermo-Corso di studi in Scienze agrarie e forestali. Questi progetti sono fondati su una certezza, confermata dalla stessa Università di Palermo: il tartufo degli Iblei è di buona qualità e non è secondario a nessun altro tartufo rinvenuto sul territorio nazionale.
In un recente convegno avetediscusso di questo prodotto con degli esperti del settore come “nuova occasione di attrazione turistica e gastronomica” come intendete promuovere il territorio legandolo alla buona tavola? Che iniziative sono già attive su questo fronte o quali partiranno a breve?
L’Agrimontana, rassegna dell’agroalimentare, oramai alla sua 14^ edizione, comprende la mostra miconaturalistica, organizzata dalla locale associazione micologica Bresadola, sezione Acrense, dove fa bella mostra anche il tartufo.
In diversi ristoranti di Palazzolo è possibile assaggiare pietanze a base di tartufo quasi tutto l’anno e in alcuni esercizi commerciali si vende il tartufo a prezzi non proibitivi.
L’iniziativa svolta nei giorni scorsi è servita a fare il punto della situazione anche sulla possibilità di coltivare il tartufo. L’assessorato regionale all’Agricoltura ha già impiantato da circa 8 anni una tartufaia in territorio di Palazzolo e dal prossimo anno dovrebbero esserci i primi risultati.
Si ha la convinzione -ma vi sono anche i riscontri- che questo è un territorio vocato per la tartuficoltura.
La promozione delle tipicità e dei prodotti enogastronomici di eccellenza sono sempre più spesso risposte di successo alla crisi. In questo senso qual’è l’esperienza del vostro territorio?
L’esperienza è positiva in quanto ci accorgiamo sempre di più che i prodotti tipici, i piatti tipici, insieme alle tradizioni, più dei reperti archeologici, del barocco, rappresentano le vere attrazione per i visitatori di questi luoghi.
Un consiglio per i buongustai: come deve assolutamente essere degustato il vostro tartufo?
Non sono un ristoratore quindi posso basare la risposta solo sui miei gusti; io consiglio di assaggiarlo affettato su un piatto di pasta, possibilmente spaghetti tipo carbonara o,semplicemante, su spaghetti conditi con dell’olio extravergine di oliva. Il tartufo si presta, per il suo odore e sapore marcato, anche ad essere mangiato in abbinamento con la carne.
Santina Giannone