Francia, via libera all’etichetta nutrizionale Nutri-Score Assolatte: “Approccio semplicistico con conseguenze negative sul Made in Italy”

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latteE’ ufficiale ormai. Dopo il via libera di Bruxelles, la Francia adotterà il cosiddetto Nutri-Score, etichettatura nutrizionale che permetterà di evidenziare in maniera immediata le proprietà nutritive di un determinato prodotto. Un aiuto, senz’altro, per quei consumatori orientati verso uno stile di vita sano e, quindi, anche verso scelte alimentari consapevoli.

Tuttavia, quando si parla di consapevolezza in campo gastronomico e alimentare, in particolar modo in Italia, entrano in ballo diversi fattori, che non tengono solo conto della qualità del prodotto in termini nutritivi e organolettici, ma anche in termini di storia e tradizione del territorio. Ragion per cui l’etichettatura adottata dai cugini d’oltralpe ha fatto discutere molti nel nostro Paese.

xWeb_LVR_3270Ma andiamo per ordine.

All’inizio dell’anno, il Ministro della Sanità francese, Marisol Touraine, al termine di una sperimentazione su sessanta supermercati, aveva motivato la scelta di adottare l’etichettatura Nutri-Score con l’obiettivo non di indirizzare le scelte dei consumatori, ma di consentire loro, con un rapido sguardo, di scegliere il prodotto meno dannoso tra quelli sugli scaffali.

coloriSulla scia di un’etichettatura “a semaforo” già presente in Inghilterra, Nutri-score si basa sull’uso di cinque sfumature di colore, che vanno dal verde all’arancio intenso, assegnate agli alimenti in base alla prevalenza di nutrienti considerati positivi per la salute (fibre, proteine, frutta, verdura), oppure di quelli negativi (zucchero, sale, acidi grassi saturi), da limitare al fine di combattere malnutrizione e obesità.

Una decisione, quella del ministro Touraine, che da subito ha trovato sostegno da parte delle associazioni dei consumatori ma che, d’altro canto, ha suscitato non poca avversione tra i produttori francesi e non solo. A guardare bene, infatti, anche il comparto alimentare italiano sarebbe coinvolto in tale decisione, visto che la Francia rappresenta il secondo partner commerciale del nostro Paese. Quale sarebbero, quindi, le conseguenze sulle eccellenze del Made in Italy?

olio_extravergine_oliva_shu_253044214Già nell’aprile scorso la Coldiretti si era pronunciata sul provvedimento, affermando che l’adozione del Nutri-Score metterebbe a rischio ben 4,2 miliardi di euro di esportazioni Made in Italy, nuocendo sull’85% dei prodotti Dop, che la stessa Unione Europea dovrebbe invece tutelare e valorizzare. “Ad essere bocciati dal semaforo rosso – spiegava allora la Coldiretti –  ci sono tra gli altri le prime tre specialità italiane Dop più vendute in Italia e all’estero come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma, ma si arriva addirittura a colpire anche l’extravergine di oliva, considerato il simbolo della dieta mediterranea”.

Fino ad arrivare alla netta presa di posizione da parte di Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte: “Nutri-SUnknowncore rischia di bollare come negativi degli alimenti di elevata qualità e di grande valore nutrizionale, facendo dimenticare che non è il singolo alimento a determinare sovrappeso o rischi per la salute ma sono piuttosto la qualità complessiva della dieta e lo stile di vita adottato dal consumatore. Quindi, si corre il rischio concreto che questo sistema venga percepito dal consumatore come mera segnalazione di prodotti a rischio salutistico e risulti così discriminatorio verso i formassolatteaggi della grande tradizione italiana, Dop, Igp e Stg compresi”.

Un approccio semplicistico, quello del Nutri-Score, in contrasto con il principio secondo cui ogni alimento occupa un posto specifico nel processo nutrizionale. Una dicitura, insomma, che parrebbe mortificare i tesori alimentari della tradizione italiana, svilendo l’equilibrio e il pregio di una dieta, come quella mediterranea, riconosciuta in tutto il mondo.

Serena d’Arienzo

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