Per il mondo islamico arriva anche la mozzarella di bufala certificata “halal”

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La Campania si propone al mondo islamico con la mozzarella di bufala certificata “halal” ossia prodotta rispettando i dettami della cultura musulmana. Il progetto nacque sei mesi fa sotto l’egida del “Consorzio mozzarella di bufala campana dop” immaginando di soddisfare i mercati esteri e la fetta di mercato nazionale osservante le leggi islamiche, e ora il riconoscimento è diffuso tra parecchie aziende locali. (P. Pi)

Una sfida che i consorziati dell’organismo ufficiale che tutela la bufala hanno accolto subito con entusiasmo assicurandosi la certificazione adeguando il proprio disciplinare di produzione. Solo in ottobre, il Consorzio di Tutela aveva portato la sua esperienza al seminario di studi “La certificazione: dalla sicurezza alimentare alla conformità religiosa Halal – strumento per lo sviluppo dell’internazionalizzazione e dell’integrazione alimentare” a Roma, a riprova che il tema è attuale e di grande interesse, e un’esigenza che chi è sul mercato dovrà essere in grado di poter soddisfare sempre più in futuro.

A tavola anche per il formaggio dunque, serve tenere conto delle osservanze religiose, per favorire l’integrazione interculturale. Il mercato estero ha già recepito con favore questa apertura, tanto che il Console generale di Indonesia a Napoli, Giuseppe Testa, al termine della visita dello scorso 21 dicembre della delegazione di parlamentari del Paese asiatico in provincia di Caserta, nata dall’interesse verso la mozzarella di bufala campana dop certificata “halal”, aveva dichiarato: “L’Indonesia è un mercato molto promettente per la mozzarella di bufala campana, su cui vale la pena investire”.

La delegazione aveva incontrato il direttore del Consorzio di Tutela Antonio Lucisano, e i titolari del caseificio “La Baronia” a Castel di Sasso, il primo laboratorio ad ottenere la certificazione. Tra i paesi in crescita con la prima economia di tutto il sud-est asiatico, l’Indonesia – ha riferito la delegazione in terra italiana – deve essere guardata con attenzione anche sul versante economico, visto che i prodotti agroalimentari italiani registrano un forte gradimento.

L’esportazione di uno dei prodotti caseari per eccellenza tricolore è una risorsa fondamentale per le aziende produttrici: nel 2011, infatti, l’export è salito al 25% sul totale della produzione, con un balzo del 5% sul 2010, in linea con tutto il comparto lattiero caseario (export +5,79%, dati Ismea). Questo, lottando anche con il fenomeno della contraffazione, un business da oltre 100 milioni di euro l’anno, con almeno 7 milioni di chili di mozzarella immesse irregolarmente sul mercato in Italia e all’estero malgrado gli assidui controlli, e che in caso di mercati di fede musulmana andrebbe a danneggiare doppiamente offendendo il credo religioso.

All’estero sono state numerose le iniziative di promozione che hanno visto la mozzarella di bufala campana dop protagonista: dall’Anuga di Colonia al Foodex di Tokyo, dal Korea Food Expo 2011 fino all’ultima missione, in collaborazione con la Camera di Commercio, a Melbourne in Australia. Mozzarella certificata, ma oggi anche halal.

Paola Piovesana

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