A Sciacca si riqualifica lo Stazzone: ma sparisce lo “street food” dei Patacco.

0
3406

linguinepatacco2La storia di Patacco è una di quelle storie che in un paese tutti conoscono.
E’ la storia dello street food ancora prima che divenisse street food ed era, semplicemente, “il panino del furgone”.
La storia di Patacco è bella perché è una storia di lavoro, di fatica, di volontà, di crescita.
Iniziano nel 1990 due fratelli, Filippo e Ignazio, i cui figli erano ancora in fasce in quei giorni: figli che oggi lavorano svariate ore al giorno. Uno di loro, Domenico che più avanti ci racconterà la storia, mi è capitato di vederlo personalmente perdere i sensi per il caldo e la fatica. Sono storie di famiglie unite che onorano la Sicilia che lavora.
salsicce-alla-braceEra appunto il 1990 quando il furgone dei fratelli Patacco parcheggiò allo Stazzone, luogo caro ai saccensi e memoria di una spiaggia che fu e che non è più da decenni, ora luogo di ritrovo per giovanissimi e di buona cucina anche per i non giovanissimi. Sostanzialmente, un ristorante, una trattoria e diversi bar e pub. E tra questi, il furgone dei Patacco: con i panini con la salsiccia alla brace e cipolle, quelli con le panelle o con la milza: compiacimento dei tanti palermitani che scelgono Sciacca come meta di vacanza e residenza. Pochi tavoli di plastica su un terreno dissestato. Infatti quelli erano gli anni in cui lo Stazzone, dopo la scomparsa della battigia e l’imbalneabilità delle sue acque, era stato consegnato al declino e al degrado.
BancarellePoco a poco divenne regno di una moltitudine di bancarelle con prodotti di varie etnie: souvenir in legno della vicina Africa, abiti e kaftani di gusto indiano così come gli incensi che spesso bruciavano dando all’aria sentori esotici, e persino porcellane e cristallerie dei ricercatissimi “polacchi”: la domenica frotte di saccensi affollavano le bancarelle dei polacchi che vendevano merce di ottima qualità a prezzi stracciati.
Sapori e immagini ormai “antiche” in un mondo che si muove a volte troppo velocemente ma che a volte rimane immobile e condannato a sé stesso.
stazzoneL’ inizio della stagione estiva in quegli anni coincide con l’apertura della saracinesca del furgone dei Patacco che, con la licenza di venditori ambulanti, hanno una concessione stagionale: l’estate finisce e loro vanno via, dopo tre lunghi mesi di lavoro intenso e di ottimi panini.
Via via ai panini si aggiungono le patatine fritte, qualche schiacciata, altre tipologie di panini divenuti famosi a Palermo e ben presto riproposti in tutta la Sicilia.
I Patacco vanno avanti così fino al 2006, anno in cui ottengono la concessione annuale ed una licenza per montare un gazebo in legno e vetro che trasforma il furgone di un tempo in una vera e propria trattoria. cozzeNel 2010 infatti arriva un’ulteriore licenza: quella per aprire la cucina, e passare dunque dai panini agli spaghetti e al pesce fresco. In cucina si infila l’amico fraterno Lillo Rosa, cuoco di professione, che in una questione di pochissimi metri prepara piatti ottimi a base di pesce. I crudi marinati sono eccellenti, i primi piatti lo sono altrettanto: e sono estremamente generosi e ben presentati. Le triglie sanno di mare e le cozze non sono da meno. Insomma, Patacco fa il salto di qualità e fa il pienone ogni sera, complice il confort del gazebo con aria condizionata e la meravigliosa vista sul mare bello e maledetto dello Stazzone. Ma quando l’ora della cena è passata, allora si riaccende la vecchia fiamma: Patacco ritorna al suo street food e i ragazzi sciamano tra panini e patatine fino alle 5 del mattino, dando vita e suono ad un posto diversamente desolato. Stazzone-CantiereNel 2012 però la sorte volta le spalle a questa famiglia di instancabili lavoratori: un progetto europeo di riqualificazione dello Stazzone con fondi comunitari segna l’inizio dell’odissea dei Patacco. Devono andare via da quello che, opinabilmente, diventerà un luogo “elegante”. E che devono andare via non glielo comunicano di certo nel corso della prima riunione operativa al Comune di Sciacca, dato che i Patacco non vi sono stati invitati a differenza di altri operatori di quel luogo. Nel marzo del 2013 iniziano i lavori ed apre l’immenso cantiere dello Stazzone. All’inizio della stagione estiva, nel giugno del 2013, i Patacco ricevono una lettera della Regione Siciliana che notifica la sospensione della licenza fino al dicembre 2013. Il ricorso al tar presentato dalla famiglia da esito negativo, dato che si tratta di progetti europei. Il 7 agosto il locale viene transennato impedendo l’accesso ai disabili e divenendo, di fatto, non a norma. Il cantiere che ha sistemato le transenne va in ferie solo 3 giorni dopo. Nello scoramento generale, ma dovendo garantire il pane a sé stessi e ai pochi dipendenti, i Patacco non si danno per vinti e continuano a lavorare: il 23 di agosto però arriva la diffida del Comune di Sciacca. milzaE Patacco chiude. In teoria i fratelli avrebbero potuto rimontare il loro gazebo e, dopo il collaudo, riprendere le loro consuete attività già dal primo di gennaio del 201, dato che ritornava valida la licenza essendo scaduta la sospensione imposta dalla Regione. A quel punto però il danno era fatto: gli arredi, il gazebo stesso e diverse parti della cucina, hanno subito danni gravi nel corso dello sgombero.
Domenico, “anima” di Patacco, ci racconta i numeri di un progetto europeo che non ha tenuto conto dei progetti familiari dei singoli individui: dieci mesi di fermo, 200.000 euro di mancato incasso, dispersione della clientela, e diversi posti di lavoro persi sia direttamente che nell’indotto.
“Di queste perdite il Comune è moralmente responsabile” – dice Domenico.
furgone“Allo Stazzone torneremo, anche perché il mitico furgone è rimasto li, in attesa dell’autorizzazione alla ripresa dell’attività” . Infatti è li, oberato di travi e residui del cantiere ormai dismesso, carico di ricordi e di vita vissuta. Domenico, ed ancor più di lui, suo padre, ne hanno fatto una malattia. “ Non riesco a parlare dello Stazzone senza sentirmi male: sono mesi che non ci passo neanche di strada. Mio padre è stato malissimo. Lui aveva già avuto seri problemi di salute: questi fatti hanno rischiato di dargli il colpo di grazia. Ma grazie a Dio siamo tutti qui, uniti come prima, a rimboccarci le maniche come abbiamo sempre fatto” – questo è l’accorato sfogo di Domenico, che si ricorda minuziosamente di ogni cliente e persino di cosa preferisse mangiare.
Ma bisogna pur campare al di la delle nostalgie e delle amarezze, ed ecco che i Patacco si sono trasferiti in centro storico, accanto alla splendida chiesa di Santa Margherita, in una piazzetta suggestiva con vista sulla chiesa del Carmine, in un nuovo locale di cui Domenico è oggi il titolare e nella cui cucina c’è sempre Lillo Rosa. Un indirizzo ambito per qualsiasi attività, la Piazza del Carmine.
panineriaIl gusto ritrovato dei panini di Patacco, gli ottimi spaghetti alla marinara, una bella fetta di spada alla griglia. Il bello di un posto così è che è informale, ma pulito, ben curato. Un posto in cui puoi spendere 4 euro ma in cui è quasi impossibile spenderne 40. Un posto per tutti i gusti e per tutte le tasche e, soprattutto, per tutte le fasce d’età: accanto ad un gruppo di adolescenti che divoravano panini ho visto una famiglia di “notabili” saccensi tutti ben oltre la sessantina. Anche questo è il bello di un posto così: essere luogo di ritrovo e di buon cibo per tutte le generazioni.
stazzone nuovoE lo Stazzone? Un sabato sera di luglio si presentava così: non spetta a me fare valutazioni dato anche che le immagini parlano da sole. Il posto è sicuramente riqualificato, riordinato, risistemato. E’ sparito lo street food di Patacco, sono spariti i venditori di colori e di culture diverse, sono spariti i giochi per i bambini. Poco significato a mio parere hanno i “ gabbioni” che fanno assomigliare il posto ad una stazione ferroviaria, ma sono realizzazioni di design. Sono belle e suggestive le nuove illuminazioni e sulla nuova terrazza sul mare non c’è neppure una cartaccia: ma neppure una panchina. Tutto molto bello, tutto molto minimal e molto asettico.
Si, ma…dov ‘è finita la “varia umanità”?

Alessandra Verzera

https://www.facebook.com/pages/Patacco/425339900851457

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui