Cristian Gadau: dalla strada alla cucina. Storia di un ribelle ai fornelli.

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gadau grande Cristian Gadau, chef sardo. Ma…

A volte la vita ci riserva situazioni per cui non siamo ancora pronti… Quando feci colletta e chiesi spiccioli per salire sulla nave per il “Continente” avevo 14 anni. In estate avevo conosciuto una ragazzina di Roma e la voglia di vivere quell amore mi porto’ ad intraprendere quella che poi sarebbe diventata la mia vita. Viaggiare e non fermarsi.

E quindi, a soli 14 anni, dice addio alla sua terra per inseguire un amore forse troppo giovanile?

Arrivato a Roma il sogno romantico infatti fini’ subito e cominciò una dura realta’. Nelle periferie Romane ho cominciato la mia universita’. Quella della strada.

gadau7E non le venne voglia di tornare nella sua Sardegna?

Si, e lo feci. Ma dopo un breve ritorno a casa partii per Milano per seguire un master di design.Ma ormai ero diventato prematuramente adulto per stare in una classe di secchioni.

Così ha deciso di continuare a cercare sè stesso in giro per l’Italia e per il mondo: quale è stata la tappa successiva?

Dopo qualche tempo il mio destino mi porto’ in Germania e cominciai a lavare bicchieri in una citta’ chiamata Essen (Mangiare, se volessimo tradurlo )..Mi ricordero’ sempre che al terzo giorno uno dei titolari e grandissimo cameriere soprannominato Prince per via della sua classe nel servire mi porto’ a fare il suo aiuto. Questo perche’ aveva visto la mia precisione nel taglio dei limoni per le CocaCola .Puo’ sembrare una stupidaggine ma per me e’ stata una delle cose che nella mia vita ricordo piu’ volentieri. Dopo un mese e mezzo ero diventato direttore di un altro dei loro ristoranti. Ma il mio passato continuava a seguirmi e dovetti lasciare la citta’ per emigrare in Olanda. Non prima di aver fatto tappa a trovare un conoscente su delle isole confinanti con i paesi bassi.

cristian gadau2E cosa successe una volta arrivato in Olanda? Un paese che offre opportunità, ma sicuramente anche tante tentazioni specialmente per un giovane.

In Olanda non ci arrivai mai. Su quell’isoletta  e presso quel mio conoscente in effetti cambiarono i miei programmi e tutto il resto. Entrai per caso in un ristorante e conobbi il titolare. Mi chiese cosa facessi e io risposi che facevo il cameriere. Eravamo nel periodo delle feste di Natale e mi propose 15 giorni di prova. Io accettai perche mi servivano soldi per continuare il mio viaggio. Dopo 3 giorni mi prese da parte e mi disse che lui aveva bisogno di professionisti. Che al massimo potevo lavare i piatti! Io non accettai e lui si dimostro uomo di grande parola e mi fece terminare i 15 giorni. Mi ritrovai a decantare e vedere la miglior clientela tedesca. Solo gente famosa. Cucina e servizio erano incredibilmente elevati. Lui era un gran maestro con un curriculum gastronomico da far invidia. Due scuole alberghiere, Italiana e Tedesca. Cuoco nella Citta’ del Vaticano e per diverse case reali del Nord Europa. Il suo modo di vedere la gastronomia era fantastico. In questi 15 giorni lavorai con una passione che solo lui sembrava sapere avessi dentro.

GadauUna grande opportunità ben giocata.. Cosa successe poi?

Il giorno della mia fine e’ stato un grande inizio..Mi disse che non dovevo più andare via!. Un’ altra grande soddisfazione dopo i limoni!

E quindi è stato li che è in effetti iniziata la sua formazione?

Li ho iniziato a lavorare e oltre a fare una grande scuola professionale, quel Maestro mi ha fatto capire cosa occorre oltre al talento… essere umili e forti nella propria vita senza voler raggiungere tutto e subito. Mi ha insegnato che il valore vero non sta nella quantita’ ma nella qualita’ e nel sacrificio che si e’ dedicato per ottenere qualcosa. Piccola o grande che sia.

gadau6Poi comunque è arrivato il momento del distacco da questo prezioso mentore. E lei era ormai uno chef. Altra tappa?

Dopo di lui ho continuato in un altro ristorante sempre sulla stessa isola, e intanto ricevevo proposte di lavoro dai migliori locali e hotel in germania. Ma cominciavo ad avere una strana deviazione… Negli ultimi anni facevo scuola ai miei aiutanti in sala per poter trascorre il tempo in cucina e mi dedicavo a impiattare e comporre i tasting menu’. Avevo trovato la mia dimensione. Guadagnavo bene tutti i soldi li spendevo per andare a mangiare nei migliori ristoranti e mi nutrivo d’ arte gastronomica anche di notte. Ho iniziato a sperimentare le cose che vedevo. Un auto didatta molto applicato.

cristianMa parte di quei soldi li ha anche investiti in una sua attività?

Certamente. Ho iniziato a lavorare in cucina subito come Chef in un locale di mia proprieta’. I clienti erano entusiasti e chi lavorava con me ancora oggi mi da la soddisfazione di dirmi che io per loro saro’ sempre il modello a cui ispirarsi.

Lei ha un tipo di cucina molto “visual” e siamo in piena era” food porn”: lei da dove trae le sue ispirazioni?

La mia cucina e’ follia abbinata alla disciplina e rispetto delle gerarchie..Ogni elemento e libero di esprimersi e sentirsi protagonista. I migliori piatti sono nati proprio dagli errori commessi.
La cucina e’ intuizione… cogliere un evento. Osservare il pass da dove rientrano i piatti e cogliere i colori e le forme nate spontaneamente da un cliente che mangia. Un piatto puo’ nascere da una macchia su una tovaglia. Tutto cio’ che ci circonda puo’ essere motivo d’ ispirazione nel nostro lavoro.

Qual è la morale di questo suo percorso di vita?

Io amo il mio lavoro perche’ anche i limoni possono cambiare una vita ed insegnarti che le tue emozioni e stati d’ animo, anche i più negativi, possono essere trasformati in maniera positiva su una cornice chiamata piatto, rendendo la vita un’opera d’arte.

Alessandra Verzera

 

Photo: Copyright di Cristian Gadau

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