E così anche questo anno volge al termine. I bilanci sono in negativo da anni, ma questo 2015 che sicuramente non rimpiangeremo ha stabilito un primato poco invidiabile, con un progressivo ed inarrestabile impoverimento della famiglia italiana media e con sempre più frequenti rigurgiti verso una classe politica che non risponde alle esigenze dei cittadini, nè a livello locale nè centrale. Ma anche con l’allargamento e l’imbarbarimento dei conflitti, con gli attentati di matrice terroristica, con le paure vecchie e nuove, con i timori e le incertezze, con la diffusa sfiducia nel futuro da parte soprattutto dei più giovani.
Di certo guarderemo a questo anno che ci lascia con occhi disincantati e senza rimpianto, augurandoci che il 2016 – per giunta bisestile – sconfessi la sua fama e sia finalmente l’anno di una svolta significativa, specialmente per quanto riguarda la salute del Paese, la risoluzione dei conflitti in atto e la distensione tra i popoli.
L’ultima festa degna di nota, San Silvestro, si annuncia sotto tono. Colpa del diminuito potere d’acquisto e capacità di spesa da parte delle famiglie, ma anche di una generalizzata svogliatezza. Niente viaggi perchè costano troppo e perchè comunque la paura alberga, più o meno latente, in moltissima gente. La casa, tutto sommato, rimane sempre il luogo più sicuro, e la famiglia il vero bene rifugio. La conquista in coda a quest’anno è il divieto di “botti”: divieto che, c’è da scommetterci, verrà puntualmente disatteso, come quasi tutti i divieti giàcchè è noto che ciò che più attira è ciò che è proibito. Mi viene da pensare – probabilmente in un momento di raro qualunquismo – che se la gente non si astiene dallo sparare mortaretti per amore delle proprie stesse mani e dei propri stessi occhi, difficilmente lo farà per amore dei cani e dei gatti; anche se me lo auguro vivamente ed anche se vi esorto tutti a non accendere petardi rumorosi e pericolosi. La paura è una cattiva compagna sempre, e tanto più lo è quando non trova spiegazione e non può essere, dunque, placata . E come potrebbe un cane spiegarsi che ciò che per lui è terrore per altri è divertimento? Palermo, va detto, si è aggiunta alla lista delle città in opposizione all’usanza dei “botti”. Staremo a vedere, anzi a sentire. Ma da una città in cui le biciclette del Bike Sharing vengono trafugate io, purtroppo, non mi aspetto più neanche tanto. Le grandi città, illuminate ed addobbate anche ad accogliere i sia pure pochi turisti, portano in piazza artisti di varia caratura, edulcoranti aleatori a tristezze ormai fin troppo quotidiane e consuete. E i locali? L’offerta è praticamente inesauribile, e il dato emergente è la notevole flessione dei costi. I pantagruelici ” cenoni” a cui l’italiano si era abituato diventano qualcosa di più sobrio che rinuncia all’eccesso ed al superfluo in favore di una spesa più contenuta. Lo Champagne diventa Prosecco e le ostriche, anche se ormai facilmente reperibili a buon mercato, vengono sempre più spesso soppiantate da crostacei e molluschi spesse volte anche più gradevoli di reperimento locale. Fagiani e faraone e cacciagione d’elite cedono il passo alla cucina più tradizionale, con spiccata tendenza alla regionalità.
I formaggi francesi rimangono sugli scaffali, in favore del prodotto interno di filiera. Il che abbatte anche notevolmente i costi e quindi la richiesta economica al pubblico. E quindi menù sfoltiti ma, immancabili su tutte le tavole pubbliche e private, i cotechini e gli zamponi con le lenticchie. Ma anche l’uva, simbolo di agio e prosperità, i datteri e la frutta secca, specie nel meridione d’ Italia ed in Sicilia, quale trait d’union con il retaggio arabo anche in campo enogastronomico. Lo stesso però si fatica a registrare il tutto esaurito, e il tempo sta ormai per finire. La stessa cosa vale per le strutture ricettive che offrono i cosiddetti “pacchetti”, alcuni dei quali a costi davvero contenuti. Ciò malgrado gli operatori sono ben lungi dal ritenersi soddisfatti. Neanche quelli che, in alternativa, offrono il “dopo cenone”, per lo più ad una fascia di clientela più giovane che trascorre la mezzanotte in famiglia e d esce poi a bere qualcosa o a consumare dolci e panettoni. Tra tutti gli inviti, le pubblicità, le locandine e le proposte che mi sono arrivate in questi giorni in redazione, una in particolare mi ha fatto sorridere : erano elencati il menù, il costo ed i numeri telefonici a cui fare riferimento per effettuare la prenotazione. Una nota a margine spiegava che la prenotazione sarebbe stata accettata rigorosamente entro e non oltre le ore 20.00 del 31 dicembre 2015. Come dire…cos’altro aggiungere?
Da parte mia, ed a nome del mio Editore, del mio Vice Giuliana Avila Di Stefano, del Direttore Editoriale Francesca Giunta, della Responsabile Esteri Tiziana Ciacciofera Triolo e da parte di tutta la mia redazione, del personale tecnico e dell’intero staff, vi giungano gli auguri più sinceri per un anno che sia colmo di serenità, di pace , di armonia, di affetti sinceri, di amicizie consolidate , di aspettative conseguite, di amore e prosperità.
Felice 2016 a tutti
Alessandra Verzera