Ai novaresi non piace molto, secondo me.
Niente avvocati, né Novara “bene”, nè gran ricconi locali stasera al Bistrot, di Antonino Cannavacciuolo : solo persone disposte a “sperimentare”, gente curiosa, normale, come me e la mia amica Pier.
Gira voce che si mangi poco, ed è ovvio, se vuoi Il salam d’la Duja e la Paniscia vai pure da un’altra parte. Questo è il Bistrot di un Re Mida della cucina italiana, di uno dei pochi stellati che sono anche davvero simpatici ed entrano nel cuore della gente.
Il luogo è particolare per la storia della città e la vista, dal terrazzo, è splendida anche ad ottobre.
Abbiamo scelto il Menù “Sipario”, una degustazione di 5 portate a cui abbiamo aggiunto un aperitivo fornito di “bollicine” e un passito col dolce. Vincenzo, lo chef, ci ha accolte con alcuni stuzzichini tra cui ho apprezzato molto quello alla burrata e il tonno, con un pomodoro verde saporito ed eccezionale, cotto varie ore sotto vuoto. Per la verità anche il pomodoro rosso aveva un gusto vero, genuino, ottimo e la focaccia minuscola era davvero buona
Il crudo di ricciola, papaia, cipollotto e sesamo era sicuramente una degustazione particolare: il piatto è un’opera d’arte, come ogni piatto qui, e il sapore non si dimentica perché è semplice e particolare nello stesso tempo. Malgrado la raffinatezza della presentazione persino la quantità è giusta, sembra anche molto di più di quanto ci si aspetti a prima vista.
Il risotto è un omaggio alla mia amata città del riso, Novara, e al Mezzogiorno italiano; si sposano nel piatto ricci di mare, capperi, limone e acciuga in modo delizioso. Non è un risotto salato come ti aspetteresti quando ti dicono che c’è l’acciuga, non è insipido e neanche acidulo per via del limone: è un piatto che ti consegna direttamente il sapore del mare. E del resto gli equilibri ed i bilanciamenti di sapori, agglomerati poi in un blend rotondo, sono gli “equilibrismi” di chi ha “staccato” molti colleghi conquistando posizioni di rilievo nel panorama culinario internazionale. Senza esagerare; questo è un ottimo piatto, da provare, un risotto cotto al punto giusto, proprio buono.
A seguire viene presentato un piatto di minuscoli gnocchetti di patate e ci dicono che addirittura si facciano i turni per realizzarli. Sono con cacio, pepe nero e coniglio di Carmagnola. Al centro si trova una emulsione di cacio e pepe nero che, mescolata al piatto, gli conferisce un sapore squisito.
Del rombo mi ha entusiasmato soprattutto il contorno: ottimi i fagiolini lunghi e l’emulsione composta da sedano rapa e mela verde. Rilevo che il pesce, apparentemente senza alcun condimento, era già da solo molto speciale e di qualità. L’altra prova provata del fatto che, in presenza di materia prima eccellente, il piatto è già a metà del suo percorso verso l’essere un piatto ottimo.
Il pre-dessert è tutto da annusare, profuma di basilico, sembra una “pappetta”, ma non lo è affatto.
Il dolce non ha rivali anche perché, si sa, i dolci del Sud sono sempre meglio del solito noioso bunet novarese.
Il pane è buonissimo e viene presentato con un burro gustoso, francese e , se fai anche un po’ di “scarpetta”, come ho fatto io, e finisce presto te lo riportano subito!
Il servizio è migliore che nei reparti di rianimazione o anche a scuola, sei ragazzi esperti sanno accogliere e consigliare, praticamente il rapporto è 1 a 6: essenzialmente perfetto.
A noi è capitata Giulia, una bella ragazza, colta e competente che ci ha accompagnate in questa esperienza, non so quanto guadagni, ma immagino bene perchè è la cameriera ideale, sorridente, esperta, capace di ironia e complicità.
Mi sono trovata proprio bene in questo ristorante, che reputo il migliore di Novara.
Il costo c’è : è evidente che qualità, servizio e professionalità debbano essere pagati. Il nostro conto è stato di € 231, e comprendeva due Menù Sipario, una degustazione di vini in abbinamento alle portate: cinque calici in totale, dall’aperitivo al passito. Non per tutti i giorni ma decisamente anche un pelo sotto la media per locali di simile progenie.
In definitiva, il Bistrot di Antonino Cannavacciuolo, con le sue atmosfere un po’ vintage ed il mobilio anni 60 su cui stanno poggiate pregevoli porcellane inglesi, non è un locale adatto a tutti nè per i gusti o le possibilità di tutti. Tuttavia è un luogo contemporaneo piacevole, adatto a cene romantiche, colazioni di lavoro e situazioni in cui sia possibile passare facilmente dal formalismo alla convivialità. Ideale per ricorrenze, anniversari e piccoli eventi, ed anche a cene in famiglia – proprio per la sensazione di “casa” che gli allestimenti infondono – non può non colpire l’interesse del gourmand.
Consiglio a tutti una visita a Novara che non è solo la Fatal Novara della Storia, ma anche un luogo in cui il bello, il buono e il gusto si affacciano sulla bella piazza della città.
Laura Razzano
Scheda:
Patron : Antonino Cannavacciuolo
Chef : Vincenzo Manicone
Coperti: > 60 (in) – > 50 (out )
Range: Alto
Categoria: Ristorante Gourmet
Ranking (*)
Location: 5
Cibo: 5
Carta Vini: 4.5
Presentazione: 5
Servizio: 5
Mise en place: 5
Atmosfera: 4
Allestimenti: 4
(*) Legenda :
1 = pessimo 2 = scadente 3 = sufficiente 4 = ottimo 5 = eccellente.