Ultima sfilata gastronomica al Fooddays 2012

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fooddaysAl Sicilia Outlet Village di Agira, sta per concludersi  il Fooddays 2012 , l’evento che ha avuto enorme successo, attirando visitatori da tutta la Sicilia, sia per la posizione strategica, sia per la qualità del programma che si è tenuto.Patron della manifestazione, Andrea Graziano, imprenditore della ristorazione catanese, che coniuga ai massimi livelli, la buona qualità e la promozione del territorio. (G. AV.)

Siamo riuscita a congiungere il nostro lavoro, che è una passione, con piacere di divertirci, organizzando incontri culinari ed eventi – ci dice Graziano – e questa manifestazione ha portato all’apice la mia teoria di enogastronomia e sviluppo del territorio”

Già, perché qui, al Fooddays 2012, come si era già notato in precedenti eventi organizzati sempre da Graziano, non si parla solo di produttori, non si gusta semplicemente. Avviene, un qualcosa di spettacolare, da cui tutti dovremmo imparare: i gruppo di chef emergenti e i differenti produttori alimentari ed artigianali, sono uniti insieme, con lo scopo di crescere, ognuno nella propria specificità e nel nome di uno sviluppo della Sicilia.In un momento di crisi economica, ci si rende conto, che come dicevano le nostre nonne “l’unione fa la forza”.

Chicca di queste settimane sono state le cene denominate Teatrodel Gusto, in cui solo 60 fortunati partecipanti prenotati, a pagamento, hanno degustato le prelibatezze preparate dai grandi chef siciliani emergenti.

Non una semplice cena, ma appunto,  Teatro del Gusto, show food, in cui gli chef cucinano davanti ai commensali, spiegano e dialogano con loro.

Protagonisti di volta in volta del  Teatro del Gusto, gli chef Accursio Craparo per la prima cena, Francesco Patti con Domenico Colonnetta e Dario Di Liberto per la seconda, Onofrio Brucculeri con Peppe Bonsignore per la terza, e per l’ultima cena, di sabato 10 novembre, Pietro D’Agostino con Vincenzo Candiano e Fabrizio Mantovani.

Mantovani, è uno chef creativo e polivalente. Infatti lo si potrebbe definire musicale “La musica per me è una necessità. La mia cucina, una conseguenza – ci dice – ho compreso sin dall’inizio della mia attività che  non esiste un modo per esprimere un concetto attraverso il cibo. Il cibo per me è sempre stato tante cose: immagini, volti, suoni, colori, arte, design. La forma ha sempre seguito il gusto. Ecco perchè cerco in queste performance che definirei urbane un continuo sovrapporsi di espressioni.  La contaminazione è la base salda delle mie proposizioni. Gustare è azione – continua Mantovani – Non è il semplice passare il cibo attraverso la bocca e lo stomaco. Come non è la stessa cosa giudicare un’opera d’arte, pensando ad essa o semplicemente sfiorandola con lo sguardo. Io cerco un nuovo valore del cibo legato intimamente alla contaminazione, alla curiosità alla Condivisione. IL cibo è una performance dell’esperienza del gusto. Basti pensare ai mercati. Mangiare è Vivere Testare è Evolversi”.

Con lui ai fornelli ci saranno Pietro D’Agostino e Vincenzo Candiano, rispettivamente del ristorante La Capinera di Taormina, e della Locanda Don Serafino di Ragusa Ibla.

Questi tre chef, non si limiteranno però alla preparazione della cena serale, ma, effettueranno anche dei laboratori di degustazione in cui esalteranno con spettacolari preparazioni, gli ingredienti al fine di una creazione superlativa. “Credo nella magia, quella del piatto, nel suo viaggio dalla cucina al tavolo, fino ad arrivare alla bocca – afferma  Pietro D’Agostino – E così che gli ingredienti narrano la loro storia e s’esaltano per la combinazione con cui la mia fantasia ha voluto proporli.”

Vincenzo Candiano, invece, è uno chef con una storia diversa dai precedenti. Ha ricevuto nel 2007 il titolo di “Miglior Giovane Chef Emergente del Sud Italia” per mano del maestro Marchesi ed è membro della prestigiosa associazione nazionale CHIC (Charming italian chef).  Un piatto che lo caratterizza sono sicuramente gli “Spaghetti freschi al nero con Ricci, ricotta e seppia” dove la ricchezza della ricotta vaccina crea un vellutato equilibrio con il gusto forte e iodato del ricci di mare – ci spiega con umile orgoglio – tanti miei colleghi hanno alle spalle gavette stellate sia in Italia che all’estero, nei loro confronti mi reputo un autodidatta, con la consapevolezza che ogni nuovo piatto in carta vale il doppio dell’impegno ma con la soddisfazione che sto esprimendo il “mio” stile di cucinare. La mia cucina si nutre dei sapori e dei ricordi della tradizione siciliana ed in particolare quella Iblea . Per far sì che tutto ciò si concretizzi , uso quasi esclusivamente materie prime della mia Terra. Elaboro piatti regionali per gusto ma contemporanei per estetica e concettualità”.

Questa è la “Sicilia che più ci piace – sottolinea Graziano, l’organizzatore – una Sicilia, dove capacità, umiltà e sapore sono coniugati da una forte passione, rispetto per l’altro e voglia di emergere”.

 Giuliana Avila

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