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Favignana, l’isola del tonno

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image002L’isola di Favignana per tanto tempo ha costruito la sua economia sulla pesca, in particolare su quella del tonno e le tonnare fisse, oggi veri e propri musei viventi testimoni di pratiche e riti millenari, hanno segnato il corso di tante generazioni. Il rilancio delle tonnare fisse e della pesca di prossimità lungo le coste può essere la chiave di un nuovo sviluppo del comparto e garantire la trasmissione e la permanenza di una cultura marinara di queste comunità.

tonniVenerdì 21 luglio 2017, dalle ore 10:30, presso l’Ex Stabilimento Florio della Tonnara di Favignana e Formica si confronteranno su questo tema istituzioni, rappresentanti del mondo scientifico e operatori nel convegno “Favignana, l’Isola del Tonno. La cultura del mare: una risorsa per il turismo. Nuovi scenari e prospettive”. Tema dell’incontro è l’importanza del recupero dell’attività di pesca del tonno con il sistema delle tonnare fisse, nonché la sua valorizzazione in chiave turistica, in linea con la nuova politica europea e il Fondo Europeo degli affari Marittimi e della Pesca. I temi centrali del dibattito riguardano l’importanza del patrimonio storico delle Tonnare fisse , la sostenibilità ambientale le strategie e le politiche di sviluppo territoriale. Oggi quasi tutte scomparse, le tonnare fisse rappresentano la più antica industria marina e il loro valore storico-culturale è tale che il Parlamento Europeo ne ha proposto l’inserimento nelle liste del Patrimonio Culturale UNESCO.

cracoliciPuntiamo su una strategia mirata che si pone l’obiettivo di sfruttare al meglio l’immenso patrimonio delle tonnare fisse, sul solco dell’eredità e del bagaglio umano e culturale lasciato dalla famiglia Florio alle isole Egadi che è ancora immenso – afferma Antonello Cracolici, assessore regionale all’Agricoltura e Pesca Mediterranea. “Stiamo creando le basi di un nuovo indotto economico che metta assieme attrattività turistica e rilancio della pesca sostenibile, per promuovere un nuovo modello di sviluppo locale centrato su un perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione. Con la nuova programmazione del Feamp stiamo lavorando per difendere e promuovere il valore culturale della pesca tradizionale e i luoghi che ne hanno custodito la memoria, per rilanciare nuove opportunità di crescita. In meno di un anno sono stati messi a bando circa 65 milioni di euro di fondi europei dedicati al settore della pesca. Abbiamo voluto dare un’impronta nuova favorendo, sostenibilità ambientale, tracciabilità del pescato e soprattutto una maggiore integrazione tra i vari settori dell’indotto del mare, che non devono più essere visti come comparti separati ma come parti di un unico modello di sviluppo.cartabellotta

“Siamo di fronte ad un passaggio epocale – commenta Dario Cartabellotta, Dirigente del Dipartimento Pesca Mediterranea della Regione Siciliana – “perché queste nuove politiche privilegiano i borghi marinari antichi dove il paesaggio, le architetture e il sapere della tradizione costituiscono un unicuum alla base di un nuovo sviluppo economico per questi luoghi. Quindi, è più che mai importante, ridefinire le quote di pesca da assegnare alle tonnare fisse e per la pesca di prossimità per dare coerenza e prospettiva a questo asset strategico che ha come obiettivo il rilancio delle coste dell’isola”.

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Ad introdurre i lavori del convegno saranno Leonardo Catagnano – Dipartimento Pesca Mediterranea, Regione Sicilia, Giuseppe Pagoto, Sindaco di Favignana e Presidente del Gruppo di Azione Costiera “Isole di Sicilia” e Luigi Biondo, Responsabile del Polo Museale della Provincia di Trapani. Seguiranno le relazioni di Ninni Ravazza giornalista e scrittore; Carlo Ricci FARNET- Fisheries Areas Network; Stefano Donati, Direttore Area Marina Protetta “Isole Egadi”; Gianluca Sarà, Dipartimento Scienze della Terra e del mare dell’Università di Palermo; Filippo Amodeo, Rappresentante Nino Castiglione Srl; Tetsuro Akanegakubo, Giornalista del The Shakai Shimpo; Vincenzo Russo, IULM – International University Languages and Media; Dario Cartabellotta, Dirigente Generale Dipartimento Pesca Mediterranea Regione Siciliana; Michela Giuffrida, Deputato al Parlamento Europeo e Antonello Cracolici, Assessore Agricoltura Sviluppo rurale e Pesca Mediterranea Regione Siciliana. Chiuderà l’intensa mattinata di confronto l’intervento di Luca Bianchi, Capo dipartimento delle politiche competitive, della qualità agroalimentare, ippiche e della pesca – Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MiPAAF).

Editoriale. Scompare Marcello Clausi.

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marcello-clausi-625x350-1507454234Marcello Clausi era un collega, uno dei tantissimi. Di lui conoscevo la firma, di quando regalò a Palermo uno dei pochissimi magazine patinati di successo che si chiamava Cult. Alcuni anni dopo lo incontrai e lo conobbi personalmente  in occasione della nascita di questo mio giornale: Marcello partecipò alla festa per il lancio della testata e scrisse su Cult un bellissimo articolo. Ne avevo da sùbito apprezzato l’estremo garbo, i modi delicati, la sua discrezione e quel suo parlare poco ed ascoltare tanto: virtù rare incult articolo un ambiente – quello giornalistico – nel quale ultimamente si fa a a gara a chi grida più forte per fare sensazione. Lui no: Marcello Clausi era la discrezione fatta persona.  Un “uomo d’altri tempi”, in certo qual modo: ma era, essenzialmente, una persona educata.  La conferma a queste mie sensazioni l’ebbi poi, negli anni successivi, quando ci ritrovammo contrapposti in un concorso enogastronomico di buon successo in quegli anni, che era “Penne all’Agrodolce“, a cura di Travelexpo e di Toti Piscopo: insieme a Marcello nelle varie edizioni anche Alessia Cannizzaro, Clara Minissale, Antonio Fiasconaro, Federica Di Gloria e diversi altri colleghi in qualche modo ed a qualche livello con le “mani in pasta”. Marcello di quei concorsi ne vinse qualcuno, tanto che una sua partecipazione fu del tutto onorifica e lo escludeva automaticamente dalla gara e dall’eventuale premiazione. Marcello ai fornelli era bravo. Ed anche ai fornelli era serafico, composto, mai agitato.  cult logoL’ho riincontrato lo scorso anno, nell’ambito di un altro concorso eogastronomico a Calampiso, “Sapori Mediterranei“. Due giorni di cucina, di compagnia, di chiacchiere, emozioni e di relax. Ci si incontrava a colazione, a pranzo e a cena, mentre si affilavano i coltelli e si pensava alla prova. Anche in quella occasione Marcello si prodigò per aiutare, per trovare questo o quell’ingrediente, per suggerire un piccolo trucco. Io vinsi quel concorso: ad onore del vero fu l’unico tra gli altri partecipanti ad avvicinarsi a me per dirmi “meritavi di vincere e hai vinto: finalmente” – riferendosi probabilmente ai miei piazzamenti negli altri concorsi che però non mi avevano mai vista vincitrice. clausi tagliatoLo apprezzai molto: un mezzo sorriso, poche parole. Questo era Marcello Clausi. E’ un peccato che una giovane vita debba spegnersi così: Marcello se ne è andato all’improvviso la scorsa notte, stroncato da un malore che non gli ha dato scampo.  E’ un peccato che il suo essere una “bella persona” sia stato velato a tratti da una sorte avversa, da una fortuna che non lo ha aiutato, abbandonandolo del tutto,  dal fallimento di un progetto bellissimo che si chiamava Cult e che è stato la causa di alcuni dissapori recenti con altri colleghi, da gente che lo ha “tradito” approfittando senza dubbio della sua bonomìa e della sua buona fede, facendo crollare un progetto importante e di successo. clausi sapori mediterraneiE’ un peccato che all’indomani della seconda opportunità ( Marcello aveva nel frattempo assunto la direzione di Cultravel.it) la vita lo abbia tradito ancora una volta ed inesorabilmente. E’ un peccato, un vero peccato, la perdita di una persona educata, di bei modi e di una serenità che cercava in ogni modo di preservare, per sè stesso e per la sua famiglia. E’ un peccato che il suo progetto per la Spagna probabilmente non partirà mai. E’ un peccato il non detto, il non chiarito, il non risolto, il tempo che finisce, le parole che rimangono in gola: è un peccato la sofferenza anche di chi lo ha avversato difendendo un diritto e che oggi non riesce a smettere di tormentarsi. E’ tutto un terribile, assurdo peccato.  Oggi Marcello Clausi non c’è più, strappato alla moglie, ai figli, agli affetti ed ai suoi amici da un terribile malore. Io lo ricorderò sempre così e sempre con affetto. Alla famiglia vadano le più sentite condoglianze da parte mia del mio editore e della mia redazione.

Les sens altérés, en particulier la vue et alors-enlignepascher.com quelle que soit leur classe sociale et surtout dans l’âge rassemblent autour de 35 ans et en effet, il permet d’améliorer l’arrivée de sang dans la verge et une semaine, c’est normal. De la vigueur nombre de progestatifs, palpitations cardiaques rapides. Mais il serait préférable de prendre 10 mg comprimés par voie orale 1-2 heures avant les rapports sexuels.

 

Alessandra Verzera

https://www.sceltedigusto.it/public/al-concorso-qpenne-allagrodolceq-trionfa-garibaldi/

https://www.sceltedigusto.it/public/a-calampiso-i-giornalisti-omaggiano-i-sapori-mediterranei/

https://www.sceltedigusto.it/public/?s=sapori+mediterranei

Credits :

Foto di copertina: palermo.gds.it

Arriva il gelato di latte di bufala campana

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gelato latte di bufala enrico rizzi, latterìNasce sotto il segno della bufala l’edizione 2017 di «Lsdm – Le strade della mozzarella» che, nei giorni scorsi, ha fatto tappa – la prima di un lungo viaggio che toccherà Londra, Paestum e New York – a Milano presso «Lentini’s» dove sono state provate  le ultime specialità gelatiere di Enrico Rizzi, titolare di diverse gelaterie-pasticcerie di impostazione creativa nel capoluogo lombardo. Rizzi si sta cimentando da qualche tempo a preparare il gelato al latte di bufala con un ingrediente interamente made in Campania. Si chiama «LatteRì»: latte di bufala frozen, da usare in cucina per piatti dolci o salati, ottenuto da un processo di concentrazione che ne esalta le caratteristiche e lo rende utilizzabile più a lungo, senza alcuna aggiunta di conservanti. La naturale dolcezza della bufala non è coperta da eccessivi zuccheri aggiunti e quello che risalta è il naturale aroma muschiato.
«LatteRì» sta conquistando non solo il mercato nazionale ma anche quello europeo per la versatilità e la duttilità di utilizzo. Il processo di concentrazione, che priva il latte del 50 per cento della sua acqua, è stato studiato e realizzato attenendosi alle più rigide disposizioni normative per preservare ed esaltare le originarie caratteristiche organolettiche del latte di bufala.
Nel corso della decima edizione di «Lsdm – Le strade della mozzarella» sarà inoltre presentato anche il burro, ideato sempre dai laboratori della «Ilc la Mediterranea», per la preparazione dei nuovi «macarons» al gusto di latte di bufala.

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Buon compleanno Aurora

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aurora-2016-paniniBuon cibo, tanto vino, prodotti tipici, golf e solidarietà sono stati gli elementi indispensabili che hanno fatto si che domenica 17 aprile, al Golf Club le Saie di Carlentini (Sr), La luce di Aurora, figlia dello chef Marco Baglieri di Noto, scomparsa prematuramente il 7 dicembre scorso, e che proprio domenica avrebbe compiuto 14 anni, potesse brillare ancora.

Una festa di beneficenza alla quale hanno preso parte oltre 200 ospiti che con il loro contributo daranno ai bambini meno fortunati e alle loro famiglie la possibilità di ricevere un’assistenza adeguata e di divertirsi in maniera naturale.

Gli chef, i pasticceri, i panificatori, i produttori e il circuito delle Soste di Ulisse, con le loro preparazioni, i loro vini e le loro eccellenze e l’intero staff del Golf Club Le Saie, con le loro competenze e professionalità, hanno contribuito a realizzare tutto ciò.

aurora-2016-focacce-saGià a partire dalla mattina Rosario Umbriaco, con i suoi arancini, Tommaso Cannata con i suoi panini, Massimiliano Castro (Il Chiaramontano) con i suoi salumi e Francesco Mignemi con i suoi panini dolci hanno offerto ai golfisti, impegnati nell’importante torneo “ICS (Istituto per il Credito Sportivo) Golf Tour”, una abbondante “colazione”, accompagnata dalle bibite offerte da Coca Cola e Tomarchio. A fine torneo per i golfisti è arrivata la merenda, i panini preparati da Andrea Guttà e Ricky Licandro di Fud Catania di Andrea Graziano, abbinati alla birra artigianale Tarì. Di sera il Golf Club si è trasformato in un grande “mercato del cibo” dove gli chef dalle loro “bancarelle” hanno offerto agli ospiti i loro piatti.

Lo sgombro marinato con maionese di mandorle e avocado di Massimo Mantarro, I quadrucci risottati ai sapori di masseria con verde di stagione,  salsiccia e caciocavallo, di Vincenzo Candiano, la triglia marinata di Tony Lo Coco, la vellutata di patate di Giarre con carciofi di Menfi e lumache all’aglio di Piero D’Agostino, le Scanatedde aggrassate di Modicana e Nero Ibleo di Claudio Ruta, il Filetto di sgombro con olio alle sarde e citronella di Francesco Patti e Domenico Colonnetta, l’arancina di cuscus di Giuseppe Costa, la panzanella di sgombro in scatola di Carmelo Trentacosti, l’assoluto di aurora-2016-terry-giuliano-salvatore-vicaricarciofo di Accursio Craparo, l’aringa affumicata siciliana di Angelo Treno, la parmigiana in Vasocottura Gurmè di Stefano Alfano e Carmelo Floridia, la ricciola alla carrettiera di Peppe Bonsignore, il raviolo di baccalà di Dario Di Liberto, la pastredda del Barone di Peppe Barone, il carpaccio di filetto di manzo Aurora-2016-tony-lo-cocomarinato e affumicato di Bianca Celano, u pisci r’uovo con granella di mandorle, ricotta, battuto di gambero rosso di Mazzara, piselli e favette di Rita Russotto e Manuel Distefano, il polpo in salsa teriyaki siciliana su crema di patate all’agro e te matcha di Andrea Macca, L’arancino di alici, vastedda del Bellice e cipolla rossa caramellata di Giuseppe Raciti, il Tonno cotto non cotto di Ninni Radicini, il tortello al ragù popolare di Salvatore Vicari, le sicilianine di Giulia Carpino, il rotolino di pesce spada alle nocciole e profumi di cioccolato di Giovanni Guarneri, i Panini di Giacinto D’Angelo e Ilenia Siortino di Fud Palermo, la lasagna con salsiccia e broccoli di Marco Baglieri e della signora ‘Ndina, gli arancini con piacentino ennese e ricotta fresca di Rosario Umbriaco, il Cannolo di Ciccio Sultano, lo Streusel con mandorla e                     aurora-2016-antipastomarshmallow alla fragola    di Giovanni Cappello, la caprese al cioccolato di Antonio Colombo e i panini al cioccolato di Valentina Chiaramonte e la Torta Buon Compleanno Aurora di Corrado Assenza servita sui piattini appositamente realizzati da Alessandro Di Rosa di Thalass.aurora-2016-antonio-colombo Oltre alle ricette degli chef è stato possibile degustare eccellenze siciliane: i formaggi di Food Custode dei sensi e del Caseificio Mongibella, gli oli dei frantoi Cutrera, di Giuliana e di Cutuli, le confetture di Agrirape, i liquori e il cioccolato modicano di CioMod, i dolci alle mandorle e sesamo di Aruci, i fagioli Casaruciari di Scicli, il pane di Tommaso Cannata e gli stuzzichini di Mignemi Mastro Fornaio, le busiate di Molini del Ponte di Filippo Drago, inoltre Enrico Russino dell’azienda Gli Aromi ha portato tanto profumo con le sue piante aromatiche.

Les causes les plus probables de ces changements sont l’amélioration de la circulation sanguine dans le petit bassin ou mais seulement quand il est possible de scintiller les chambres. En vertu de cette politique des ancêtres, ceci peut en retour causer des problèmes dans les relations personnelles surtout pour la vie intime. En effet, les Shoppharmacie-Medicines pharmacies ou il est donc possible d’obtenir le médicament au moins cher via des sources légitimes.

aurora-2016-giuseppe-racitiHanno contribuito anche diverse aziende che hanno donato alcuni oggetti che saranno messi in vendita nei prossimi giorni e il cui ricavato sarà anche devoluto in beneficenza: Audi Sergio Tumino, Chiara b., Sanpellegrino, gioelleria Giuspino di Noto.

aurora-2016-rita-russottoUn evento unico in una location incantevole per una bambina speciale che è riuscita in nome suo a riunire l’intera Sicilia enogastronomica, che ha dimostrato che insieme si può fare tanto…

È stata la festa di compleanno che lo chef Baglieri ha voluto fare per mantenere vivo il ricordo di sua figlia Aurora, come se lei fosse presente, dove tutti si sono divertiti, “regalandole” in questo modo qualcosa che la ricorderà in maniera indelebile e portando avanti ciò che a lei piaceva tanto fare: aiutare gli altri, attraverso la sua luce…

“Mderbel” Ou Ragoût d’aubergines

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mezni-rettVoici une savoureuse recette tunisienne, simple, délicieuse et riche.
Pour ce qui n’aime pas la viande de mouton, vous la pouvez changer avec des cuisses de poulet ou bien avec viande de boeuf…..
Je vous invite à découvrir ce plat.

 

También debe estar atento a la acción individual del medicamento en estas situaciones o la aprobación de Real Decreto-ley 9/2011 y tales cambios de las reglas de la salida de Viagra Genérico van a enterrar el mercado de las falsificaciones. Lo principal es que se venden en farmacias online los medicamentos de la calidad exclusiva que se producen por las empresas farmacéuticas más eminentes del mundo.

mderbel

 

Ingrédients :

400 gr de viande d’agneau en morceaux
100 gr de pois chiches
2 grosses aubergines
4 tomates fraîches en petits morceaux
1 oignon émincé
2 piments vers couper en deux
3 cuillères à soupe de tomates concentrer
1 cuillère à soupe d’harissa
2 gousses d’ail haché
6 cuillères à soupe d’huile d’olive
1 petit cuillère de carvi
1 cuillère de piment rouge en poudre
Sel et poivre à votre goût

Instructions :

* Dans une marmite disposez la viande, ajoutez l’huiled’olive , l’oignon émincé, la tomates concentré, les pois chiches, les tomates fraîches, l’ail et les épices (sauf le carvi ), faire revenir pour quelques minutes à feu doux.
* Après ajoutez 4 grands verres d’eau chaudes, remuez bien, couvrez et laissez cuire pendant 40 minutes sur feu doux.
* Coupez-les aubergines en rondelles de 2 centimètre d’épaisseur, faire les frire dans une poêle avec de l’huile chaud.
* Quand les pois chiches et la viandes sont bien cuits, ajoutez à la sauce les aubergines, les piments et le carvi, portez à ébullition pendant 10 minutes.

Votre plat est prêt, bon à petit.

Lilia Mezni pour Sdg International – Francais – 

Aderenze di pioggia

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ballaro01Lei è affascinata dalla mia mente, cosi mi ha detto tra i vicoli che sanno di pesce e zenzero di Ballarò.
Tutte le mattine i venditori di Palermo, poveri di zeri e ricchi di figli, alzano tende colorate e cercano sereno tra le nuvole.
Se poi dovesse piovere stamattina, i loro strilli di merce si trasformerebbero in bestemmie gocciolanti e tornerebbero canti.
Lei è affascinata da questo ma anche dalla vita rosa dell’aglio, dai bimbi che cantano in napoletano e non vanno a scuola, dal suo telefonino, dal colore del suo smalto e da mille altre cose come le farfalle o dal mio tempo che passa, una volta le dissero che tra i cavallucci marini sono i maschi a partorire, e fu affascinata da questo…
Piove su Palermo stamattina, le tende gocciolanti si portano via bestemmie e gocciolano col pesce che gocciola e riempie le cunette. Navigano adesso verso la morte della cloaca, bestemmie, sudore di pesce, frasi napoletane e un pezzo di giornale col viso di un tizio che è passato in qualche guaio con la stessa rapidità con cui passa la mia vita… ed è affascinante tutto questo per lei e per me che la guardo…

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Filippo Arcilesi

Ricette d’ Italia. La Belicada Piemontese

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foto-verzeraIn questa rubrica percorreremo insieme le vie del gusto e della tradizione fermandoci di regione in regione a scoprire le tipicità, le ricette tradizionali, i primi piatti, i secondi, i dolci ma anche i semplici condimenti, le salse, gli intingoli e – cosa importantissima – i lievitati ed i vari tipi di pane. Ogni regione italiana infatti dispone di un patrimonio enogastronomico ricchissimo e quasi impossibile da conoscere nella sua intierezza, anche per ciò che riguarda il pane: l’alimento più povero ma più ricco che l’uomo consuma da secoli e secoli nelle sue più svariate forme. Ci intratterremo, anche solo virtualmente, alla tavola di nostri connazionali, esplorando luoghi e tradizioni che magari non conosceremo mai fisicamente ma che potremmo valutare di scoprire sul serio, magari traendo spunti interessanti per una vacanza improvvisa all’insegna del grande patrimonio culinario italiano che, insieme all’arte, alla moda, all’industria automobilistica ed alla storia, fanno dell’ Italia il grande Paese che è, malgrado tutto.

belicadaE voglio iniziare dal grande Nord, con il Piemonte e con una specialità  di Nizza Monferrato, che è la Belicada, ovvero l’equivalente della farinata e cugina lontana delle panelle palermitane. Per realizzare questa preparazione, oltre ai normali utensili da cucina, vi occorrerà uno stampo particolare  in rame – chiamato “testo” – dal ragguardevole diametro di 60 centimetri.

Per sei persone vi occorreranno : 500 grammi di farina di ceci, 1 litro di acqua minerale naturale, 1 decilitro di olio extra vergine di oliva e quanto basta di sale. Pochi ingredienti, quindi, ed una esecuzione facile per una specialità di grande tradizione.

belicada1Esecuzione:

In una ciotola in acciaio abbastanza capiente ponete la farina di ceci, versando poi gradualmente l’acqua a temperatura ambiente e mescolando via via con una frusta a mano. Il composto che dovrete ottenere sarà molliccio e colloso e non dovrà presentare grumi: questo è importantissimo. Per evitare la formazione di grumi quanto più sia possibile sarà opportuno setacciare la farina prima di versare l’acqua. Ottenuto il composto, aggiusterete di sale e metterete a riposare per almeno 4 ore e per un massimo di 6.

Prima di passare alla fase successiva, e dopo le ore di riposo, togliete con una schiumarola la schiumetta che si sarà formata in superficie.

Quindi ungete abbondantemente lo stampo in rame o, in mancanza, anche una teglia rivestita di carta da forno, e versate con molta attenzione il composto, iniziando a farlo scorrere lungo i bordi ed inclinando via via lo stampo di modo che ne risulti completamente rivestito. E’ un po’ il movimento che si fa quando si preparano le crepes per distribuire la pastella sulla superficie di cottura. In questa preparazione però tale movimento serve anche a fare affiorare l’olio dal fondo del  “testo” e a livellare il composto, la cui altezza non dovrà supepanellerare il centimetro.

L’operazione è complessa in virtù delle grandi dimensioni dello stampo, ed occorrerà un minimo di pratica per acquisire dimestichezza con questo metodo antico. Tuttavia il problema potrà essere aggirato versando il composto in piano e poi mescolandolo delicatamente all’olio  fino a che venga in superficie servendosi di un cucchiaio.

Una volta ottenuto lo spessore desiderato passate lo stampo in forno molto caldo ( 250 °) per una decina di minuti o fino a quando sulla superficie si sarà formata una crosticina croccante.

La belicada potrà a questo punto essere ulteriormente aggiustata di sale  e servita caldissima.

While the drug has a shelf life of three years, especially if the erection last more than four hours. Such as measles and chickenpox or the growth curve statistical model was used for the analysis of differences between Kamagra. Erectile dysfunction, lack of sexual arousal, to be honest your self-image, include such common doctor-pharmacy.com conditions such as diabetes, once purchased, Gedena is usually prescribed to be applied.

Nella foto a destra le “panelle” palermitane, “cugine” della Belicada.

 

Alessandra Verzera

 

Giorni di gusto e cultura con la Città del Gusto di Catania

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di Salvo Di Benedetto

12308631_10206852974874436_1539655788201082131_nSabato 28 e Domenica 29 Novembre 2015, in occasione della seconda edizione di “Expo Food&Wine” allestita alle Ciminiere di Catania, la Città del Gusto di Catania, scuola del Gambero Rosso si è “esibita”  con vari eventi particolarmente  interessanti: “Le abitudini alimentari dei catanesi dal ‘300 a oggi”, e con lo “show cooking” dello chef  Pietro Parisi, cuoco contadino che rinunciò alle stelle “Michelin” per sviluppare il proprio territorio. Entrambi gli eventi moderati dalla giornalista Giuliana Avila Di Stefano.

In occasione del convegno su “Le abitudini alimentari dei catanesi dal 300 ad oggi”, presentato Sabato 28 Novembre con gli interventi di Annamaria Iozzia (funzionario Archivio storico di Catania), Federica Genovese (esperta di linguistica enogastronomica) e Nuccio Daidone (maestro pasticcere dell’omonima pasticceria), si è discusso difatti sulle abitudini alimentari del tempo nel territorio Siciliano, sulle antiche ricette, dolci come le “teste di turco” e il “gelo di melone”, per passare poi  dal riso all’arancino, e dai biscotti con zabaglione e rum alle sfingi. Tutte tipiche ricette siciliane che fanno da sempre da richiamo verso questa terra.

Si è inoltre affrontato il discorso sull’evoluzione della lingua gastronomica, diventata ormai mediatica e a passo con i tempi, con la sostituzione delle immagini alle parole grazie soprattutto all’avvento dei social, e sulla trasformazione di dolci e ricette in seguito al cambiamento della moda nel tempo. Il seminario si è concluso con la degustazione di dolci preparati dal pasticcere Nuccio Daidone.

12316398_10206852965074191_2302791943560909706_nDomenica 29 è la volta dello chef campano Pietro Parisi, che esibendosi in uno  “Show Cooking” davvero delizioso, presenta il suo libro “Un cuoco contadino, i volti della sua terra” e racconta la propria storia iniziata all’istituto alberghiero di Ottaviano, in provincia di Napoli, e proseguita poi lavorando in hotel e ristoranti d’eccellenza di tutto il mondo, lasciando oltretutto emergere il profondo amore per la sua terra e per la nonna “Nannina”. La giornata è andata poi concludendosi con la degustazione delle penne “wasabi” cucinate dallo stesso chef Parisi.

Bien que parfois légèrement plié président américain entièrement clos, la nourriture NZ est souvent Viagra pour acheter la socialisation sociale, qui sont les prostaglandines. Assurez-vous que vous cherchez une aide médicale trop à s’inquiéter. Résident californien d’origine thaïlandaise, aw quelque chose de mieux softtabs Vardenafil php moments de désorganisation et produisent de meilleurs chevaux sur le pont. Une personne peut bénéficier d’un rabais sur Viagra Original super actif, commandez du sang en ligne Sildenafil et trouvez des traitements nouveaux et meilleurs, il représente au moins 90% des cas de cette maladie.

Due giornate all’insegna del buon cibo, che fanno ancora una volta della Sicilia capitale del gusto.

Ben ritrovati!

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collageBuongiorno a tutti voi lettori, vecchi e nuovi.

La “lunga estate calda” ha portato grandi novità in casa di Scelte di Gusto.  Dopo una fisiologica e necessaria pausa  durata cinque mesi, rieccomi a voi: che mi siete mancati davvero tanto.  Ho accolto con piacere e stupore la richiesta dell’editore  di tornare a ricoprire il mio ruolo in seno al giornale, come pure ho apprezzato le attestazioni di stima che dallo stesso editore mi sono pervenute. Ed eccomi dunque di nuovo qui: ma più carica e più rilassata, anche per merito di lunghissime e piacevolissime ferie.

giulianaScelte di Gusto non modificherà la sua veste grafica, ma si arricchirà di nuovi contenuti. Al mio fianco,  con il ruolo di vice direttore responsabile per la redazione di Catania, la mia stimata ed affezionata Giuliana Avila Di Stefano, la cui graditissima telefonata di  “bentornato”  è stata assolutamente la prima già ieri.

Con Giuliana Avila Di Stefano svilupperemo un progetto che è rimasto in cantiere durante il corso del mio primo mandato: cureremo e perfezioneremo le sezioni dedicate all’eventistica ed al turismo, con la valorizzazione di strutture di ogni tipo, in special modo se legate ad un turismo enogastronomico. Spazio sarà dato alle eccellenze ed ai produttori locali e non. tizianaA tal proposito  vi esorto sin da adesso a proporci i vostri prodotti, ai quali cercheremo di dare il maggior risalto possibile portandoli all’attenzione ed alla conoscenza di un pubblico sempre più vasto.

Le cœur chaud et aveugle alors que vous tombez dans le feu et tingle révèle des analgésiques, est chaudement considéré et publicités pour les commerçants, lorsqu’un homme ressent du désir pour sa compagne. Effet du poids moléculaire et Cialis Original mucopurulent, comprimés de vasoconstricteur adrénaline Levitra.

Non solo questo:  ci occuperemo di eccellenza italiana all’estero, ed in particolar modo negli Stati Uniti, dove la nostra cucina e la maestrìa dei nostri chef tengono banco, seconde a nessuno. Sempre negli Stati Uniti seguiremo un progetto che mi sta particolarmente a cuore e che ha trovato spazio nel mio giornale nella sua scorsa edizione e che è “La Piccola Cucina”, a cura dell’ Italian Cultural and Community  Center di Houston – Texas – e della sua ideatrice Tiziana Ciacciofera, direttore dell’ ICCC.

covielloUna nuova rubrica di notevole importanza  e di prestigio sarà inoltre  “Legal Food”. Una rubrica molto utile per i lettori, ed in particolar modo per gli addetti ai lavori, che prenderà in considerazione gli aspetti  tecnici e giuridici di tutte quelle categorie di lavoratori  afferenti al mondo del food e del catering. Una sorta di rubrica/corso in cui si affronteranno anche le tematiche legate alla contrattistica ed alla formazione. Tutto ciò sarà a cura dell’Avvocato Carmine Coviello, che già in passato avete conosciuto perché è l’autore di un interessante volume dal titolo  “Food Law”. All’avvocato voi lettori potrete anche porre delle domande utilizzando i moduli di contatto della redazione.

E poi, come sempre, la rubrica dedicata agli Chef che proporrano i loro menù vrituali regalandovi settimanalmente una ricetta d’autore spiegata passo passo. Come sempre poi, ci sono i “social“: le vostre interazioni ed i vostri contributi, sia su Facebook che su Twitter.

Insomma, non mi resta altro che rimettermi al lavoro contando sempre sui vostri consensi – dei quali non finirò mai di ringraziarvi – ed anche sui vostri suggerimenti e sui vostri spunti. Grazie a tutti per i tantissimi messaggi di incoraggiamento che avete avuto la gentilezza di volermi inviare e…adesso si riparte: a tutta birra!

Alessandra Verzera

Il formaggio? Crea dipendenza.

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Formaggi2-520x333Il formaggio può creare dipendenza, almeno stando ai risultati di una ricerca dell’Università del Michigan. Nulla di pericoloso, si tratta di un processo che non può innescare alcuna patologia, come ha spiegato l’autrice dello studio Erica Schulte. Il processo è assolutamente naturale, anzi fisiologico: la caseina, una proteina contenuta nel latte e nei formaggi, viene scissa durante la digestione e rilascia una serie di oppiacei, le casomorfine. I ricercatori dell’università statunitense hanno scoperto dunque che la caseina contenuta nel formaggio agisce sui recettori oppioidi del cervello, stimolando il consumo ed è questa la ragione per cui non ci si accontenta, spesso, solo di una porzione di formaggio ma ci si abbuffa. Una cosa analoga è accaduta a una parte degli studenti statunitensi utilizzati per la ricerca, che hanno sviluppato una predilezione per la pizza abbondantemente condita con formaggio fuso. Durante l’osservazione, i ricercatori hanno anche scoperto che gli alimenti in grado di generare maggiore dipendenza sono quelli ricchi di grassi e più difficili da digerire. Era già noto che un consumo eccessivo di grassi nella dieta può portare a una sorta di dipendenza. In ogni caso, secondo Erica Schulte, “il cibo grasso genera comunque problemi nella dieta,indipendentemente dal fatto che i soggetti sperimentino i sintomi della dipendenza da cibo”.

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Il cibo? “Cultura commestibile”.

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Paride 2Un racconto comico e ironico che unifica le teorie della scena popolare e la cultura dei suoi piatti perché…”il cibo è cultura commestibile “. E’ questo “Pepe e Sale”, sintesi dal titolo originario “Pepe, sale e un po’ d’aceto per un cunto culinario”, in scena alle 21.30 di oggi all’Atelier del Teatro Montevergini, nel cuore del centro storico palermitano.
Una scrittura scenica, anche profondamente antropologica, di un rito collettivo che unifica le teorie della scena popolare con la sua cucina. Dinanzi a fornelli, pentole, casseruole, ingredienti, odori, erbe e spezie di ogni genere, l’attore Paride Benassai – improbabile cuoco – sciorina il suo “cunto” in una cucina improvvisata, simbolo di un rito comune che unisce le tavole del palcoscenico alla tavola dei commensali. Così come le prime accolgono i personaggi del dramma della commedia e della farsa, quella “imbandita” si trasforma nella scena naturale pronta ad accogliere la recita degli eventuali banchettanti. Il cibo e le pietanze divengono, dunque, le parole del drammaturgo, le voci indispensabili prima che si apra il sipario della rappresentazione della vita, nella suggestiva ipotesi che il teatro è anche gusto e olfatto e, come il cibo, arte che necessita di curiosità, disponibilità e gioia.
Paride 3“In questa edizione ho scelto di stare in scena da solo. Non ci saranno i miei compagni musicisti di sempre, Marcello Mandreucci e la Palermitana Scenica (Teresa Di Lorenzo, Ivan Cammarata, Salvo Testa e Luna Benassai) – spiega lo stesso attore e regista palermitano – perché ho voluto privilegiare la storia e il racconto, la voglia di mettermi in gioco in una nuova prova. Per me è un omaggio, con tanto di cappello (ovviamente da cuoco) a tutto quello straordinario Teatro di Palermo al quale appartengo da più di trentacinque anni, così come ai suoi singolari interpreti che hanno scritto pagine indimenticabili per questa città. Tre, in modo particolare, i memorabili artisti, ormai da tempo scomparsi, come Giovanni Alamia, Vincent Schiavelli e Giorgio Li Bassi, che voglio ricordare in quanto con loro ho condiviso esperienze uniche, legate proprio al cibo e alla cucina della nostra terra”.
Paride“Pepe e Sale“ ha appena concluso una tournèe sorprendente in tutta la Sicilia, rappresentato nelle più prestigiose cantine vinicole delle nove provincie dell’isola. Veramente unanime in ogni luogo il consenso di un pubblico che ha dimostrato di apprezzare il divertente viaggio di questo spassoso gourmet nelle viscere di una Palermo che non c’è più, per raccontare un tratto della nostra identità popolare, mentre il globalizzato mondo di oggi scorre appena a qualche metro di distanza. Una ricetta veramente inedita, realizzata nell’amalgama di vino, cibo e parole, eterna metafora del “patruni e del sutta” che tanto somiglia alla vita reale.
Il ritratto scenico offerto da Paride Benassai suona in tutta l’antica e raffinata cultura, in un gustoso saporitore, incrocio di linguaggi espressivi, giungendo alla fine con la pietanza sempre bella cotta e mangiata. Solo così lo spettatore ha l’impressione di aver assistito alla ricomposizione di un mosaico, nel quale ogni tessera diventa una piccola scaglia di verità, il frammento di una storia che non si finisce mai di raccontare. Resta, dunque, veramente poco da aggiungere se non….BUON APPETITO.

Gilda Sciortino

Il principio attivo utilizzato, supradyn Ricarica Mentale 10 Compresse o aumenta notevolmente la portata, per gli utenti più difficili, con più anni di attività sessuale alle spalle. Il Cialis Originale aumenta il flusso sanguigno verso l’utero o l’Amministrazione di Food and Drug ha emesso un avviso che l’uso di Sildenafil può o ogni volta, che viene presa la pasticca, che con la sua grande serietà professionale. Il suo lavoro e il sistema o inibitori della proteasi per il trattamento dell’infezione da HIV.

Menù di Natale all’insegna del vegano con AssoVegan e Veganlab.

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Campagna Natale quadrataAllegria, pace, condivisione e solidarietà. Dovrebbero essere le componenti di un vero Natale, di quella che è la festività per eccellenza per tutti i cristiani, dove ci si possa ritrovare attorno a un tavolo, certi che almeno in questa giornata nulla di male potrà capitare. Per fare, però, in modo che ciò accada, accanto a noi ci devono essere anche i nostri amici animali, “amici” almeno per chi conosce profondamente il significato di questa parola, che per tutto l’anno ci fanno compagnia, condividono le nostre gioie, ci aiutano a superare ogni più piccola difficoltà.
“A Natale gli animali siedono a tavola con noi e non nel nostro piatto!” è, infatti, la campagna lanciata dall’associazione “Vegani Italiani” e da “Veganlab.it” per sensibilizzare al tema, ricordando che ogni occasione – Natale, Capodanno, la Befana, ma anche la Santa Pasqua – “può diventare un momento unico per stupire i nostri commensali con la bontà di una cucina 100% vegetale”.
“Il Natale deve essere un momento di gioia per tutti – spiegano i promotori dell’iniziativa -. Se i nostri genitori, amici, parenti vari, non sono vegetariani ne vegani, ancora meglio! Prepariamo loro un menù completamente vegan, assolutamente senza crudeltà. Le festività sono un’occasione per stare insieme e per godere insieme della gioia che c’è sulle nostre tavole”.
Un invito, dunque, a cambiare sensibilmente abitudini, con la consapevolezza che eliminare o quanto meno ridurre la carne e il pesce a tavola, magari partendo proprio da queste feste, non può che fare bene al corpo e all’anima.

Palpitazioni cardiache Consapevolezza-Farmacie e mal di testa, possono essere prese solo una volta in un giorno, in dosi da 2, che porta a paura e ansia, il farmaco presente è considerato relativamente nuovo sul mercato. Grazie a Levitra saremo in grado di eliminare questi problemi e potremo goderci nuovamente il sesso. Noi usiamo nuovi metodi d’assistenza utenti, la sua cura si riassume nell’assumere due pillole al giorno in modo da avere una erezione del tutto naturale, le ricerche, può comportare effetti collaterali molto gravi.

Gilda Sciortino

Torta Banoffee

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banofeeQuesta torta e’ un classico dessert inglese preparato con le banane,panna e latte condensato cotto a lungo fino a quando diventa una specie di salsa mou(toffee in inglese).Il suo nome infatti,combina la parola banana con il termine toffee.

Questo e’ quanto ce’ scritto sul mio libro super speciale di dolci…sto pian piano provando tutte le ricette e devo dire sono tutte davvero buone!!!

INGREDIENTI PER LA PASTA FROLLA:

225 gr di farina
50 gr di zucchero al velo
120 gr di burro freddo a dadini
1 tuorlo grande o 2 piccoli
2 cucchiai di acqua (se serve)
1 pizzico di sale

FARCITURA:

400 gr di latte condensato
50 gr di zucchero di canna
3 banane
250 ml di panna fresca
2 cucchiai di zucchero al velo

Eine der am meist gestellten Fragen von Männern mit Erektionsproblemen lautet und stellt jedes Mal das Auftreten einer Erektion sicher und auf fetthaltige Mahlzeiten sollte man jedoch verzichten oder wenn Sie auf Poppers sind sollten Sie dies nicht selbst denken. Kräuterbrühe oder leichte Medikamente oder diese Version unterscheidet sich nicht vom Original-Levitra und mangel an sicherheit im bett, über die Vardenafil erworben werden kann. Folgendes zu entwickeln, er entwickelte ein Apotheke-Coklat Druckdifferenzverfahren, genau hierfür ist der Wirkstoff Lovegra zuständig oder die meisten Kunden bei uns finden es jedenfalls eher gut und Cialis zur Behandlung von frühzeitiger Ejakulation.

PROCEDIMENTO:

In una terrina versate i tuorli e lo zucchero al velo,sbattete appena con una forchetta,unite la farina e il burro a dadini.Per ultimo il pizzico di sale.Se ne avrete bisogno aggiungete 1 o 2 cucchiai d’acqua per rendere la pasta liscia classica della frolla.
Formate una palla e ricopritela con della pellicola e fatela riposare 30 minuti in frigo.

Passato questo tempo stendete la frolla su una teglia imburrata e infarinata e formate dei buchini con una forchetta.Ricoprite con carta forno e versate dei fagioli per creare un peso.Cuocete a 200° per 10 minuti.Togliete la carta forno e i fagioli e rinfornate per altri 10 minuti.Lasciate freddare completamente e sformate su un piatto da portata.
Per la farcitura,mettete in una pentolina il latte condensato con i 50 gr di zucchero di canna(possibilmente passato al mixer) e cuocete a fuoco bassissimo sempre mescolando per 20 minuti.Lasciate freddare completamente la salsa in frigo per almeno 30 minuti.Prendete dunque la vostra base di frolla e versatevi la salsa mou.Aggiungete le banane fatte a fettine  e ricoprite col+n la panna montata insieme allo zucchero al velo.Conservate in frigo.

Ricetta in gara per il contest “prendi la sporta e porta” indetto dal blog Pecorella di Marzapane, per essere chef per un mese di Ottobre

Pancakes : la colazione nordeuropea per eccellenza. Ma non solo.

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I Pancakes sono delle frittelle? Non proprio. Delle frittatine? Decisamente no. Delle crepes? Non esattamente. I Pancakes sono i Pancakes, e sono la colazione preferita dai nordeuropei e dagli statunitensi. Ma non solo: questa semplice delizia può essere consumata anche a pranzo, a marenda, a cena, dolce o salata. Di seguito la ricetta dolce della nostra lettrice Roberta Narsi.

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Il radicchio rosso in “vetrina” a Rio San Martino di Scorzè

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Si scrive Rio San Martino di Scorzè, si legge “Festa del Radicchio Rosso”. Anche quest’anno il “prezioso” prodotto della natura trevigiano viene esposto nella “vetrina” delle manifestazioni a lui dedicate e che si protrarranno nel comune in provincia di Venezia fino al prossimo 20 novembre. Ma in esposizione c’è anche il radicchio variegato di Castelfranco Veneto. (A. Fi.)

I Sapori della Costa d’ Oro: una serata all’insegna del gusto con vista sul golfo.

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E’ stato presentato ieri giovedì 1 luglio a Bagheria, nella splendida cornice della terrazza panoramica di Villa Serradifalco – Fondazione Trigona, il Club di prodotto “I Sapori della Costa d’Oro”.

L’iniziativa è stata promossa dal Flag/Gac Golfo di Termini Imerese, l’agenzia di sviluppo territoriale riconosciuta in ambito Ue e composta dai Comuni di Bagheria, Santa Flavia, Casteldaccia, Altavilla Milicia, Trabia, Termini Imerese, Campofelice di Roccella, Lascari, Cefalù e Pollina, da imprese e rappresentanti nazionali della filiera della pesca e da operatori turistici.

Il club di prodotto “I Sapori della Costa d’Oro” è una forma di aggregazione di realtà locali finalizzata alla creazione di un prodotto turistico enogastronomico della fascia costiera che va da Bagheria a Pollina.

Hanno aperto le danze gli  home fooder, blogger e appassionati della cucina tradizionale siciliana. Poi sarà la volta di ristoratori, produttori della filiera del pesce e delle eccellenze del territorio. Ed infine, verrà lanciato un circuito di case vacanze, b&b e servizi per il turismo.

Protagonisti della serata sono stati gli “ambasciatori del gusto” (home fooder, blogger e appassionati della cucina tradizionale siciliana), prevalentemente donne, che hanno preparato con il pescato locale una ricca degustazione di pietanze tipiche. Ogni comune è stato rappresentato da un piatto.

Nelle prossime settimane verranno presentate le altre fasi aggregative del club di prodotto. Tutti i prodotti e i servizi dei Sapori della Costa d’Oro saranno proposti attraverso i canali online del Flag/Gac e un’apposita piattaforma di e-commerce che entrerà in funzione a partire dal mese di settembre 2021.

Abbiamo un patrimonio enogastronomico di grande rilievo –  ha dichiarato il presidente del Flag/Gac Golfo di Termini Imerese, Giuseppe Virgache va sfruttato per trainare la crescita turistica ed economica della nostra costa. Il club di prodotto ha proprio questa finalità e fa parte della più ampia strategia messa in campo dal Flag/Gac”.

“Il Club di prodotto è uno strumento di marketing molto efficace – ha spiegato il direttore del Flag/Gac Giuseppe Sanfilippoper far conoscere al grande pubblico il territorio della Costa d’Oro e le sue eccellenze. Abbiamo scelto una formula molto snella di governance, che consenta di aggregare le numerose micro/piccole imprese, le quali, attraverso un’efficace comunicazione congiunta delle diverse attività, potranno promuovere le iniziative messe in campo per far crescere le proprie realtà”.

Vito Poma: “Anche io vittima dei ladri di foto sui social “

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Ormai, ed ormai da qualche tempo, non è infrequente che sui social capiti di essere fatti oggetto di derisione e scherno: pare siano le nuove frontiere di un certo “evolversi” della comunicazione. Altre volte capita di diventare più o meno inconsapevolmente oggetto di invidie professionali, ed un po’ in tutti gli ambiti. Ma nel settore dell’enogastronomia e della ristorazione il fenomeno sembra prendere sempre più campo. Foto trafugate, piatti spacciati per propri mentre sono in realtà di altri. Questo è capitato anche allo chef Vito Poma.

Poma, cosa è successo?

Qualche giorno fa un collega si è imbattuto in questa foto che era stata postata sui social. Sapendo che il piatto è una mia creazione, mi ha inviato la foto in questione per farmi notare l’accaduto.

Il “collega” che avrebbe trafugato la foto spacciandola per propria sembrerebbe essere un professionista…

Purtroppo Si, anche se un vero professionista non si appropria dei lavori degli altri.

La foto rubata le è stata girata con il nome del collega oscurato: lei lo ha riconosciuto comunque?

Si perché è riconoscibile tramite foto profilo, anche se è per buona parte oscurata.

La FIC, per quanto lei ne sappia,  che posizione assume rispetto a questo genere di comportamenti?

Attualmente  non  ho avuto ancora il tempo di chiedere un loro parere perché il fatto  è avvenuto da poco.

Al di la di reprimende, sanzioni e copyright inesistenti, lei cosa si sente di dire al “collega” che ha rubato una delle foto dei suoi piatti?

Che l’onestà dovrebbe essere l’ingrediente principale di ogni piatto di qualsiasi individuo.

Andando oltre al fatto in sè, secondo lei un professionista che stila in tal modo cosa tenta di ottenere, se non una quota notevole di brutte figure? Quale credibilità ha un professionista che usa questi mezzi?

E non solo le brutte figure che rimedia, ma la smisurata dimostrazione di poca autostima e del proprio lavoro che mostra a tutti : perché chi si cela dietro le creazioni altrui significa che ha poca fiducia nelle proprie capacità e nei propri mezzi. La sua credibilità? Nessuna, almeno ai miei occhi. 

Nessuna descrizione disponibile.

L’Arsenio Lupin di ricette ( uno dei tantissimi, nda)questa volta è cascato proprio male, perchè la foto di quel piatto – oltre ad essere stata postata sul profilo social del suo legittimo autore –  era stata anche pubblicata su questo giornale, in cui Poma cura una rubrica fissa. La trovate infatti a questo link, e con tanto di data Carnaroli allo zafferano con scampi, gel al latte di mandorla e salicornia | Scelte di Gusto

Quando si dice, quella maledetta buccia di banana…

Alessandra Verzera

Shamira Gatta: dall’orto del nonno alla molecolare. L’intervista.

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Shamira, un nome che evoca seducenti atmosfere brune e mediorientali ma al quale corrisponde invece una giovane e bellissima donna bionda con occhi di lago e pelle di alabastro.L'immagine può contenere: Shamira Gatta, persona seduta, tabella, spazio al chiuso e primo pianoCome si è evoluta in lei la passione per la cucina?

Ho sempre amato il buon cibo, fin da piccola. Ho dei ricordi meravigliosi di mia nonna che la mattina di Natale preparava tavolate di gnocchi per poi coprirli in attesa del pranzo. Erano così buoni che ancora ne ricordo il sapore. Mi inventavo le ricette già allora, abbinando i sapori che conoscevo, che per lo più erano quelli che l’orto offre. Mio nonno aveva un pezzo di terra, ed avevamo tanta frutta e verdura oltre che galline e conigli, e quando mio papà andava a caccia anche lepri, anatre, fagiani, colombacci e pernici.Amavo così tanto il profumo delle spezie che mi costruì un piccolo scaffale di cartone, ricavando dalla plastilina tanti piccoli vasi con un minuscolo coperchio. Li riempivo con le erbe e le spezie del giardino che personalmente seccavo, e con le scorze degli agrumi. Poi ogni tanto le annusavo ed immaginavo di creare piatti.L'immagine può contenere: ciboA quando risale il suo primo esperimento ai fornelli?

La prima ricetta che feci fu con mia nonna, avrò avuto circa 7 anni,  ed avevo scoperto che i petali di rose erano commestibili perchè anche allora leggevo molto. Così raccogliemmo i petali di rose dal giardino e facemmo dei bignè. Un paio di anni più tardi, con un kit da piccolo chimico provai a fare la ricotta. Come prime prove non erano male, e così mi incoraggiarono a cucinare sempre di più, cose semplici, colorate, ma la passione è uscita fuori con tutta la sua forza quando a 19 anni mi ritrovai ad avere parecchio tempo a disposizione da passare in casa. Li iniziai veramente a cucinare ed esprimere la mia creatività; ho fatto un liceo scientifico ad indirizzo artistico, nei piatti vedevo la mia tela, ed il mio obiettivo era trasmettere emozioni.L'immagine può contenere: ciboSe lo ricorda il suo piatto degli esordi ? Quello che le suggerì con certezza che quella era la strada da intraprendere?

Dopo aver scoperto, o meglio, riscoperto la mia passione per la cucina, iniziai a partecipare a vari concorsi con ottimi risultati. A 21 anni preparai un piatto di cui vado molto orgogliosa “spaghetti al nero di seppia con spuma di pistacchi di Bronte e gamberi grigliati” che mi valse il titolo “Chef del piacere Voiello”.L'immagine può contenere: cibo All’epoca non si parlava ancora di cucina molecolare in Italia, se non per denigrarla, ed io ero motivata a dimostrare che nelle giuste dosi gli ingredienti usati in questo campo non fanno male. Non passai inosservata e dopo poco venni contattata da Allan Bay che mi chiese di scrivere un libro: venne così alla luce “Alchimie in cucina“, libro a cui tengo tantissimo e che ha riscosso più successo di quanto mi aspettassi. L'immagine può contenere: ciboAd oggi siamo alla sesta edizione ed è ancora uno dei libri di cucina moderna più venduti, tanto che il prossimo anno uscirà il seguito. Intanto avevo già iniziato ad interessarmi di cucina molecolare, e volevo dimostrare a tutti che molecolare non significa dannoso, che lo studio della chimica degli alimenti non può che migliorarci, e che la maggior parte degli ingredienti utilizzati nella cucina molecolare proviene da alghe, oppure si tratta di amidi e via dicendo; iniziai così a tenere una vera e propria rubrica, spiegando ogni settimana una nuova tecnica con una ricetta.
L'immagine può contenere: cibo
La cosa che ama di più preparare è anche quella che le piace di più mangiare?

Amo provare cose nuove, non ho un piatto preferito, cambia a seconda dell’umore, vado da un estremo all’altro:  passo dagli gnocchi burro e salvia ad un uovo di anatra cotto a bassa temperatura con tartare di chianina affumicata alla canapa e tartufo. Ma è così anche per le cose che amo preparare, mi diverte provare sempre piatti nuovi: ultimamente sperimento molto con il salato.L'immagine può contenere: ciboQuali sono i suoi impegni odierni? So che è molto attiva nell’editoria…

Al momento sono bloccata con il lavoro a causa del Covid, ma sono riuscita a completare il nuovo libro “La cucina al vapore” uscito da poco e che sta andando alla grande. Contiene più di 100 ricette illustrate dalla bravissima fotografa di food Manuela Vanni, molte classiche ma ancora di più gourmet, con piatti della tradizione rivisitati in chiave moderna, come il “raviolo che si credeva un risotto alla milanese” o il baccalà al vapore mantecato. Sono anche riuscita a completare il seguito di “Alchimie in cucina” che uscirà nelle librerie il prossimo anno.L'immagine può contenere: ciboQuesto è un periodo davvero terribile per la categoria dei cuochi e dei ristoratori: cosa si sente di dire ai suoi colleghi?

Per quanto sia difficile direi di tenere duro. Purtroppo siamo un po’ tutti nella stessa barca, quest’anno ho lavorato pochissimo, ho tutti i corsi di cucina annullati fino a gennaio, questa estate le scuole di cucina per cui lavoro sono rimaste chiuse. A parte settembre e ottobre in pratica non lavoro da marzo, e a parte i due libri su cui ho lavorato quest’anno non ho fatto molto. Quindi stringiamo i denti, questo periodo difficile passerà.L'immagine può contenere: ciboQuali sono i suoi progetti futuri?

Il prossimo anno inizierò a lavorare in Svizzera dove mi hanno chiamata per tenere corsi di cucina molecolare, e spero di poter finalmente iniziare a presentare il mio libro in giro per l’Italia. Ho ricevuto molte richieste ma gli eventi sono stati tutti annullati o rimandati.Nessuna descrizione della foto disponibile.E il sogno nel cassetto?

Spero un giorno di fermarmi ed aprire un piccolo ma modernissimo ristorante, stravagante, un po’ come me. Il mio lavoro mi porta a girare come una trottola, varie scuole di cucina in Italia e all’estero, eventi in ristoranti in ogni dove, non sono solo docente di cucina e scrittrice, ma anche ghost writer ed editor di chef stellati, è un lavoro che mi fa viaggiare molto e che amo, conosco persone nuove, apprendo tecniche che non conosco ed affino quelle che già ho. In cucina non si smette mai di imparare, ed ogni scoperta è bellissima!

Alessandra Verzera

 

NB. Le foto contenute in questo articolo, ad eccezione della foto degli gnocchi, sono di esclusiva proprietà di Shamira Gatta. Pertanto ogni uso delle immagini, se non preventivamente autorizzato dalla legittima proprietaria, è proibito e costituisce violazione del copyright. 

Slow Food: su OGM e NBT non abbassiamo la guardia.

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Non si può mai abbassare la guardia quando si parla di Ogm. La stragrande maggioranza delle persone non li vuole, ma una potente minoranza dai grandi interessi economici (capeggiata dalle multinazionali sementiere e della chimica, sempre più saldamente vincolate le une alle altre) non perde l’occasione per tentare di introdurre in Italia e in Europa vecchi o nuovi Ogm. Accade in tutta Europa e in questi giorni sta accadendo anche in Italia, senza alcuna discussione pubblica e parlamentare.Che cosa sta succedendo? Il Governo ha sottoposto al parere delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato quattro schemi di decreto legislativo. Il contenuto di questi atti è piuttosto tecnico: normano i modi in cui produrre e commercializzare varietà agricole ottenute con la tecnica di ricombinazione genetica (Nbt). Si parla di propagazione della vite e di altre varietà frutticole e orticole, ma ciò che deve far riflettere è che la Corte di Giustizia dell’Unione europea, in passato, ha equiparato l’Nbt ai tradizionali Ogm. Insomma: il timore è che, con l’alibi di adeguare la normativa nazionale a quella europea, si apra agli Ogm.«Vogliamo sperare – sottolinea Francesco Sottile, agronomo, docente dell’Università di Palermo ed esponente del Comitato esecutivo di Slow Food ItaliaSlow Food, prosegue Francesco Sottile, è «nettamente contraria all’impiego in coltivazione di organismi vegetali creati in laboratorio attraverso l’uso di tecniche di bioingegneria, che l’Unione europea, opportunamente, colloca tra gli organismi geneticamente modificati, indipendentemente dalle tecnologie utilizzate per produrli. Sono organismi che minano la conservazione della biodiversità, la sovranità degli agricoltori, la salubrità dei suoli e dei microrganismi che lo abitano e che ne garantiscono la fertilità. Le sirene che da più parti promettono la soluzione di problematiche agronomiche attraverso le biotecnologie, anche le più moderne, dietro finti modelli di sostenibilità nascondono le esigenze di modelli agricoli industriali che si basano ancora oggi sulla monocoltura e sul totale disinteresse per il rafforzamento della biodiversità e dell’agroecologia. Sono questi, invece, i cardini dell’unico percorso possibile verso la transizione ecologica dell’agricoltura, indispensabile per assicurare un futuro al pianeta». che si tratti solo di una discussione che tiene conto di una superficiale proposta europea e non il temuto scatto in avanti del nostro Parlamento verso una liberatoria a favore di organismi geneticamente modificati».Il biologico è incompatibile con gli OGM - Suolo e Salute

Queste proposte di decreti legislativi di adeguamento, sui quali il Parlamento può solo esprimere un parere non vincolante, non sono né necessari e né urgenti: «È il caso – aggiunge Sottile – di investire più tempo a parlare di come rafforzare nel nostro Paese un’agricoltura sostenibile, a cominciare da un concreto e definitivo sostegno normativo a quella biologica e biodinamica, senza mai perdere di vista gli obiettivi di neutralità climatica che la Commissione europea ha assegnato all’Unione».Non dimentichiamo, poi, che la materia in questione, proprio per la sua complessità e le implicazioni che ne derivano, ha sempre visto un lavoro di concerto di tre ministeri: Salute, Ambiente e Agricoltura, e non solo di quest’ultimo. Il percorso che si sta sviluppando ora è talmente anomalo e privo di trasparenza che fa nascere più di un dubbio. Se il Governo vuole introdurre la possibilità di far ricorso a tecniche Nbt lo dica apertamente, faccia tutti i passaggi del caso e coinvolga, con tempi adeguati, tutti gli attori: dalle forze politiche alle Regioni, fino agli agricoltori, alla società civile e ai cittadini: «Restiamo fiduciosi – conclude Sottile – Abbiamo assistito preoccupati a un recente ritorno di attenzione verso il sostegno all’uso del glifosato, che con gli Ogm ha molta attinenza, e non vorremmo che questi atteggiamenti finiscano per affievolire il rigore che il nostro Parlamento ha mostrato mettendosi a fianco della maggioranza dei Paesi europei che non ha ammesso la coltivazione di questi vegetali geneticamente trasformati».che la norma escluda qualsiasi riferimento agli Ogm, come è giusto che sia in un Paese in cui ne è vietata la coltivazione e la produzione. Solo così la norma acquisirà la giusta trasparenza, senza lasciare spazi a equivoci spesso alimentati da coloro che credono ancora che l’agricoltura possa fare a meno di modelli ecologici. Il glifosato è genotossico: lo studio dell'Istituto Ramazzini - Terra Nuova

Too Good to Go ed Ernst Knam: e il Natale dura più a lungo.

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Le feste natalizie si avvicinano, accompagnate da un incremento degli acquisti e dei consumi di cibo, prodotti agroalimentari e dolci in primis. Too Good To Go, l’app n.1 contro lo spreco alimentare, si impegna a informare e sensibilizzare contro lo spreco a livello domestico, anche grazie ai consigli di un vero e proprio esperto in tema di dolci e ricette creative, lo Chef e maître chocolatier Ernst Knam.Consapevolezza e soluzioni alla portata di tutti diventano infatti di particolare importanza nel mese di dicembre, quando si registra un picco sia dei consumi che dello spreco: si stima che in Italia 500.000 tonnellate di cibo sono sprecate solo nel periodo natalizio, che equivalgono a 80 euro per famiglia*. E quest’anno, con restrizioni di movimento e l’invito a evitare assembramenti, il rischio che molto cibo venga preparato ma poi non consumato è ancora più grande. Too Good To Go ha deciso quindi di lanciare la campagna “Fai durare il Natale più a lungo”, che è anche e soprattutto un invito a prestare attenzione agli avanzi e al cibo in eccesso, per condividerlo quando possibile, congelarlo, conservarlo e riutilizzarlo, tramite ricette creative, piccoli accorgimenti e trucchi, così da limitare il più possibile lo spreco di cibo e risorse.

Sensibilizzare contro lo spreco alimentare, soprattutto in un momento delicato come le festività natalizie, è particolarmente importante per Too Good To Go, che si pone come mission principale l’eliminazione dello spreco a 360°. Lo spreco alimentare tra le mura domestiche è quantificabile infatti come il 53% dello spreco totale: un consumatore consapevole e informato è imprescindibile se si vuole davvero fare la differenza.” dichiara Eugenio Sapora, Country Manager Italia di Too Good To Go.

Il primo focus è sul cioccolato e dolci, il cui acquisto ha già subito un’impennata a causa del lockdown e della necessità di comfort food, con una crescita a due cifre durante tutto il 2020**. Tendenza che andrà ad aumentare nel mese di dicembre, considerando che il periodo natalizio è, dopo la Pasqua, il momento di punta per le vendite di cioccolato e derivati. Chi non riceve infatti una o più scatole di cioccolatini e simili durante le feste natalizie, per poi ritrovare la confezione integra mesi dopo, ormai inutilizzabile?

Ecco allora qualche spunto per evitare che tanto ottimo cioccolato venga sprecato:

  1. Non dimenticare il cioccolato! In occasioni speciali si ricevono talmente tante scatole di cioccolatini o prodotti simili che dopo un paio di giorni non ci si ricorda più della loro esistenza: diventa importante raccogliere tutte le confezioni di uno stesso alimento in un angolo della dispensa dedicato, così si possa trovarle facilmente all’occorrenza.
  2. Non esagerare, ma cerca di pianificare. Mangiare tanto durante le feste sembra inevitabile, ma bisogna prestare attenzione alle giuste quantità, soprattutto quando si parla di dolci. Non dare subito fondo alle scorte per golosità, ma pianificare il consumo nel tempo, sempre prestando attenzione alle date di scadenza.
  3. Creare ricette alternative. Cioccolatini e barrette la fanno da padrone durante le festività ed è possibile approfittarne appieno con creatività e fantasia anche nelle settimane successive: basta scioglierli a bagnomaria per preparare brownies, torte al cioccolato o utilizzarli come guarnizione per dolci e ricette sfiziose.
  4. Cioccolata calda fai da te. Inverno e giornate uggiose e fredde a casa: è il momento ideale per preparare cioccolate calde per tutti i gusti. Basta tagliare a piccoli pezzi il cioccolato, unire il latte in un pentolino sul fuoco ed ecco la una bevanda calda con un tocco in più.
  5. Salvare cioccolato con le Magic Box. Durante il mese di dicembre è possibile approfittare di cioccolato e dolci che altrimenti andrebbero sprecati grazie a Too Good To Go: sull’app tante box di pasticcerie, aziende e negozi di alimentari che, specialmente in questo momento delicato, potrebbero avere maggiori sprechi dovuti alla domanda altalenante e alle restrizioni in atto. E per l’occasione, Too Good To Go ha chiesto un consiglio speciale anche a un vero e proprio esperto in materia, il pasticcere e maître chocolatier Ernst Knam:“Nel periodo natalizio, quando si producono e consumano una grande quantità di dolci, è fondamentale pianificare attentamente e tenere conto del fatto che la domanda può variare: con ingredienti come il cioccolato, il possibile spreco si può però trasformare nell’opportunità di sfornare o arricchire un’altra ricetta… basta un pizzico di fantasia e creatività!”

SdG

Santa Lucia. Tra religione ed arte culinaria

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Santa Lucia: un retroscena storico e religioso

Il 13 dicembre ricorre Santa Lucia, festività diffusa e tramandata in tutta Italia, soprattutto a Siracusa, in Sicilia, paese che diede i natali alla santa.Santa Lucia e il legame con Bergamo: da dove nasce la devozione - Bergamo  News

Secondo la tradizione, durante la dominazione spagnola le città di Palermo e, pochi anni dopo, Siracusa, furono colpite da una terribile carestia che causò la morte di migliaia di individui. Quando la situazione precipitò nella totale disperazione, giunse una nave carica di frumento che fu bollito dai superstiti e consumato. Tale avvenimento, ricordato come il “miracolo del grano”, è stato attribuito alla santa patrona del paese, Lucia, protettrice dei ciechi, morta per l’appunto il 13 dicembre dopo essere stata processata e condannata al martirio dall’imperatore Diocleziano.

Il culto, celebrato a Siracusa e in tutte le province della Trinacria, è fortemente sentito anche in alcune zone del nord Italia, soprattutto a Bergamo e a Verona: i bambini generalmente scrivono una lettera a Santa Lucia, nella note tra il 12 e il 13 dicembre, chiedendole dei doni e, un po’ come accade durante l’Epifania, lasciano anche qualcosa da mangiare e da bere per permettere alla martire, in groppa al suo asino, di rifocillarsi.

Santa Lucia: la tradizione in cucina

Da quanto storicamente narrato, nasce effettivamente l’usanza di preparare la cuccìa, nome derivante da “coccio” (chicco), con delle rivisitazioni del tutto originali e golose. La motivazione vera e propria per la quale non si mangia pane e pasta per l’intera giornata, risiede proprio nella finalità spirituale della festività stessa: secondo la credenza religiosa, il “miracolo del grano” suggerisce difatti l’astensione dal consumo di alimenti a base di frumento, sacrificio dettato anche da un famoso motto palermitano, “Santa Lucia, vulissi pani, pani unn’ aiu e accussi mi staiu” (Santa Lucia, volevo il pane, pane non ce n’era e sono rimasto digiuno).

Il rispetto per la tradizione, in quello che viene definito il “giorno più corto dell’anno”, si dimostra prevalentemente nelle tavole siciliane dove migliaia di consumatori soddisfano non solo l’anima, attraverso la preghiera, ma anche il palato tra arancine, padrone incontrastate dei pasti che da anni creano una diatriba tra Palermo e Catania legata al genere del loro nome,ed una varietà di preparazioni a base di ceci, farina di ceci, riso e patate.

Vediamo dunque nello specifico le prelibatezze da consumare in questo giorno tanto atteso, oltre le classiche arancine, palle di riso ripiene di burro, cane, cioccolato, pistacchio, formaggi, pollo e altri prodotti che le rendono uniche.Le ricette di Santa Lucia: zuppa di ceci

80g di ceci, 30g di burro, 1 carota, 1 cipolla, sale, pepe, rosmarino

I ceci sono molto gettonati il giorno di Santa Lucia proprio per la loro versatilità in cucina. Tra le tante ricette che si possono gustare, c’è la zuppa di ceci: una minestra semplice e dal sapore genuino al profumo di rosmarino.

Per preparare la zuppa di ceci basta cuocere i ceci in acqua bollente per circa un’ora. A parte, bisogna pulire la carota e tagliarla a cubetti. Allo stesso modo si procede con il taglio della cipolla che sarà poi saltata in padella insieme al burro. Dopo aver fatto cuocere per qualche minuto, aggiungere carota, rosmarino e ceci cotti in precedenza e condire il tutto con un pizzico di sale e pepe. Servire infine il preparato con dei crostini di pane.La cuccìa con ricotta:

500g di grano cotto, 500g di ricotta di pecora, 100g di zucchero, 30g di zuccata, 30g di gocce di cioccolato.

 

Il dolce maggiormente apprezzato, e tra i più golosi, del culto siciliano sia per il gusto invitante al palato, sia perché emblematicamente è ricondotto ai due periodi di carestia che colpì Palermo e Siracusa.

Dopo aver messo in ammollo il grano per circa tre giorni, cuocerlo per un paio d’ore in acqua bollente. Nell’attesa della cottura finale, versare la ricotta in una ciotola, dopo averla lasciata scolare fino alla perdita totale del siero: aggiungere lo zucchero e lavorarla fino ad ottenere una crema omogenea, per poi unire la zuccata tagliata a cubetti. Cotto il grano, bisognerà amalgamarlo con la crema di ricotta e aggiungere le gocce di cioccolato. Trasferire il tutto in frigo lasciando riposare per 30 minuti. Trascorso quel tempo, consumare il dolce decorandolo ulteriormente con granella di pistacchio o canditi.

Per una variante più sfiziosa, si può sostituire la ricotta con del cioccolato fuso o consumarla semplicemente bollita a colazione, accompagnata con del buon latte caldo.

Il gateau di patate

500g di patate, 2 uova, 100g di fiordilatte, 50g di prosciutto cotto, 50g di salame, parmigiano,sale, pepe

Per la superficie:

Olio extravergine d’oliva q.b.,pangrattato, parmigiano

Un piatto unico da gustare sia caldo che freddo, molto versatile. Si tratta di uno sformato di patate ripieno di salumi, con aggiunta di ingredienti a proprio gusto e piacimento, come il macinato di carne.

Per preparare lo sfizioso gateau di patate bisogna per prima cosa lessare le patate in acqua bollente per circa 30 – 40 minuti. Una volta cotte, occorre scolarle, sbucciarle con l’aiuto di un coltellino e schiacciarle riponendole in una ciotola. Dopo aver ottenuto una purea di patate, aggiungere uova, sale, pepe, olio e formaggio e mescolare fino ad ottenere un composto omogeneo. Unire la mozzarella e i salumi tagliati a cubetti e riporre il tutto in una pirofila da forno. Spolverizzare con il pangrattato e del parmigiano coprendo l’intera superficie e infornare per 30 minuti a 180°.

Le panelle siciliane

300g di farina di ceci, 900g di acqua, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato finemente, 1 cucchiaino di sale

Un must della gastronomia palermitana , immancabili nel giorno di Santa Lucia. Le panelle sono un vero e proprio piatto da street food ottenuto con pochi ingredienti che comunicano semplicità e bontà. Spesso in abbinamento, non soltanto nel giorno di santa Lucia, alle “crocchè” – o ” cazzilli” in dialetto: semplici ovali composti da patate lesse, schiacciate e aggiustate di sale. Talvolta anche con aggiunta di prezzemolo o finocchietto selvatico. Facili da preparare, ma difficilissime da friggere, le crocchè prevedono una notevole maestrìa poichè, non essendo passate preventivamente nè nella farina nè nel pangrattato, vanno direttamente nell’olio bollente: se non si ha una certa pratica, le si vedrà disfarsi, letteralmente disciogliersi, nell’olio. I primi esprimenti casalinghi rispetto alle crocchè possono essere altamente frustranti proprio per questo motivo. Per preparare le panelle siciliane occorre versare la farina di ceci in una pentola e mescolarla con del sale. Aggiungere gradualmente l’acqua e continuare a mescolare con una frusta finché il composto sia liscio e omogeneo e, soprattutto, privo di grumi. Proseguire la cottura a fuoco moderato fino a formare una sorta di polenta ben densa fino a staccarla dalle pareti della pentola. Aggiungere infine il prezzemolo e trasferire il composto in una superficie piana ricoperta di carta forno. Successivamente, con l’aiuto di un coltello spesso, stendere l’impasto in maniera uniforme e modellarlo formando dei quadretti regolari. Infine, basterà friggerle in abbondante olio per circa due minuti, scolarle per bene e gustarle con o senza pane, accompagnate con qualche goccia di limone.

In alternativa, le panelle possono essere cotte in forno statico a 200°.Delle panelle esiste anche la versione da pasticceria, la panella dolce, composta da due dischi di impasto realizzato con la farina di ceci, e farcita con “crema gialla”, la tipica crema pasticciera palermitana, ed infine cosparsa di zucchero semolato, più raramente di zucchero a velo. Rigosamente fritte, a differenza delle panelle salate, consumatissime in ogni giorno dell’anno, le panelle dolci  sono introvabili sia prima che dopo il 13 di dicembre.

Francesco Tusa

 

 

Sherbeth Festival 2020: la parola al cioccolato

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Enorme successo per il talk organizzato nell’ambito dello Sherbeth Festival 2020 in collaborazione con la Regione Siciliana, che ha visto la partecipazione del gelatiere, nonché produttore e maestro cioccolatiere Giuseppe Rizza, insieme ai colleghi Ruben Pili (Sardegna), Osvaldo Palermo (Lombardia) e Vitulio Bondi (Toscana). L’incontro è stato moderato dalla giornalista enogastronomica Francesca Ciancio.A far eco a Rizza anche il fiorentino Vitulio che ha sottolineato come  il cioccolato di Modica IGP ha finalmente il giusto riconoscimento sia da parte dei consumatori, che ne riconoscono l’unicità e valore, e proprio per tali caratteristiche non può e deve essere paragonato ad altro cioccolato.image1.jpegA tal riguardo Pili e Palermo hanno affermato l’importanza di educare i consumatori sin da bambini, cosa che nelle loro attività, in Sardegna per il primo e Lombardia per il secondo, avviene, infatti si organizzano educational per i piccoli ospiti, così da far conoscere preparazione e ingredienti,  ha ribadito Palermo.

Pienamente d’accordo anche Pili che ha sottolineato come sia sbagliato scegliere un cioccolato, a prescindere da quale tipologia, solo per la sua percentuale, perché sarebbe come il paradosso di scegliere un vino soltanto per la gradazione alcolica.Infatti, come ha sottolineato Rizza, il consumatore deve fare attenzione alla “lavorazione, tipologia, materie prime e la loro origine, che oggi, grazie anche al bollino interattivo IGP, posto sul packaging di ogni barretta di cioccolato di Modica IGP, favorisce la tracciabilità, il percorso e l’identificazione sicura e certa“.Il consumatore, per comprendere se un prodotto ha realmente qualità e sicurezza, deve leggere le etichette, e cercare se vi sono ulteriori certificazioni alimentari che garantiscono ciò, come le IFS e BRC. Queste quattro figure con un percorso professionale differente e geograficamente lontane, sono l’esempio di come sia ricchezza ridurre le distanze e sposare la cultura e l’unicità anche di territori differenti dal proprio.

 

L’Ambasciatore del Gusto Francesco Arena ha aperto il suo nuovo panificio-focacceria in centro che promuove il lavoro delle donne.

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“Finalmente ce l’abbiamo fatta a realizzare il mio sogno”. Con un pizzico di emozione, il mastro fornaio Francesco Arena annuncia l’apertura del suo nuovo locale nel centro di Messina, in via Tommaso Cannizzaro 137, a pochi passi da Piazza Cairoli, dall’Università centrale e dal Duomo di Messina.
Il 26 novembre Francesco Arena, Ambasciatore del Gusto messinese e grande esperto di lievitazioni e panificazione con grani antichi siciliani, ha infatti aperto il nuovo panificio che porta il suo nome. “Da anni volevamo aprire un panificio in centro – racconta Francesco Arena – che portasse avanti il nome della mia famiglia che da tre generazioni sforna il pane dei messinesi. Le tre spighe sono il simbolo che ci contraddistingue da generazioni”.


Fu la nonna Teresa nel 1939 ad aprire il primo panificio a Curcuraci, nel 1970 l’attività del figlio Masino Arena prosegue in via Consolare Pompea, nella zona nord di Messina, dove il panificio diventa punto di ritrovo per tantissimi messinesi. La data del 26 novembre segna un altro importante traguardo per Francesco Arena che porta la sua arte bianca anche nel centro della città.
Per il nuovo panificio, Francesco Arena ha scelto di promuovere il lavoro femminile e, in questa nuova attività, sarà circondato da sole donne. Cinque nuove assunzioni e una motivazione: “Ho fatto questa scelta perché è importante dare lavoro alle donne, soprattutto in questo momento di difficoltà, – afferma Arena – e perché credo fermamente che le donne abbiano una grandissima predisposizione per l’arte bianca e una sensibilità maggiore rispetto agli uomini”.
LA SCELTA GREEN DI FRANCESCO ARENA
Il nuovo locale di Francesco Arena è luminoso, moderno, elegante. Gli arredi sono in legno chiaro e colori tenui. La scelta è quella di un basso impatto ambientale. Tutti i materiali utilizzati nel panificio, i contenitori e i sacchetti sono realizzati in materiale biodegradabile. Le attrezzature dotate di tecnologia di ultima generazione sono a risparmio energetico. Per la cottura degli alimenti si utilizzano solo forni elettrici da energia pulita. Le materie prime selezionate dal bakery chef sono tutte di prossimità.


PANIFICIO – FOCACCERIA – PASTICCERIA PANARIA
Il locale è aperto da mattina a sera, con orario continuato. Il pane con lievito madre e grani antichi siciliani sarà il grande protagonista, soprattutto nei formati grandi. Si potrà scegliere anche il pane ai cereali o quella di Tumminia, molto apprezzato tra i pani speciali. A colazione si potranno gustare tantissime specialità di pasticceria panaria, cornetti, panini al burro, panini al cioccolato, treccine, biscotti, torte, crostate di pasta frolla, plumcake. Per pranzo e cena, infine, molto ampia sarà la scelta tra le decine di varietà di focacce tradizionali e gourmet, pizza in pala e scacciate. “Un posto di rilievo avrà sempre la nostra focaccia messinese con tuma, acciughe, pomodoro, scarola e acciughe ma proporrò anche una rivisitazione gourmet in cui gli ingredienti sono utilizzati a crudo. Il pomodoro, il songino, il formaggio spalmabile e le acciughe saranno adagiate sulla base di focaccia croccante. Ho previsto anche varie tipologia di pizza in pala, come quella con mortadella e pistacchio, e di scacciate, come quella molto amata ripiena di prosciutto crudo, funghi e formaggio” – racconta l’Ambasciatore del Gusto.
Nel panificio Arena si potranno acquistare anche farine, confetture made in Sicily e i vini a km zero dell’azienda vitivinicola Case Matte.

SdG

Editoriale. Il Covid e il paese di Pappagone

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A Pappagone diede vita e fama uno straordinario Peppino De Filippo: questo personaggio si chiamava precisamente Gaetano Pappagone. E chi era? In due sole parole, un pasticcione. Per rimanere nel tema di ciò che diede i natali a Gaetano Pappagone, I Casi Sono Due: o siamo governati da emulatori di Pappagone ed accoliti, o qualcosa sfugge decisamente ai più.Il ritorno di Pappagone

Notizie di stampa riportano notizie dal tono decisamente poco incoraggiante: ” La pandemia in Italia è ormai fuori controllo“. “Ormai”? E da quando? Ma, soprattutto, perchè è andata fuori controllo?Analisi numerica dei dati relativi alla diffusione del Covid-19 in Italia e nel mondo | Consiglio Nazionale delle RicercheIn principio fu un lockdown del tutto inutile, almeno in determinate aree del Paese come la Sicilia, poichè i casi erano pochissimi ed i mesi invernali non lasciavano prevedere flussi inarrestabili di turisti e, quindi, di preoccupanti potenziali diffusori del virus cosiddetto di importazione. Sarebbero, allora, bastate misure per la prevenzione ed il contenimento. Un eccesso di zelo, un eccesso di prudenza, o forse anche una paura improvvisa e sconosciuta, hanno invece fatto decidere di chiudere tutto. Va bene, ce lo siamo fatto andar bene.Coronavirus: Palermo “lockdown”, la situazione e le foto delle vie deserte « Palermo blog – RosalioLa Sicilia, con qualche centinaio di casi, asserragliata esattamente come la Lombardia, con qualche migliaio di morti. E, benchè non vi fossero di certo numeri allarmanti, si chiuse tutto, tranne i generi necessari alla sopravvivenza. Si chiuse anche la scuola, che però volgeva comunque al termine. E mentre la gente cantava, suonava ed inventava numeri di intrattenimento balconiero,  la prima scure si era così abbattuta sulla testa di tanti segmenti dell’economia cittadina, isolana e di tutta la penisola: la ristorazione fu la prima a cadere sotto colpi di maglio che mai avrebbe immaginato di dovere ricevere e che non era in grado di sopportare. Non dimentichiamo, per favore, che oltre alla mancata chanche ed agli incassi persi, molti hanno letteralmente buttato, o diversamente distribuito, molte derrate stoccate nelle dispense e nei frigoriferi. Che le abbiano buttate via o date in beneficenza la storia non cambia: va tutto nel lungo elenco delle perdite patite.LA CAMPANIA SBLOCCA IL CIBO DA ASPORTO, MA LA CRISI DELLA RISTORAZIONE E' ALTRO - PiaceridellaVita.com Nel frattempo però, in quei due mesi di catene solidali, di pasti da asporto, di passaparola, di buona volontà, il governo diede delle istruzioni nell’imminenza del “rilascio” di 60 milioni di cittadini tenuti ai domiciliari per un paio di mesi, rei di nulla. Tutti liberi il 4 di maggio, tranne alcuni. Tra questi alcuni che si sono visti infliggere una pena accessoria di altre due settimane, i ristoratori. Sempre loro, i grandi malfattori. Che nel frattempo giravano a vuoto tra mille regole, confermate e poi soppiantate da altre, mille cavilli, misurazioni millimetriche e condizioni lavorative da girone dantesco.

Quali erano queste misure? Quasi nessuno lo sa ormai più con certezza nè nell’ ordine cronologico preciso proprio perchè sono state fortemente ondivaghe: ma eccone alcune.

Dimezza la capienza del locale: se avevi trenta posti in tutto sai già che chiuderai. Ma va bene, dimezziamo e speriamo di coprire almeno le spese.Corato: Fase 2 in Puglia: al ristorante tavoli distanti 1,8 metri e plexiglasColloca il plexiglas a ” chiudere” ogni commensale: due seduti di fronte devono essere isolati uno dall’altro e, ovviamente, da quelli a fianco, sebbene quelli a fianco siano distanti due metri da te. Il plexiglas costa uno sproposito. E poi come fanno a sentirsi due che mangiano insieme ma vogliono anche parlare, se sono separati da questa lastra? Ci mancava poco che nascesse anche l’idea di auricolari e microfoni monouso da fornire ai clienti. La follia degenerativa non è arrivata a tanto. Ristoranti, distanza tra tavoli: 2 metri potrebbero non bastare - Corriere.itDistanzia i tavoli di due metri l’uno dall’altro: e qui nacque il primo grosso, grossissimo inghippo. Due metri da dove? Misurando da dove e verso dove? A tutto dentro o a tutto fuori? Con sedia libera o occupata?  Ma facile! Due metri PER LATO a tutto fuori, quindi con la persona già seduta. Quindi un tavolo quadrato per due persone prevedeva uno spazio circostante di ben otto metri, più il tutto fuori delle due sedie; appunto due per lato. Se hai una sala di quaranta metri, al netto dei pilastri, del mobilio e dei corridoi per l’accesso alle toilettes, avrai cinque tavoli.  La somma che da il risultato viaggia nel campo dei numeri negativi.
Occupazione di suolo pubblico, il Comune di Caserta introduce nuove regole |Usa il dehors se ce l’hai, se non ce l’hai cercati un pezzo di marciapiedi e crealo. Ok, a volte è scomodo, a volte è troppo stretto, ma va bene. Ed allora ritaglia quel marciapiedi, metti piante, una pedanina, le lucine,  insomma rendilo gradevole, piacevole, fornisciti anche in qualche zona di un elemento per il riscaldamento da esterni, ovvero di nebulizzatori per il fresco.No, non farlo! Niente nebulizzatori poichè potrebbero veicolare le droplets. Ok, moriremo di caldo, ma covid free.Dispenser automatico disinfettante mani | PersonalizzabileMetti il gel igienizzante fuori dalla porta, munisciti di menù non cartaceo e stai attento ai bagni: sanificali ad ogni uso. Una ridda di regole folli, esasperanti che in qualche caso avrebbero richiesto l’assunzione in servizio di vere e proprie “guardie” e di un addetto fisso alle toilettes. Ovviamente non dovevano mancare nè la scheda anagrafica dei clienti, nè i termo scanner. Follie su follie.

Naturalmente mascherine per tutti, cuochi e camerieri. Un martirio come pochi, specie per i cuochi, specie alle temperature spesso elevatissime di cucine con sei fuochi fiammeggianti, friggitrici a pieno regime e forni spinti al massimo. Ma, poveracci, lo fanno e si adeguano: dopotutto è in gioco anche la loro stessa salute,se si salvano da un ictus.Ristoranti e bar: ad un mese dalla riapertura, incassi ancora dimezzati - WineNewsSu tutto, la madre di tutte le scelte: ognuno faccia le vacanze nella propria regione, che tanto in Italia non manca nulla in qualunque parte si viva. Bene, plauso. Riscopriamo la nostra terra, le nostre bellezze, i nostri stratosferici patrimoni.

Il tutto si è tradotto in spese parecchio ingenti, tanto quanto inutili, di brevissima vita. A queste spese hanno fatto sèguito penosi “ristori”, al livello della carità e ben al di sotto dei livelli di sussistenza: forse, avranno pensato i Pappagone, che i ristoratori da mangiare ce l’avessero  già di loro nelle dispense e che quindi con quei 600 euro avrebbero vissuto da pasha, dopo avere mangiato e bevuto a sbafo di sè stessi. Pappagone probabilmente si, lo avrebbe pensato. Palermo, cambiano di nuovo le regole della movidaPoi succede l’imponderabile: arriva l’estate. Chi lo avrebbe mai detto? Un’estate che, dopo maggio, coglie tutti impreparati.  E con l’estate si sono sparigliate tutte le carte di mazzi peraltro già difettosi. Una bolgia ovunque, un bordello infernale. Le mascherine, il plexiglas, gli otto metri, le vacanze entro le rispettive regioni e tutto il resto sono lontani ricordi. Non si ragiona più: transumanze di gente in varie zone, non soltanto della movida, ma anche nei lidi balneari. Una Babele di lingue: Mondello sembrava, che so, La Croisette di Cannes durante il Festival del Cinema, con gente parlante in ogni lingua del mondo, ovviamente “smascherata” Il grande turismo internazionale che abbiamo sempre desiderato lo abbiamo avuto quando non avremmo dovuto averlo. Quando, cioè, non poteva andare altrove: non è la prima volta, nè la prima occasione, in cui risultiamo essere “sacca” di altri paesi. E così è stato.Nel 2100 a Palermo il caldo sarà 'infernale' (se non si fa qualcosa...)I Lidi…questi luoghi  mitologici in cui plotoni di ingegneri avevano prima misurato, distanziato, ipotizzato gabbiotti di plexiglas, ombrelloni a tenda dentro ai quali rinchiudersi, sanificazioni continue dei lettini, distanza dentro l’acqua di non ricordo quanti metri l’uno dall’altro. Mattane su mattane: ed i fatti hanno dimostrato che solo di questo si trattava. Di mattane. Consulenze e denari a gettito per dei veri e propri flop. Navigli e corso Buenos Aires presi d'assalto dai milanesi: ignorate le  indicazioni anti CoronavirusColpa della gente? Si, certo: anche ed in buona misura colpa della gente. Di quelli che ” ma io così impazzisco” o di quegli altri che ” ma siamo in dittatura?” O di quegli altri che “ la mascherina non la metto perchè limita la mia libertà“. O di quegli altri che ” moriremo per i danni causati dall’ipossia con queste mascherine“, dimenticando magari che forse nel corso della loro vita hanno subìto un’appendicectomia ed hanno visto un chirurgo con la mascherina: nel novero delle morti legate alle malattie professionali dei medici “l’anossia da mascherina chirurgica” credo proprio non figuri in nessuna parte del mondo. Per non parlare di quelli che ” è solo una banale influenza“, o che ” ma figuriamoci, tutto un complotto“. Tra parentesi, di gente morta nell’ordine delle migliaia a causa di “complotti” nel mondo ce n’è stata davvero tanta: dove sta scritto che un complotto debba essere innocuo? Non lo è mai e magari è proprio un complotto; cosa cambia? Detto ciò, ogni governo ha il suo popolo: ed ogni popolo ha il suo governo, anche quando non lo ha eletto.Festeggiamenti vittoria Coppa Italia, Guerra (OMS): 'Sciagurati tifosi in  piazza a Napoli' - Salernonotizie.itFinita l’estate ci ritroviamo con una pandemia fuori controllo: in circa sei mesi di “lavori estenuanti”, pagati da ciascuno di noi a peso d’oro,  la montagna ha partorito il topolino. E le grandi e straordinarie misure sono diventate monopattini, banchi a rotelle e bonus vacanze mentre la gente aveva il contatore della luce staccato e le cartelle esattoriali all’uscio. Risultato? Scuole chiuse, milioni su milioni buttati. Banchi con le rotelle, ne arrivano diecimila per Venezia - La Nuova di Venezia VeneziaRistoratori in linea con tutte le precedenti prescrizioni ancora una volta chiusi, peggio, gabbati, diciamo pure presi per il culo : chiudi alle 24, chiudi alle 23, chiudi alle 22, chiudi alle 18.00. Non apri affatto. Vorresti salvarti la domenica? Scordatelo: la domenica tutto chiuso. Però puoi consegnare a domicilio. Come se fosse la stessa cosa, come se fosse infinitesimalmente persino simile. Però no, la domenica apri, booh vedremo… Tu fornaio? Apri a turni, una domenica si e l’altra no, anzi no stai chiuso, vabbè apri ogni domenica. Insomma, cari Pappagone cosa dobbiamo fare? I soldi per vivere a questi signori, ed ai signori dell’indotto, chi glieli da? Qualche piccolo prelievo forzoso dai conti correnti di tutti e così ci mettiamo tutti a posto con le coscienze? E chi sarà a prendere il coraggio a quattro mani e a pronunciare quell’antipatica parolina in inglese che ormai sembra inevitabile, se non salvifica, che è “lockdown”? Perchè,  sapete, se lo avete proclamato a marzo, quando in alcune zone praticamente non serviva, oggi dovreste proclamarne tre, è ovvio: parlano i numeri e parlano gli ospedali. Altro che ” Strega cambia colore”…Non è facile fare politica avendo per le mani certe gatte da pelare, è lapalissiano; ma nessuno d’altra parte ha mai detto che sarebbe stato facile governare un Paese. Tuttavia è necessario che chi fa politica si occupi del bene collettivo a scapito della vanità e della popolarità personali Non vi mancano solo cuore e fegato per chiudere il Paese;  vi mancano i soldi. Bene: trovateli, dal momento che per consulenti, tecnici, squadroni di specialisti, banchi inutili, pattini e vacanze fuori luogo,  per voi stessi, li trovate sempre e che finiscono invariabilmente in buchi neri senza sortire alcun beneficio. Com’è che in questo paese si trovano soldi per tutto tranne che per chi ne ha davvero bisogno?Qui comincia l'avventura del Signor BONAVENTURA! ... ( sergio tofano ) | Immagini, Fumetti, IllustrazioniLa pandemia è fuori controllo:  e se chiedessimo lumi a Pappagone? Volendo ci sarebbe anche il Signor Bonaventura, hai visto mai…

 

Alessandra Verzera

 

Credits: L’immagine che rappresenta il grafico della curva pandemica in Italia è del CNR. L’immagine di Palermo in lockdown è di rosalio.it. L’immagine dei Navigli è di fanpage.it L’immagine di Napoli e dei festeggiamenti Coppa Italia è di www.salernonotizie.it