Confiscato alle cosche: la seconda vita dell’hotel di lusso ora è fra i migliori di Roma

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Grand Hotel del Gianicolo, 7 giugno 2016, La Cena della Legalità di Filippo Cogliandro.

IMG_1077Il Grand Hotel del Gianicolo……a pochi minuti a piedi dal centro della città e appena sopra Trastevere, una delle zone più preziose e autentiche di Roma, una vista suggestiva sul Gianicolo, la cupola di San Pietro e parchi circostanti come Villa Pamphili e Villa Sciarra, per poi uscire fuori per uno shopping nelle strade più belle del mondo….

La seconda vita del Grand Hotel Gianicolo, una storia a lieto fine per un bene confiscato. Mentre circa il 90% delle aziende sottratte alla criminalità finisce per fallire, qui non un solo posto di lavoro è andato perduto, niente grava sulle spalle dello Stato, il bilancio è in attivo, la D.ssa Ilia Bortolomucci, amministratore giudiziario, gestisce l’imponente struttura con camere, suite e piscina, affiancata dal direttore Giuseppe Ruisi, una vita passata negli hotel di mezzo mondo.IMG_0895

La strategia ha funzionato, in breve tempo l’hotel si è ripopolato, sono tornati i banchetti nuziali, le feste, gli eventi, gli incontri, aperitivi glamour ma soprattutto sono arrivati i turisti stranieri, tedeschi, canadesi, francesi e tutta una serie di appuntamenti con l’arte, la moda, il cinema…….

IMG_1949I fantasmi del passato sono scomparsi e martedì 7 giugno, il Roof dell’Hotel con vista sul Cupolone di San Pietro ha ospitato in uno scenario costituito dal giardino d’inverno colorato di fiori e piante, con il suo pavimento in san pietrini e trompe l’oeil con paesaggi romani, lo chef Filippo Cogliandro, presenza emblematica, arrivato dalla Calabria a raccontare la sua storia attraverso la sua cucina per il Progetto de Le Cene della Legalità con la presenza di magistrati e legali, professionisti e politici, autorità.le-cene-della-legalità-marchio

Filippo Cogliandro, eletto Ambasciatore della Ristorazione Antiracket nel mondo, che opera nella difficile realtà calabrese e fedele alla sua convinzione che “il silenzio uccide”, coglie l’occasione per far conoscere la sua esperienza di imprenditore che si è ribellato alla logica del “pizzo” con Le Cene della Legalità, il suo progetto nato a Firenze nel 2012 per raccontare con un Tour nelle diverse città italiane e all’estero il suo lavoro di chef abbinato alla cucina del territorio ospite, la cucina che serve da pretesto e da tema per celebrare uno scambio di emozioni e di conoscenze, una rete sociale per raccontare alla gente la sua storia, un modo di incontrarsi per scrivere insieme la nuova pagina di una storia comune.

CogliandroFilippo chi è lo chef Filippo Cogliandro?

A volte io dico “chef per caso” perché, come diceva Guy De Maupassant “solo gli imbecilli non sono ghiotti…si è ghiotti come poeti, si è ghiotti come artisti” ed io volevo essere un artista, ma evidentemente non avevo l’ispirazione ed oggi mi posso definire un uomo “libero” con la passione della cucina.

Cosa ci racconta la tua cucina?

La mia cucina è il mio mare, la mia terra, i ricordi, la mia vita….sono convinto che la cucina è un insieme armonioso di emozioni e ricordi, volontà e creatività, passione e sacrificio, un lavoro che scegli, ma forse ti sceglie…

Come sono nate le “Cene della Legalità” ?

Sono nate per caso, un giorno sono stato contattato da una giornalista fiorentina, per una intervista sugli accadimenti, sia a me che a mio padre, la richiesta del pizzo, il rifiuto alla scorta, l’amicizia e il sostegno di don Ciotti e si è stabilito fra noi un rapporto di stima; in seguito ci siamo sentiti e, parlando, ci è venuta l’idea delle Cene della Legalità per portarle in tutta l’Italia e raccontare la mia storia e perché, attraverso la cucina, si diffonda il messaggio della legalità, sia agli intervenuti che agli allievi delle Scuole Alberghiere che formano la mia brigata come stagisti. Il progetto è stato registrato a nostro nome e lo stiamo portando sia in Italia che in Europa; come Fondatore del Progetto sono stato invitato nei festeggiamenti dei 25 anni del settimanale Panorama per un tour – Panorami d’Italia – iniziato proprio da Reggio Calabria e presentato dal Direttore Mulè. Oggi, a seguito del mio impegno sono stato nominato Ambasciatore della Ristorazione Antiracket nel mondo. Il mio desiderio è parlare, segnalare, far sapere, infatti ogni mia intervista termina con la mia frase….il silenzio uccide…

La tua cucina è tradizione o sperimentazione?

La tradizione dai i miei ricordi, la sperimentazione dal mio mare: il mare della Calabria è il mio elemento, io sono nato sul mare e al mare rubo l’ispirazione, la creatività che mi viene dal pescato giornaliero al mercato, gli abbinamenti con le verdure stagionali, il pesce “povero” arricchito dalla mia fantasia, nella mia cucina ci sono il colore e i profumi della mia amata Calabria.

Grand Hotel Gianicoloh del gianicolo

Viale delle Mura Gianicolensi 107, Roma

06 58333405


info@grandhotelgianicolo.it

 

 

 

 

 

 

Carbonaro dell’Alaska mantecato con Patata Bellina Aspromontana su Cipolla Rossa di Tropea in riduzione balsamica

Tortino di Patate Aspromontane con Polipo Verace Mediterraneo e fonduta di Caciocavallo di Ciminà

Ingredienti x 6 persone

 

600gr cuore Bacalao Gold (Black Cod) dissalato

300gr patata Bellina Aspromontana De.c.o.

300ml latte intero

½     spicchio aglio tritato finemente

200gr olio extravergine d’oliva Ottobratica/Carolea

sale e pepe q.b.

3 Cipolle Rosse di Tropea

100 ml aceto balsamico

 

Preparazione:
Pulite le patate, tagliatele a cubetti e disponetele all’interno di una pentola.

Spinate il baccalà, privatelo della pelle e tagliatelo in piccoli pezzi, poneteli in pentola e versate il latte, il sale ed il pepe.

Fate cuocere il tutto a fiamma viva per 5 minuti girando costantemente con un cucchiaio di legno per evitare di far bruciare il fondo e continuate la cottura a fuoco basso (20/25 minuti).
Girate fin quando il latte sarà completamente assorbito e il composto avrà una consistenza simile ad un purea.

Amalgamare il tutto in uno sbattitore elettrico o con una forchetta, versando l’olio evo a filo.

Le cipolle di Tropea, tagliate a julienne, andranno ammorbidite, a fiamma poco vivace, nell’aceto balsamico fino alla sua evaporazione.

 

Composizione del piatto

Adagiate la julienne di cipolla balsamica sul fondo del piatto e formate alcune quenelle di baccalà ed accompagnate il tutto con crostini di pane

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