Focus Miele: api malate e produzione ai minimi storici. L’intervista.

0
1677

capanoIl miele ha accompagnato da sempre immagini di grande dolcezza: ” sei dolce come il miele“, si è spesso detto rispetto a persone che ci sono particolarmente care, o “va giù come una goccia di miele“, quando dalle parole di qualcuno abbiamo ricevuto conforto e sollievo. Il miele, uno dei prodotti naturali più importanti e più ricchi, è stato – ma rischia di non essere più – il compagno della nostra infanzia.  Quanti di noi ricordano la merenda fatta di pane, burro e miele? Quanti di noi non hanno apprezzato dolcetti di carnevale ricoperti di miele? E soprattutto, quanti di noi  si sono fermati ad osservare e a cercare di capire l’estrema complessità della struttura sociale delle api ed il loro indefesso lavoro per produrre il miele? Forse quest’ultimo aspetto è riservato ai più curiosi, e sicuramente agli addetti ai lavori: ma la vita delle api regge il nostro sistema, sostiene la vita e mantiene in vita il pianeta. Eppure oggi  le api sembrano essere malate. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Capano, chef, scrittore e consulente alimentare, che cura un interessante sito di alimentazione e salute ( cucinaesalute.com  )

mieleCapano, cosa sta succedendo al nostro miele?

Non esiste in natura un prodotto dolce così intimamente legato al clima e all’ambiente tanto che se scomparisse la sua produzione, e quindi chi di questa produzione in maniera naturale si occupa, sarebbe un guaio molto, molto grosso e serio per tutti al di la che si ami o no il miele.Nel 2016 si è registrato un preoccupante crollo della produzione che arriva a malapena a mille tonnellate, un livello negativo mai raggiunto da 35 anni a questa parte con crolli verticali del solo miele di acacia di ben 400 tonnellate in meno.

Miele-3Ma è un fenomeno solo italiano o si registrano flessioni anche in altri paesi?

Non è solo un fenomeno italiano, ma il fatto che questa tendenza colpisca anche i Paesi dell’Est Europa, altri grandi produttori di miele, consola ben poco e anzi rende il tutto ancora più preoccupante perché segnala un malessere molto chiaro che coinvolge direttamente le api, la loro vita e il loro fondamentale operato per la biodiversità.

Oggi arriva questo suo grido d’allarme molto forte e chiaro. Ma come si è arrivati a questo punto? Era prevedibile un tale crollo?

Probabilmente non era insospettato questo crollo visto che da molto i produttori di miele hanno segnalato l’influenza nefasta e devastante dell’uso di determinati pesticidi in agricoltura a cui si somma il cambiamento climatico in atto e sotto gli occhi di tutti.
Per gli apicoltori, il cui numero malgrado la crisi è rimasto sostanzialmente stabile, è soprattutto la questione dei pesticidi neonicotinoidi a portare più problemi in assoluto, anche se gli agricoltori sono di parere opposto denunciando il fatto che questa sostanza non viene più utilizzata da anni.
miele meli3Fatto sta che secondo alcuni studi i neonicotinoidi nel momento in cui sono impiegati nel mais e nei cereali non invernali sono un’attrazione irresistibile per le api lasciando in pegno ai maschi di questa specie una netta riduzione della fertilità.
Non a caso diversi soci Conapi, il Consorzio Apicoltori ed Agricoltori Biologici Italiani, hanno messo in luce una drammatica riduzione della spinta riproduttiva delle api in particolare in quei contesti ambientali in cui l’uso di determinati pesticidi è più spinto e frequente.
A tutto questo si aggiunge la minaccia degli ultimi mesi riguardante la presenza preoccupante del parassita Aethina Tumida che svaligia le arnie portando scompiglio tra le famiglie di api.

Un vero disastro…

Un problema rilevante quindi anche perché spesso non si immaginano neanche lontanamente le bellissime applicazioni che si possono fare in cucina con il miele e i tanti prodotti che da questo dolcificante derivano. Per i consumatori è importante allora fare alcune utili considerazioni di cui tenere conto. Per prima cosa non fermarsi all’uso del miele più classico come millefiori e acacia, esistono decine e decine di ottime varietà che vale la pena provare e assaggiare. Questo anche perché nei mieli più classici si verificherà nei prossimi mesi sicuramente un aumento sensibile di prezzo essendo rimasta invariata la domanda a fronte di un offerta diminuita in maniera sostanziale.

arniaQuale tipo di miele ci consiglierebbe quindi di provare in alternativa? 

Un miele poco diffuso come quello di coriandolo che nel 2016 ha avuto in controtendenza un abbondante produzione manterrà un buon equilibrio tra costo e qualità e varrà sicuramente la pena assaggiarlo e degustarlo senza alcuna pregiudiziale.
Infine molta attenzione alla qualità del prodotto acquistato perché pur di mettere in commercio le varietà di miele più diffuse aumenterà la probabilità che aziende senza scrupolo arrivino ad adulterare il prodotto per modificarne il colore, il sapore e la fase di cristallizzazione.

 

Alessandra Verzera

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui