Melanzane ‘mbuttunate, sapori e sensazioni

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Ogni regione d’Italia è intrisa di singolare storia, sapori, di scelte che vissute e tramandate caratterizzano il gusto del comune sentire a tavola e non solo. La Sicilia è vasta per estensione – la regione più grande e lambita dal maggior numero di kilometri in acqua salmastra – e per vicende culturalmente diverse, eppure collegate da un filo che tesse la maglia di una gastronomia ricca e varia (Ti.Ni.)

Che odora di mare, che racconta un gusto ebraico ancora vivo per quelle frattaglie cucinate e gustate per strada, che raffigura il mondo arabo in pasticceria e che assieme a sale – marino rigorosamente – spezie e “odori”, espone al mercato un pescato spesso povero ed ancor più spesso ancorato alle buone abitudini nel desinare. Ma il cibo che campeggia sulle tavole siciliane non è solo trasportato dalle onde, spesso è cullato da una terra ricca, variopinta di semine e costellata di raccolti, arsa da un sole quasi africano. Gli ortaggi diventano protagonisti in svariate preparazioni, talune complesse, altre semplici e in via d’estinzione. Come rari animali, raffigurati in stinte fotografie d’epoca o in ritratti al carboncino, alcune ricette oggi sembrano destinate a scomparire dalla memoria, le melanzane ‘mbuttunate tra queste.

Dall’Asia, viaggiando a seguito di mercanti arabi, la pianta della melanzana arriva a noi e mette radici già a partire dal XVIII secolo. Prima a popolar la mensa più mesta, poi a spopolar tra banchetti e sfarzo di feste. Per la Trinacria ed i suoi abitanti, la melanzana interpreta molti ruoli e tutti da protagonista. Molte le varietà che è possibile scegliere tra i banchi del mercato, come queste minuscole melanzane dalla scorza nera, dalla statura minuta, dal cuore tenero che in una preparazione tramandata oralmente da madre a figlia, viene farcito di semplicità: caciocavallo, per lusingare il palato, aglio, per scacciare il fastidio, menta, per profumare il piatto, sugo, per invitare il pane a far compagnia. Il sughetto che le accompagna, queste piccole perle di delizia ‘mbuttunate, può essere usato come condimento per la pasta e in tal modo il pranzetto si trasforma in un tema di profumi e sapori che si accordano sulle stesse note e regalano un piacere a tratti delicato, a tratti così deciso da esser ricordato per quell’aglio a contornare un formaggio salato e forte, che pizzica mentre stuzzica l’appetito.

Ingredienti:

1 Kg di Melanzane nere di taglia piccola
1 spicchio d’Aglio ridotto a pezzetti
5 foglie di Menta spezzettate
50 gr. di Caciocavallo stagionato, tagliato a cubetti
1 L di salsa di pomodoro fresca e aromatizzata al basilico
Olio per friggere
Sale marino e pepe nero

 

Preparazione:

Pulire le melanzane privandole del cappello e di piccole parti di pelle. Su queste zone “nude”, passare del sale, pepare e praticare delle piccole feritoie, saranno due o tre a seconda della grandezza della melanzana stessa, da cui farcire gli ortaggi con un pezzetto di aglio e un pezzetto di menta da una parte, dall’altra parte un tocchetto di caciocavallo.

 

Una volta ‘mbuttunate le melanzane, scaldare in una padella dell’olio e friggerle fin quando le parti con le feritoie risulteranno dorate. Scaldare la salsa di pomodoro, che avrete preparato in precedenza, quindi passare le melanzane fritte prima su carta assorbente e nel sugo. Cuocerle per circa 15 minuti e servire tiepide.

 

Tiziana Nicoletti

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