Executive Chef Simone Strano : ” Il successo parte dall’ignoranza”

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strano2Largo ai giovani! Si, specie se tanto sapientemente hanno imparato dai Maestri. Come nel caso di Simone Strano, il giovanissimo chef colto che cita Kundera e Pirandello mentre realizza opere d’arte nelle cucine pià prestigiose d’ Italia. Per il Gruppo Ragosta, Simone Strano firma una cucina d’autore a cinque stelle, da Taormina a Roma.

strano5Simone Strano, ci racconta gli step fondamentali della sua carriera?

Risale al 1999 la mia prima esperienza lavorativa nel Ristorante “Villa Mirador” vicino Catania ma è nel 2003 la mia prima vera esperienza come responsabile di cucina presso il Silence Hotel Wengenerhof a Wengen in Svizzera. Di grande importanza per me anche altre esperienze estere presso il Ristorante Il Padrino a Lucerna, il Ristorante Rialto e l’hotel Alpenland a Gstadd. Nel 2010 e 2009 sono tornato a Taormina e ho lavorato a La Capinera, 1 stella Michelin, per poi passare all’hotel El Jebel. Negli ultimi 4 anni ho iniziato a lavorare nelle strutture del gruppo Ragosta Hotels Collection e sono diventato 1° Chef di cucina del Ristorante Fusion a La Plage Resort di Taormina, sull’incantevole scenario di Isola Bella. E oggi eccomi qui a guidare la cucina della nuova struttura del gruppo, il Ristorante Senses a Palazzo Montemartini.

strano10Come è stato lasciare la Sicilia essendo praticamente poco più che adolescente?

È stato divertente, avventuroso…quasi inconsapevole. Sono convinto che, per quanto non sia mai troppo tardi, fare alcune scelte da giovanissimi non possa che essere vantaggioso. L’intraprendenza, la spregiudicatezza e la leggerezza con cui generalmente da diciottenni ci si affaccia alla vita, consentono di affrontare il mondo nella sua pienezza. Certo, i momenti di nostalgia non hanno tardato ad arrivare. Tuttavia, col supporto dei miei affetti più cari, sono riuscito ad affrontare le mie fragilità e a maturare una maggiore consapevolezza rispetto alla scelta che avevo fatto. Ogni tanto un “tuffo” a casa e tengo sempre in valigia le mie origini e le mie tradizioni.

strano6strano4Cosa ha imparato nei suoi numerosi viaggi al di fuori della sua terra d’origine?

Si impara sempre e ovunque, basta guardarsi un attimo intorno. Fuori dal mio guscio ho imparato ad accettare e condividere punti di vista diversi. Ho imparato a conoscere i miei limiti e ad essere consapevole delle mie potenzialità.

Tutte le strade portano a Roma: mai proverbio potrebbe essere più adatto al suo percorso professionale. Oggi lei è Executive Chef di uno dei cinque stelle più innovativi della capitale. Cosa conta di più, secondo lei, la sinergia, l’autorità, la gerarchia?

strano7E chi può dirlo! Penso che noi viviamo come “uno, nessuno e centomila”: siamo uomini, fratelli, mariti, padri, professionisti. Ogni giorno entriamo in contatto con gli altri, ed è in relazione all’altro e al riflesso che ci torna che disegniamo la nostra persona. Così, in ambito lavorativo, il modo di pormi rispetto ai colleghi è a misura di relazione. È fondamentale la sinergia, talvolta occorre l’autorità ed è importante avere chiara la gerarchia.

strano3Lei è partito subito con strutture di alto livello, specialmente a Taormina: come si costruisce il successo professionale avendo pochi anni e molta responsabilità?

Il successo professionale, per me da intendersi come il desiderio di essere sempre competenti nel proprio campo, si costruisce partendo dall’ignoranza ,alla maniera di Kundera, che sottende l’umiltà. Poi…una buona manciata di audacia e un pizzico di intraprendenza! Insomma devo quasi tutto all’educazione ricevuta dai miei genitori.

strano8Secondo lei quale delle due è l’affermazione più vera tra: “sbagliando si impara” e “studiando si impara”?

Sono vere entrambe! Senza errore non c’è discernimento, senza studio non c’è cultura. Si cresce insomma sbagliando e studiando.

Qual è la materia prima con la quale preferisce lavorare?

Ogni prodotto della terra appena colto. Sono cresciuto in campagna dove, sin da bambino, osservavo mio padre accompagnare la natura in ogni suo passo (la cosa che mi pesava di più era alzarmi molto presto per innaffiare le mie piante!); prima il seme, poi il fiore, infine il frutto. E anch’io, come mio padre, ho voluto ritagliarmi un piccolo spazio di rapporto con la terra. Adesso sono grato alla mia infanzia che oggi mi permette di riconoscere gli odori più veri, di apprezzare e proporre il gusto semplice di ogni prodotto che cucino.

simone strano1Expo Food & Wine, Salone del Buon Cibo e del Buon Vino, ai nastri di partenza a Catania. In che cosa la vedremo impegnato?

Il 29 novembre alle ore 15.00 sarò felice di proporre uno show coking accompagnato dalla mia squadra: amici d’infanzia, compagni di scuola, oggi anche colleghi.

Progetti futuri?

Probabilmente un festival di alta cucina a Taormina che mi darà la possibilità di confrontarmi con chef di alto profilo nel panorama italiano. Al momento invece c’è la volontà di proporre il meglio a Palazzo Montemartini in quanto è una struttura nuova ma che ha tante potenzialità ancora tutte da scoprire e soprattutto in fatto di cucina. Questa è la sfida più importante per me.

 

Alessandra Verzera

 

Foto: maurodileva.it ,

Gruppo Ragosta Hotels Collection,

Antonella Lucchetti,

Emanuela Sessa,

Simone Strano,

web.

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